Il rapper Shiva arrestato per tentato omicidio


Il rapper Shiva nei guai per tentato omicidio: lo scorso 11 luglio, l’artista – al secolo Andrea Arrigoni – avrebbe sparato a due rivali dopo una tentata aggressione

shiva

Il rapper Shiva è stato arrestato per tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose. A confermarlo è la polizia di stato dopo una lunga attività investigativa nata a seguito della sparatoria avvenuta in via Cusago, a Settimo Milanese (MI), la sera dello scorso 11 luglio. Il 24enne, abbastanza noto tra i fan del rap e della trap per i suoi pezzi e per collaborazioni con colleghi come Sfera Ebbasta, Geolier e Francesca Michielin, è accusato di aver sparato dei colpi a due persone.

IL RACCONTO DI QUELLA SERA

Quella sera gli agenti della polizia sono intervenuti sul posto riscontrando la presenza di uno solo dei feriti che aveva rifiutato il ricovero in ospedale perché aveva riportato una leggera abrasione alla gamba e aveva manifestato la volontà di non raccontare nulla in merito all’accaduto.

Poco dopo la sparatoria, un altro giovane si è presentato al pronto soccorso dell’ospedale di Vimercate (MB), con una ferita d’arma da fuoco ad una gamba, fornendo una fumosa spiegazione di quanto accadutogli e raccontando di cinque ignoti aggressori.

LE INDAGINI

La successiva ricostruzione del grave fatto è stata il frutto di un’intensa e complessa attività d’indagine condotta dalla sezione reati attraverso attività tecniche, analisi di numerosi filmati e acquisizione di dichiarazioni di persone informate sui fatti. L’attività investigativa, attualmente nella fase delle indagini preliminari, ha consentito di individuare le fasi salienti dell’episodio.

Come spiega la Dire (www.dire.it), secondo le ricostruzioni, il fatto è stato il culmine di pregressi contrasti tra Shiva e i due rivali, soggetti gravitanti nel mondo rap/trap milanese. Gli spari sarebbero arrivati al termine di una tentata aggressione da parte dei due al rapper e i suoi amici.

Oltre all’arresto, sono state eseguite, con l’ausilio delle squadre mobili di Brescia e Monza Brianza, numerose perquisizioni delegate nei confronti dei soggetti coinvolti nell’episodio, alcuni di quali indagati, e presso la casa discografica del rapper, al secolo Andrea Arrigoni.