Gli Uffizi ricompongono importanti polittici medievali


Agli Uffizi ricomposti importanti polittici medievali: sono quattro pannelli di Lippo di Benivieni ed una tavola di Giovanni da Milano

polittici

Doppio importante acquisto medievale per le Gallerie degli Uffizi: I santi Zenobi, Paolo, Pietro e Benedetto di Lippo di Benivieni e La Trinità, San Giovanni Evangelista e San Paolo di Giovanni da Milano, appena acquistati, arricchiscono la collezione di dipinti trecenteschi degli Uffizi, consentendo di ricomporre due importanti polittici smembrati di cui le Gallerie già conservano alcune tavole.

I quattro pannelli di Lippo di Benivieni verranno riuniti alla tavola degli Uffizi raffigurante La Madonna e il Bambino, andando a ricostruire il registro centrale di un grande dossale d’altare considerato una delle pietre miliari del percorso del Benivieni, pittore di primo piano sulla scena toscana fra XIII e XIV secolo e rappresentante di una corrente alternativa a quella di Giotto, culturalmente orientata verso la pittura elegante e raffinata di ambito senese.

La tavola di Giovanni da Milano costituiva la cuspide di un imponente polittico di quattro metri per tre realizzato per l’altar maggiore della chiesa di Ognissanti a Firenze. Le trasformazioni apportate alla chiesa nel corso dei secoli ne comportarono lo smembramento e l’irrimediabile dispersione di molte parti.

Nel 1860 le Gallerie fiorentine acquistarono per le proprie collezioni le tavole superstiti: cinque scomparti laterali con figure di santi e cinque elementi della predella. L’acquisizione di questo dipinto aggiuntivo amplia dunque la ricostruzione del polittico, considerato punto di partenza fondamentale del percorso di Giovanni da Milano, personalità tra le più rilevanti della pittura italiana post-giottesca, ma la cui carriera artistica rimane ancora oggi per molti aspetti misteriosa.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Con l’acquisto di queste cinque tavole è stato possibile ricomporre insieme polittici frammentati e in parte dispersi nell’Ottocento, e perciò giunta incompleti agli Uffizi: se finora il pubblico li ha potuti apprezzare al museo per il loro valore intrinseco, questo ricongiungimento restituisce loro il significato originario e permette di goderne appieno la qualità artistica. Grazie alle aggiunte odierne alla collezione degli Uffizi rinascono due capolavori da manuale, che ai visitatori degli Uffizi e agli studiosi tutti faranno meglio comprendere il panorama della pittura medievale a Firenze e in Toscana”.