Economia circolare: nuova vita per gli scarti dei distillati


Il patron della distilleria di Vazzola condivide l’incremento di fatturato che per il 30% è frutto di una ingegnosa macchina per l’economia circolare aziendale

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«Con la farina da buccia d’uva realizziamo biocombustibile per l’autoconsumo e l’eccedenza viene venduta ai mangimifici per la produzione di cibo per animali; i vinaccioli vergini, estratti prima della fermentazione delle uve bianche, vengono utilizzati nell’industria farmaceutica e cosmetica; i vinaccioli da uve rosse, dopo la distillazione, sono invece venduti agli oleifici per ricavarne l’olio di semi d’uva». Con queste parole il patron della distilleria di Vazzola, Roberto Castagner, condivide l’incremento di fatturato che verte ancora per il 70% sulla produzione della grappa ma il 30% è frutto di una ingegnosa macchina per l’economia circolare aziendale. Questa la formula d’oro che ha fruttato un passaggio di fatturato da 13,6 milioni di euro del 2021 a 16 milioni del 2023.

La circolarità aiuta l’azienda a limitare l’impatto degli aumenti delle materie prime sul consumatore finale e grazie miglioramenti in campo energetico ed il passaggio a nuove fonti di energia l’azienda prevede di riuscire a coprire, entro il prossimo anno, il 35% del fabbisogno energetico.

Nella mission aziendale tecnologia e innovazione sembrano i capi saldi per il raggiungimento degli obiettivi. In un momento in cui il mercato registra una leggera inflessione (-2,9%) vede in crescita del +3% questa realtà che negli anni ha messo in campo varie soluzioni per andare in contro a una maggiore sostenibilità. Un esempio è l’utilizzo di bottiglie in vetro più leggere. Una differenza di 200 grammi in meno dalle bottiglie utilizzate oggi rispetto a quelle di 10 anni fa. Questo non a discapito della qualità e dell’estetica in un campo in cui anche l’occhio vuole la sua parte.