Site icon Corriere Nazionale

Granulomatosi eosinofila con poliangioite: benefici da benralizumab

Benralizumab, utilizzato con successo nell'asma grave eosinofilico, è efficace e sicuro anche per la granulomatosi eosinofila con poliangioite

Granulomatosi eosinofila con poliangioite: i risultati dello studio di Fase III MANDARA hanno dimostrato che benralizumab ha raggiunto l’endpoint primario

I risultati dello studio di Fase III MANDARA hanno dimostrato che benralizumab ha raggiunto l’endpoint primario dello studio e ha dimostrato tassi di remissione non inferiori a quelli di mepolizumab in pazienti affetti da granulomatosi eosinofila con poliangioite (EGPA) che ricevevano corticosteroidi orali (OCS) con o senza terapia immunosoppressiva stabile.

MANDARA è il primo studio testa a testa di Fase III sui biologici nell’EGPA e ha confrontato l’efficacia e la sicurezza di benralizumab rispetto a mepolizumab, l’unico trattamento attualmente approvato. Nello studio in cieco, i pazienti sono stati randomizzati a ricevere una singola iniezione sottocutanea di benralizumab da 30 mg o tre iniezioni sottocutanee separate di mepolizumab da 100 mg una volta ogni quattro settimane.

L’EGPA è una rara vasculite immuno-mediata causata dall’infiammazione di vasi sanguigni di piccole e medie dimensioni.Circa la metà dei pazienti affetti da EGPA presenta una concomitante asma eosinofila grave (SEA) in età adulta. L’EGPA può provocare danni a più organi, tra cui polmoni, pelle, cuore, tratto gastrointestinale e nervi, che si accumulano nel tempo e che, in assenza di trattamento, possono essere fatali.

Michael Wechsler, ricercatore principale, ha dichiarato: “I risultati positivi dello studio MANDARA sono entusiasmanti perché i pazienti affetti da granulomatosi eosinofila con poliangioite hanno oggi limitate opzioni terapeutiche ma devono affrontare sintomi invalidanti, che possono anche essere fatali se non trattati. Questo studio dimostra che un farmaco biologico somministrato con una singola iniezione mensile potrebbe aiutare i pazienti a raggiungere tassi di remissione paragonabili a quelli dell’attuale standard di cura, aggiungendo l’importanza di benralizumab come potenziale opzione terapeutica per la granulomatosi eosinofila con poliangioite”.
Sharon Barr, Executive Vice President, BioPharmaceuticals R&D, AstraZeneca, ha dichiarato: “I risultati positivi di MANDARA dimostrano che benralizumab, che ha un meccanismo d’azione unico e ha come bersaglio diretto gli eosinofili, può aiutare i pazienti a ottenere la remissione dagli impatti debilitanti di questa malattia infiammatoria con un’iniezione sottocutanea mensile unica e più conveniente.”
Il profilo di sicurezza e tollerabilità di benralizumab nello studio è stato coerente con il profilo noto del farmaco.

I risultati completi di MANDARA saranno presentati in occasione di un prossimo meeting medico e i dati saranno condivisi con le autorità sanitarie di tutto il mondo.

Benralizumab è un anticorpo monoclonale che si lega direttamente al recettore alfa dell’IL-5 sugli eosinofili e attira le cellule natural killer per indurre una rapida e quasi completa eliminazione degli eosinofili nel sangue e nei tessuti nella maggior parte dei pazienti attraverso l’apoptosi (morte cellulare programmata).

Benralizumab è attualmente approvato come trattamento aggiuntivo di mantenimento per la SEA negli Stati Uniti, nell’Unione Europea, in Giappone e in altri Paesi, ed è approvato per l’autosomministrazione negli Stati Uniti, nell’Unione Europea e in altri Paesi.

L’Fda ha concesso la designazione di farmaco orfano per benralizumab per l’EGPA nel 2018 e AstraZeneca continua a esplorare il potenziale di benralizumab al di là dell’asma grave, come trattamento per molte malattie in cui si prevede che gli eosinofili svolgano un ruolo.

Exit mobile version