Caso pandoro Balocco: verso ipotesi di truffa per Chiara Ferragni


La Procura di Milano potrebbe modificare le indagini sul caso del pandoro Chiara Ferragni-Balocco da frode in commercio in truffa

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Soddisfazione viene espressa oggi dal Codacons in merito alla notizia circa la possibile decisione della Procura di Milano di modificare le indagini sul caso del pandoro Ferragni-Balocco da frode in commercio in truffa. Era stata proprio l’associazione dei consumatori, da cui è scaturito tutto il caso del pandoro-gate, a portare la Procura di Milano, assieme a quella di Cuneo, Trento e Prato, ad aprire indagini sulla vicenda.

“Nel nostro esposto a 104 Procure, e considerati i gravi fatti contestati dall’Antitrust, ipotizzavamo proprio il più grave reato di truffa a danno dei consumatori, e pertanto non possiamo che approvare la scelta della magistratura di accogliere la nostra richiesta” spiega il Codacons.

Nella denuncia dell’associazione si leggeva al riguardo:

Appaiono presenti tutti i requisiti per sussumere i fatti contestati nel reato di truffa aggravata. Nello specifico la modalità di presentazione della campagna per la vendita del pandoro limited edition è  RISULTATA ingannevole ed aggressiva, in spregio ai consumatori, i quali sarebbero tati sensibilmente influenzati nella loro capacità decisionale, soprattutto alla luce della destinazione dei ricavati ai bambini gravemente malati […] le modalità reclamizzate di invito all’acquisto del  pandoro limited edition  per concorrere alle “nuove cure terapeutiche per i bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing” – alla luce della riconosciuta e documentata assenza di trasferimento economico del ricavato della vendita  – sono state tali da esercitare un indebito condizionamento nei confronti dei soggetti “donanti”, e ciò appare particolarmente insidioso data la finalità con cui i consumatori si sono rivolti a questa campagna – di fatto solo pubblicitaria – ovvero quella di effettuare versamenti in beneficenza, che comporta una maggiore propensione a disporre delle proprie risorse finanziarie”.

“Crediamo che, allo stato attuale e sulla base delle nuove notizie emerse sui mass media, ci siano elementi sufficienti per valutare una estensione delle indagini a tutte le iniziative di beneficenza avviate negli ultimi anni dai Ferragnez, a partire dal caso delle bambole Trudi. Crediamo inoltre debbano essere bloccate tutte le attività solidali di influencer famosi in attesa di una normativa che disciplini in modo più trasparente il settore, e per evitare che la beneficenza si trasformi in attività commerciale a discapito dei cittadini” conclude il Codacons.