Dermatite atopica e prurigo nodularis: nemolizumab efficace su entrambe


Nel trattamento della dermatite atopica e della prurigo nodularis, l’anticorpo monoclonale sperimentale nemolizumab ha ridotto significativamente le lesioni cutanee e il prurito

Nei pazienti con prurigo nodularis e dermatite atopica, l'anticorpo monoclonale sperimentale nemolizumab ogni 4 settimane si è dimostrato efficace

Nel trattamento della dermatite atopica e della prurigo nodularis, l’anticorpo monoclonale sperimentale nemolizumab ha ridotto significativamente le lesioni cutanee e il prurito, secondo risultati positivi più recenti dei trial clinici di fase III ARCADIA 1 e 2 e OLYMPIA 1 presentati da Galderma al congresso 2023 della European Academy of Dermatology and Venereology (EADV).

La dermatite atopica è una forma comune e cronica di eczema che colpisce 230 milioni di persone in tutto il mondo, caratterizzata da prurito persistente e fastidioso, lesioni cutanee infiammatorie e frequenti infezioni cutanee.
La prurigo nodularis è una condizione cronica debilitante della pelle caratterizzata da spessi noduli cutanei che coprono vaste aree del corpo e associati a prurito intenso. Si stima che colpisca circa 72 adulti su 100mila negli Stati Uniti. È più comune nelle donne di mezza età e, in modo sproporzionato, nelle persone di origine africana.

Nemolizumab è un anticorpo monoclonale sperimentale specificamente progettato per colpire il recettore dell’interleuchina (IL)-31 e inibirne la segnalazione. Questa citochina svolge un ruolo chiave in molteplici meccanismi patologici sia nella dermatite atopica che nella prurigo nodularis, che in entrambe le condizioni causano prurito e disturbi del sonno e hanno un impatto negativo sulla qualità della vita dei pazienti.

Riduzione significativa di lesioni e prurito nella dermatite atopica
Il programma ARCADIA comprendeva due studi clinici identici di fase III, ARCADIA 1 e ARCADIA 2, che hanno arruolato più di 1.500 pazienti adolescenti e adulti con dermatite atopica da moderata a grave per valutare l’efficacia e la sicurezza di nemolizumab per via sottocutanea ogni quattro settimane rispetto al placebo.

I partecipanti sono stati valutati dopo un periodo di trattamento iniziale di 16 settimane, al termine delle quali i soggetti che hanno risposto al trattamento hanno proseguito la terapia di mantenimento per ulteriori 32 settimane. I non-responders alla settimana 16 potevano arruolarsi in uno studio di estensione a lungo termine.

In ARCADIA 1 e 2 nemolizumab ha migliorato significativamente le lesioni cutanee e il prurito rispetto al placebo (entrambi somministrati con terapia corticosteroidea topica di base o inibitori topici della calcineurina). Nei due studi i pazienti in trattamento attivo hanno mostrato miglioramenti clinicamente e statisticamente significativi negli endpoint co-primari rispetto al placebo dopo 16:

  • Il 35,6% e il 37,7% dei pazienti trattati con nemolizumab rispettivamente negli studi ARCADIA 1 e 2 ha ottenuto la risoluzione completa o quasi completa delle lesioni cutanee in base all’Investigator’s Global Assessement (IGA) in confronto al 24,6% e al 26,0% nel gruppo placebo (p<0,0006, p=0,001).
  • Il 43,5% e il 42,1% dei pazienti trattati con nemolizumab rispettivamente negli studi ARCADIA 1 e 2 ha ottenuto una riduzione del 75% rispetto al basale dell’Eczema Area and Severity Index (EASI 75) in confronto al 29,0% e al 30,2% nel gruppo placebo (p<0,0001, p=0,0011).

Gli studi hanno inoltre raggiunto tutti gli endpoint secondari chiave, con il 48,6% e il 48,1% dei pazienti trattati con nemolizumab che ha ottenuto una riduzione del prurito di almeno quattro punti, come misurato dalla scala di valutazione numerica del picco del prurito (PP-NRS), rispetto al 20,5% e al 20,6% nel gruppo placebo (p<0,0001) entro 16 settimane. Risultati statisticamente significativi alla settimana 16 e a intervalli temporali precedenti hanno mostrato la rapida insorgenza d’azione di nemolizumab sul prurito e sui disturbi del sonno. Il farmaco è stato ben tollerato e con un profilo di sicurezza coerente tra i due studi.

Riduzione significativa di lesioni e prurito nella prurigo nodularis
OLYMPIA 1 è uno studio clinico di fase III randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, della durata di 16 settimane, progettato per valutare l’efficacia e la sicurezza della monoterapia con nemolizumab rispetto al placebo in 286 pazienti di almeno 18 anni di età affetti da prurigo nodularis da moderata a grave. Ha inoltre valutato la farmacocinetica e l’immunogenicità di nemolizumab rispetto al placebo.

I risultati rafforzano l’evidenza della rapida insorgenza d’azione del farmaco sul prurito e della riduzione delle lesioni cutanee nei soggetti con prurigo nodularis. I pazienti in trattamento attivo hanno mostrato miglioramenti clinicamente e statisticamente significativi in entrambi gli endpoint primari rispetto al placebo dopo 16 settimane:

  • Il 58,4% dei pazienti trattati con nemolizumab ha ottenuto una riduzione del prurito di almeno quattro punti (PP-NRS) rispetto al 16,7% del gruppo placebo (p<0,0001).
  • Il 26,3% dei pazienti trattati con nemolizumab ha ottenuto la risoluzione completa o quasi completa delle lesioni cutanee in base all’IGA rispetto al 7,3% nel gruppo placebo (p<0,0001).

Lo studio ha inoltre raggiunto tutti gli endpoint secondari chiave confermando una rapida insorgenza d’azione sul prurito già alla settimana 4 (41,1% rispetto al 6,3% nel gruppo placebo, p<0,0001). I miglioramenti del prurito e delle lesioni cutanee sono stati osservati fino alla settimana 24.

«Attraverso il targeting della citochina neuroimmune IL-31, questi dati di fase III dimostrano che nemolizumab migliora significativamente e rapidamente tre dei sintomi più gravosi di queste condizioni, ovvero prurito, lesioni cutanee e disturbi del sonno» ha osservato Jonathan Silverberg, consulente e ricercatore principale degli studi clinici ARCADIA e direttore della ricerca clinica presso la George Washington University School of Medicine and Health Sciences, Washington, DC.