Perdita di peso: effetti positivi di tirzepatide si mantengono fino a 88 settimane


Secondo i risultati dello studio SURMOUNT-4 il trattamento continuato con tirzepatide ha continuato a produrre una perdita di peso altamente significativa fino a 88 settimane

Obesità: semaglutide più efficace di liraglutide

Secondo i risultati dello studio SURMOUNT-4 presentati al congresso 2023 della European Association for the Study of Diabetes (EASD), il trattamento continuato con tirzepatide ha continuato a produrre una perdita di peso altamente significativa fino a 88 settimane, mentre i pazienti che hanno sospeso la terapia hanno riacquistato parte del peso perso.

In SURMOUNT-4, tra i 783 adulti con obesità o sovrappeso ma senza diabete che hanno assunto il farmaco per 36 settimane, quelli randomizzati a continuare la terapia per altre 52 settimane hanno ottenuto un calo ponderale medio del 26,0% mentre quanti sono passati al placebo hanno riacquistato parte del peso ma hanno comunque mantenuto una perdita di peso del 9,5% rispetto al basale entro 88 settimane, senza effetti collaterali inattesi.

«La perdita di peso che abbiamo osservato è stata molto buona, come ci aspettavamo. È davvero incredibile pensare a che punto ci troviamo nel trattamento dell’obesità rispetto a soli 5 o 10 anni fa. Siamo nel mezzo di una rivoluzione nel trattamento delle malattie cardiometaboliche» ha affermato nella sua relazione al congresso il ricercatore Louis Aronne, direttore del Comprehensive Weight Control Center, Divisione di Endocrinologia, Diabete e Metabolismo, Weill Cornell Medicine, New York.

Per Jens Juul Holst, del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Copenhagen, Danimarca, questi sono risultati fantastici che si avvicinano a quelli ottenibili con la chirurgia bariatrica. Tuttavia si è chiesto se l’aggiunta di un agonista del GIP all’agonista del GLP-1 in tirzepatide aggiunga davvero molto rispetto ai soli GLP-1 agonisti come semaglutide. Ha osservato che l’apparente maggiore perdita di peso con il duplice agonista potrebbe essere dovuta a differenze di dosaggio e che lo stesso risultato potrebbe essere ottenuto con un dosaggio equivalente di semaglutide nelle persone con obesità ma senza diabete. Inoltre il profilo degli effetti collaterali è simile.

Parte del peso perso è stato riacquisito una volta sospesa la terapia
«C’è stato un recupero di peso tra le persone che hanno interrotto il trattamento ma non erano tornate ai livelli basali. La pendenza continua a salire e, dopo un tempo sufficiente, probabilmente alla fine sarebbero tornati ai valori iniziali, ma non è stato così nell’arco delle 52 settimane di foloow-up» ha osservato Arronne.

Rispetto a un peso medio di 107,3 kg al basale, il peso medio dei partecipanti era di 85,2 kg dopo 36 settimane. I soggetti che hanno interrotto tirzepatide hanno riacquistato peso fino a un pedo medio di 97,0 kg, mentre quelli che hanno continuato la terapia sono scesi a una media di 79,1 kg.

Tra quanti hanno continuato con tirzepatide, il 95% ha raggiunto almeno il 5% di perdita di peso rispetto al 69% del gruppo placebo. Inoltre ha ottenuto una perdita di peso di almeno il 20% il 72,6% dei soggetti in trattamento attivo vs l’11,6% del gruppo placebo e una perdita di peso di almeno il 25% rispettivamente il 56,6% vs 4,0% dei pazienti.

«Abbiamo ottenuto una perdita di peso sovrapponibile a quella che si raggiunge con la gastrectomia a manica, la procedura bariatrica più eseguita, l’obiettivo di molti nel campo del trattamento medico dell’obesità» ha commentato il relatore.

Gli esiti cardiometabolici hanno seguito modelli simili. Si è verificata una perdita complessiva di circonferenza della vita di 17,8 cm dopo le prime 36 settimane. Dopo altre 52 settimane la riduzione rispetto al basale è stata di ulteriori 22,5 cm nel gruppo che ha continuato il trattamento rispetto a un ritorno a 9,3 cm al di sotto del basale nel gruppo placebo.

Le variazioni significative rilevate in termini di pressione arteriosa sistolica e diastolica, livelli di emoglobina glicata, glicemia a digiuno, insulina a digiuno e lipidi a 36 settimane erano simili a quelle dei precedenti studi SURMOUNT, e per le 52 settimane aggiuntive hanno seguito un modello simile a quello osservato per la perdita di peso, quindi con una regressione dei benefici in quanti avevano sospeso la terapia e un miglioramento continuo nel gruppo che l’ha invece continuata.

Effetti collaterali in linea con quelli di altri sudi su GLP-1 agonisti
Gli eventi avversi erano comuni, come nei precedenti studi su tirzepatide e in generale già rilevato con la classe delle incretine. Durante le 36 settimane iniziali in cui la dose del farmaco è stata aumentata, il 68,2% dei partecipanti ha riportato eventi emergenti dal trattamento correlati al farmaco, tuttavia hanno portato alla sospensione della terapia solo nel 7,0% dei pazienti.

Durante il periodo randomizzato di 52 settimane, eventi emergenti dal trattamento correlati al farmaco in studio sono stati segnalati dal 26,3% di quanti hanno continuato con tirzepatide rispetto al 10,4% del gruppo placebo, prevalentemente di natura gastrointestinale (diarrea, nausea, vomito) e di entità lieve-moderata. Gli eventi avversi gravi invece non differivano tra i gruppi.

La frequenza cardiaca ha raggiunto il picco durante l’incremento della dose ed è diminuita nel resto dello studio, con una differenze di +3,3 battiti/min con tirzepatide rispetto a -2,1 con placebo alla settimana 88 e coerentemente con quanto osservato in precedenza con le terapie iniettabili per l’obesità a base di incretine, ha osservato Aronne.

Referenze

Sattar N et al. SURMOUNT-4 trial results: The impact of tirzepatide on maintenance of weight reduction and benefits of continued therapy. Presented at: European Association for the Study of Diabetes Annual Meeting; Oct. 2-6, 2023; Hamburg, Germany (hybrid meeting).