Sicurezza sul lavoro: accordo tra Inail e Regione Marche


Salute e sicurezza sul lavoro: Inail e Regione Marche firmano il VII protocollo d’intesa. Agricoltura, edilizia e sanità tra i settori privilegiati

fabrizio d'ascenzo inail giornalisti sanitari autorimessa

Con la firma del VII protocollo d’intesa per la promozione della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro, la Direzione regionale dell’Inail e la Regione Marche rinnovano l’impegno a rafforzare una collaborazione iniziata nel 2001. L’accordo è stato siglato a Palazzo Raffaello dal governatore, Francesco Acquaroli, e dal direttore regionale dell’Istituto, Giovanni Contenti. L’obiettivo è investire nelle imprese attraverso una programmazione condivisa con il coinvolgimento di altri soggetti istituzionali e parti sociali.

Agricoltura, edilizia e sanità tra i settori privilegiati. La sinergia tra i due enti include anche un metodo di interscambio dei propri patrimoni conoscitivi per realizzare azioni congiunte volte a contrastare infortuni e malattie professionali. I settori privilegiati sono quelli indicati nel Piano regionale per la prevenzione 2020–2025: agricoltura, edilizia, manifatturiero, pesca, sanità e scuola.

Acquaroli: “La sicurezza sul lavoro è il nostro obiettivo”. “La sicurezza negli ambienti di lavoro, oltre che una esigenza da tutelare, è un obiettivo primario da conseguire”, ha affermato il presidente Acquaroli. “La cultura della sicurezza deve permeare le istituzioni, le parti sociali, i luoghi di lavoro. La riconferma del protocollo con l’Inail fa proprio questo monito che vogliamo rendere sempre più concreto nella nostra regione attraverso una programmazione condivisa degli interventi da realizzare”.

Contenti: “Puntiamo a investire sempre di più nelle imprese regionali”.  “La sottoscrizione di questo protocollo – ha sottolineato il direttore regionale dell’Inail, Giovanni Contenti – conferma e consolida un percorso già avviato, finalizzato a rafforzare il sistema regionale della prevenzione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, attraverso un investimento sempre più permeante nelle imprese regionali, con interscambio dei propri patrimoni conoscitivi e azioni sinergiche dirette al contrasto degli infortuni e delle malattie professionali, non trascurando la tutela delle fasce più deboli e la grande sensibilità sul tema della differenza di genere”.