Imballaggi edibili: il futuro del packaging alimentare


La soluzione individuata nei rivestimenti edibili avrebbe il compito di ridurre al minimo la perdita dell’umidità e mantenere le proprietà organolettiche degli stessi

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I ricercatori indiani dell’Istituto Nazionale di Tecnologia Alimentare NIFTEM-T hanno da poco revisionato ed integrato gli studi su quello che potrebbe essere l’imballaggio del futuro dei cibi. La soluzione individuata nei rivestimenti edibili avrebbe il compito di prolungare la vita, ridurre al minimo la perdita dell’umidità post raccolta e aiutare il mantenimento delle proprietà organolettiche degli stessi. Le ricerche negli ultimi anni hanno portato all’elaborazione di varie soluzioni per le diverse tipologie, tutte basate su materiali naturali composti da proteine, polisaccaridi e lipidi.

I nuovi studi si sono concentrati sull’immersione dei prodotti in soluzioni di rivestimento (Dipping) che resta al momento il metodo più utilizzato per frutta e verdura. Lo spessore inferiore di 0,025 mm viene considerato rivestimento commestibile e oltre a soddisfare le esigenze di imballaggio sono utilizzabili su prodotti semilavorati come la pizza, torte e caramelle. È possibile adoperare questa tipologia di involucri anche su alimenti come latticini e carne. Il rivestimento può contenere al suo interno diversi composti bioattivi con funzione antimicrobica e nutraceutica atti ad impedire il passaggio anche di virus. Questa nuova frontiera del packaging porterebbe alla eliminazione di imballi non biodegradabili e grazie alla sue proprietà  atossiche non porterebbe effetti dannosi sull’uomo.

Ci sono ancora dei punti critici che i ricercatori stanno cercando di migliorare. Il mantenimento delle condizioni di conservazione per alimenti, come la frutta, ne potrebbero ritardare la maturazione. L’utilizzo di alcuni antimicrobici all’interno dei film protettivi possono alterare leggermente il sapore di alcuni alimenti e le materie prime utilizzate potrebbero provocare reazioni allergiche, ad esempio la soia, se consumati da soggetti allergici. In ultimo i costi delle materie prime per l’elaborazione di questi film potrebbero lievitare e portare ad un aumento del prezzo per il prodotto finale.