Gastrite eosinofila: benralizumab induce la remissione nel 77% dei pazienti


In oltre tre quarti dei pazienti con gastrite eosinofila benralizumab ha indotto la remissione istologica dopo 12 settimane

In oltre tre quarti dei pazienti con gastrite eosinofila benralizumab ha indotto la remissione istologica dopo 12 settimane

In oltre tre quarti dei pazienti con gastrite eosinofila benralizumab ha indotto la remissione istologica dopo 12 settimane, anche se la persistenza di altri biomarcatori della malattia suggerisce la coesistenza di un meccanismo patogeno indipendente dagli eosinofili in molti soggetti. Sono i risultati di uno studio di fase II pubblicati su The Lancet Gastroenterology & Hepatology.

«Studi precedenti studi sulle malattie gastrointestinali eosinofile si sono concentrati principalmente sull’esofagite eosinofila, che tra queste è la più diffusa, mentre la gastrite eosinofila è meno conosciuta» hanno scritto il primo autore Kara Kliewer e colleghi della divisione di allergia e immunologia presso il Cincinnati Children’s Hospital Medical Center. «Benralizumab è approvato per il trattamento dell’asma eosinofilo grave nei soggetti di almeno 12 anni di età e ha mostrato risultati promettenti in altre malattie associate agli eosinofili, tuttavia, per quanto ne sappiamo, nessuno studio randomizzato ha valutato il farmaco nella gastrite eosinofila».

«Nelle malattie gastrointestinali eosinofile, il ruolo degli eosinofili nella patogenesi della malattia e l’effetto della deplezione di queste cellule sugli esiti dei pazienti non sono chiari» hanno aggiunto. «Benralizumab, un anticorpo monoclonale depletore di eosinofili che prende di mira il recettore α dell’interleuchina-5, potrebbe eliminare gli eosinofili del tessuto gastrico e migliorare i risultati nella gastrite eosinofila».

Benralizumab vs placebo nella gastrite eosinofila
In uno studio randomizzato di fase II i ricercatori hanno valutato la sicurezza e l’efficacia di benralizumab in 26 pazienti (età media 19,5 anni, 73% uomini) con gastrite eosinofila sintomatica istologicamente attiva presso il Cincinnati Children’s Hospital Medical Center.

I pazienti hanno ricevuto il farmaco alla dose di 30 mg (n = 13) oppure placebo (n = 13) per via sottocutanea una volta ogni 4 settimane per un periodo in doppio cieco di 12 settimane, al termine delle quali potevano accedere a una fase di estensione in aperto fino a 88 settimane. L’endpoint primario era la remissione istologica, definita come un picco nella conta degli eosinofili gastrici inferiore a 30 eosinofili in almeno un campo ad alto ingrandimento (eos/hpf).

Remissione istologica in più dei tre quarti dei pazienti
Dopo 12 settimane hanno raggiunto la remissione istologica il 77% dei pazienti nel gruppo di trattamento e l’8% di quelli nel gruppo placebo, con una differenza di 69 punti percentuali.

Inoltre i partecipanti nel braccio benralizumab presentavano cambiamenti significativamente superiori rispetto al basale vs placebo relativamente al picco nella conta media degli eosinofili gastrici (–137 eos/hpf vs –38 eos/hpf), nel punteggio totale medio istologico della gastrite eosinofila (–0,31 vs –0,02), nel punteggio medio istologico infiammatorio (–0,46 ns –0,04) e nella conta mediana degli eosinofili nel sangue (–1.060 eos/μl vs –160 eos/μl).

Non sono tuttavia state osservate differenze significative tra i gruppi per i cambiamenti nel punteggio strutturale istologico medio della gastrite eosinofila (–0,07 vs 0,03), nel punteggio medio dell’Eosinophilic Gastritis Endoscopic Reference System (–1 vs –0,5) o negli esiti riportati dal paziente.

Durante il periodo in doppio cieco sono stati riportati eventi avversi emergenti dal trattamento nell’85% dei pazienti nel braccio attivo e nel 46% nel braccio placebo, tra cui cefalea, nausea e vomito. Due pazienti hanno avuto eventi avversi gravi durante il periodo di estensione in aperto non correlati a benralizumab.

«Il trattamento con benralizumab ha portato alla remissione istologica, definita dall’assenza di eosinofilia tissutale, nella maggior parte dei pazienti con gastrite eosinofila attiva» hanno concluso gli autori. «Tuttavia la persistenza di segni, sintomi e biomarcatori della gastrite eosinofila suggerisce la coesistenza di un meccanismo patogeno indipendente dagli eosinofili in molti pazienti. Pertanto una gestione efficace della condizione potrebbe richiedere terapie che inibiscano i percorsi che riducono in modo più ampio l’infiammazione di tipo 2, piuttosto che mirare solo agli eosinofili».

Referenze

Kliewer KL et al. Benralizumab for eosinophilic gastritis: a single-site, randomised, double-blind, placebo-controlled, phase 2 trial. Lancet Gastroenterol Hepatol. 2023 Jun 16;S2468-1253(23)00145-0.

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