Sindrome radiologicamente isolata: nuovi dati su teriflunomide


Sindrome radiologicamente isolata: ritardata la conversione a sclerosi multipla clinica tramite trattamento precoce con teriflunomide

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Un trattamento modificante la malattia (DMT), come teriflunomide, ritarda la conversione alla sclerosi multipla (SM) clinica nei pazienti con sindrome radiologicamente isolata (RIS) e ha un profilo di sicurezza rassicurante a lungo termine. È quanto emerge dai risultati di un nuovo studio denominato TERIS (Teriflunomide in Radiologically Isolated Syndrome) pubblicato online su “JAMA Neurology”.

L’uso precoce di DMT è in genere raccomandato per i pazienti con SM accertata, ma prove crescenti, incluso lo studio ARISE che ha valutato il dimetilfumarato, suggeriscono che questi agenti avvantaggiano i pazienti con RIS, il primo stadio preclinico rilevabile della SM.

Lo studio TERIS ha incluso 89 pazienti adulti con RIS (età media: 37,8 anni) provenienti da centri SM situati in Francia, Svizzera e Turchia. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere placebo o teriflunomide – immunomodulatore orale approvato per il trattamento della SM recidivante-remittente – alla dose di 14 mg al giorno.

I ricercatori hanno eseguito la risonanza magnetica (MRI) al basale e alle settimane 48, 96 e 144 e, se giustificato, in qualsiasi momento durante lo studio.

Gli studiosi, guidati da Christine Lebrun-Frénay, direttrice dell’unità di ricerca clinica sui disturbi neurologici infiammatori e del centro SM presso l’Università di Nizza (Francia), hanno inoltre effettuato aggiustamenti per potenziali fattori confondenti, tra cui genere, età alla diagnosi di RIS, storia familiare di SM, volume della lesione iperintensa pesata in T2 del cervello e presenza di lesioni gadolinio (Gd) +/−.

L’esito primario era il tempo a un primo evento neurologico acuto o progressivo derivante dalla demielinizzazione del sistema nervoso centrale, espresso come tasso di conversione alla SM clinica.

Metodologia e risultati principali
Diciotto partecipanti – nove in ogni gruppo – hanno interrotto lo studio, con un tasso di abbandono del 20%. Il rischio di un primo evento clinico è stato significativamente ridotto nel braccio teriflunomide (tempo medio all’evento: 128,2 settimane) con otto eventi clinici (sei acuti, due progressivi) rispetto al braccio placebo (tempo medio all’evento: 109,6 settimane) con 20 eventi clinici (18 acuti, due progressivi) e un hazard ratio (HR) aggiustato di 0,28 (IC 95%, 0,11 – 0,71; P = 0,007).

Tutte le misure secondarie di MRI, incluso il numero cumulativo di lesioni T2 nuove e/o di recente ingrandimento e il numero cumulativo di lesioni Gd+, non hanno raggiunto la significatività statistica (sebbene queste fossero numericamente inferiori nel braccio teriflunomide) probabilmente perché i partecipanti con eventi precoci sono passati al braccio di trattamento.

Gli eventi avversi più comuni che si sono verificati più spesso nei pazienti trattati con teriflunomide sono stati: disturbi gastrointestinali (11,4%), dismenorrea (9,1%), infezioni respiratorie benigne (6,8%), disturbi generici (6,8%) e aumento transitorio delle transaminasi (4,5%).

Il messaggio chiave
«Questi risultati» scrivono gli autori «suggeriscono per la prima volta che si può avere l’opportunità di identificare meglio i pazienti a rischio di decorso clinico progressivo primario in fase preclinica e prevenire o ritardare la progressione clinica fin dall’insorgenza del disturbo: ciò è un chiaro bisogno insoddisfatto nella pratica clinica della SM».

I limiti dello studio
Questo studio, al di là dei risultati positivi, presenta alcune limitazioni. Ecco quelle principali:

  • i ricercatori non hanno potuto stratificare i sottogruppi a rischio in base ai fattori di rischio per lo sviluppo della SM, principalmente a causa di problemi di numerosità del campione.
  • lo studio è stato interrotto prematuramente dal suo sponsor finanziario principalmente a causa della lentezza dell’arruolamento derivante dalle normative nazionali sull’attivazione dei siti di reclutamento e dall’impatto della pandemia di COVID-19.
  • alcuni individui con RIS erano già stati esposti a un DMT o esitavano a partecipare a una sperimentazione clinica.

Fonte:
Lebrun-Frénay C, Siva A, Sormani MP, et al. Teriflunomide and Time to Clinical Multiple Sclerosis in Patients With Radiologically Isolated Syndrome: The TERIS Randomized Clinical Trial. JAMA Neurol. 2023 Aug 21. doi: 10.1001/jamaneurol.2023.2815. [Epub ahead of print.] leggi