Giorno del ricordo delle vittime delle foibe: Meloni a Basovizza


La premier Meloni in visita al monumento di Basovizza per il Giorno del ricordo delle vittime delle foibe: “Chiediamo perdono per decenni di silenzio delle istituzioni”

Il Tempo del ricordo

“Siamo qui per chiedere ancora perdono a nome delle istituzioni di questa Repubblica, per il colpevole silenzio che per decenni ha avvolto le vicende del nostro confine orientale, oltre che per rendere omaggio a tutti gli istriani e i giuliano-dalmati che per rimanere italiani decisero di lasciare tutto, per restare con l’unica cosa che i comunisti titini non potevano togliere loro: l’identità”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento al monumento di Basovizza per il Giorno del ricordo delle vittime delle foibe.

Ricci (Pd): “Pagina dolorosa. Memoria condivisa e concordia nazionale”

“Le foibe sono stata una pagina dolorosa e buia del nostro Paese. Abbiamo il dovere di ricordare i nostri connazionali morti e gli esuli giuliani istriani e dalmati. Che questo giorno sia memoria condivisa e concordia nazionale”: così Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, coordinatore dei sindaci Pd, presidente di ALI-Autonomie Locali Italiane, in un post su Twitter/X.

Serracchiani: “Non tornare a giorni odio”

Proprio mentre l’Europa attraversa uno dei suoi momenti più drammatici e pericolosi, il Giorno del Ricordo ci ammonisce a non tornare indietro, ai giorni dell’odio. Con immutata commozione e convinzione tributiamo onore e rinnoviamo il ricordo della tragedia delle vittime istriane fiumani e dalmati”. Lo ha affermato oggi la deputata del Pd Debora Serracchiani, in occasione del Giorno del Ricordo, partecipando alla cerimonia solenne al monumento nazionale della Foiba di Basovizza, con la senatrice dem Tatjana Rojc e una delegazione di amministratori e dirigenti del Pd.
“Le istituzioni siano custodi e garanti – ha detto la parlamentare – di una vicenda storica a lungo reietta e misconosciuta. Di fronte alla solennità della foiba di Basovizza vengano meno interessi, rivendicazioni di parte e inopportune contrapposizioni. I voti espressi da un Parlamento pressoché unanime ribadiscono questa volontà condivisa”.
Per Serracchiani “solo in questo modo i drammi del confine orientale potranno diventare un patrimonio nazionale e anche una salda base di pacificazione interna e internazionale, perché – ha concluso – le ideologie totalitarie di ogni colore hanno artigliato tutta l’Europa e seminato sangue in tutte le Nazioni. “.