Dermatite atopica: studi di fase 3 promuovono abrocitinib


Nei pazienti con dermatite atopica da moderata a grave il trattamento con il JAK 1 inibitore abrocitinib si è dimostrato efficace e sicuro

Dermatite atopica: ruxolitinib in crema è un trattamento topico efficace e ben tollerato anche nei pazienti con un'ampia superficie corporea interessata dalle lesioni

Nei pazienti con dermatite atopica da moderata a grave il trattamento con il JAK 1 inibitore abrocitinib si è dimostrato efficace, con un’insorgenza d’azione rapida che si mantiene nel lungo termine e con un profilo di sicurezza gestibile. Una panoramica dei principali risultati di fase III è stata oggetto di una relazione tenutasi al congresso 2023 della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST).

Il programma clinico JADE, che include tutti gli studi registrativi che hanno supportato l’approvazione dell’inibitore della Janus chinasi (JAK) 1 abrocitinib sia negli adulti che negli adolescenti, ha coinvolto complessivamente circa 3.800 pazienti con dermatite atopica da moderata a grave.

Ne fanno parte i trial JADE MONO 1 e 2 con abrocitinib in monoterapia, lo studio JADE COMPARE di non inferiorità con entrambi i dosaggi di abrocitinib (100 e 200 mg) vs dupilumab, il trial JADE DARE nel quale, in aggiunta alla terapia di fondo con corticosteroidi topici, abrocitinib è stato confrontato con dupilumab, il primo farmaco biologico approvato per il trattamento della malattia, e JADE REGIMEN che ha valutato uno schema di trattamento a dosaggio flessibile/intermittente.

«Nelle terapie per la dermatite atopica, gli aspetti da tenere in considerazione sono l’efficacia sui segni della malattia, l’efficacia sui sintomi e la sicurezza» ha premesso nella sua relazione la dr.ssa Maddalena Napolitano, UOC di Dermatologia Clinica presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli.

Efficacia sui segni della malattia
Riduzione della gravità della malattia
In termini di efficacia, nello studio JADE COMPARE la valutazione a 12 settimane ha evidenziato percentuali di pazienti del 58,7% e del 70,3% con abrocitinib alle dosi rispettivamente di 100 e 200 mg (P<0,001 vs placebo) che hanno raggiunto una riduzione del 75% rispetto al basale nel punteggio dell’Eczema Area and Severity Index (EASI 75), rispetto al 58,1% del gruppo dupilumab.

Sempre a 12 settimane hanno raggiunto un punteggio pari a 0/1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) nell’Investigator Global Assessment (IGA) con un miglioramento di almeno 2 punti rispetto al basale il 36,6% e il 48,4% dei pazienti trattati rispettivamente con abrocitinib 100 e 200 mg (P<0,001 vs placebo) in confronto al 36,5% con dupilumab.

Rapidità della risposta
Una delle caratteristiche più importanti dei JAK inibitori è la velocità della risposta. Abrocitinib in poche settimane ha consentito un’elevata clearance cutanea (EASI 75) a livello del tronco, del distretto testa-collo, degli arti superiori e degli arti inferiori con entrambe le dosi, superiore a dupilumab e con tempi medi di risposta medi di circa 50 giorni.

Anche considerando un parametro più stringente come l’EASI 90, dopo 4 settimane con abrocitinib ha raggiunto tale risposta una percentuale di pazienti del 25-30% (circa il 15% con dupilumab), con una tendenza a crescere nel tempo per stabilizzarsi alla settimana 16.

Durata dell’effetto
La persistenza dell’effetto raggiunto nel lungo periodo è stata confermata anche dai dati ad interim di efficacia a 16, 48 e 96 settimane dello studio a lungo termine JADE EXTEND presentati al congresso dell’America Academy of Dermatology. Dopo 96 settimane i risultati IGA, EASI 75 ed EASI 90 ottenuti alla settimana 16 tendevano a persistere con entrambi i dosaggi. Con abrocitinib 200 mg alla settimana 16 ha inoltre raggiunto una completa risoluzione della malattia (EASI 100) il 19% dei pazienti, cresciuta al 24% dopo quasi due anni di terapia.

Efficacia nei non responders a dupilumab
L’impatto di abrocitinib sul miglioramento della malattia è stato evidenziato nello studio JADE COMPARE anche dalla risposta nei non responders a dupilumab passati ad abrocitinib alla settimana 16. Dopo 12 settimane dallo switch, l’80% e il 67,7% dei partecipanti ha ottenuto una risposta EASI 75 e il 47,2% e 35,2% ha raggiunto un punteggio IGA di 0/1 nei gruppi assegnati rispettivamente alla dose di 200 e 100 mg.

Inoltre in JADE EXTEND, più della metà dei responders a dupilumab con risposta EASI 75 che non avevano raggiunto l’EASI 90 alla settimana 16 nel trial JADE COMPARE è stata in grado di ottenere questo risultato 12 settimane dopo la ri-randomizzazione ad abrocitinib (54,1% con 100 mg e 64,7% con 200 mg).

Efficacia sui sintomi della malattia
Il sintomo più frequentemente riportato dai soggetti con dermatite atopica è un prurito incoercibile, che condiziona fortemente la qualità di vita e che rappresenta il primo motivo per il quale molti pazienti si recano dal dermatologo.

Nel trial in monoterapia JADE MONO 1, il punteggio della scala numerica del prurito di picco (PP-NRS) si è ridotta decisamente rispetto al placebo con entrambe le dosi a partire dal giorno 2 fino al giorno 15, risultato confermato in JADE COMPARE con un sollievo dal prurito di almeno 4 punti rispetto al basale già dopo 2 settimane nel 31,8% e 40,1% dei pazienti sottoposti al JAK inibitore (100 e 200 mg) vs il 13,8% con il placebo e il 28,4% con dupilumab.

La riduzione del prurito si è protratta nel lungo periodo, come riportato in JADE EXTEND, con una risposta alla settimana 16 che si è mantenuta elevata e costante fino alla settimana 96.

Profilo di sicurezza
Nel programma clinico JADE gli eventi avversi più frequenti sono stati nausea, che può essere contenuta assumendo il farmaco ai pasti, rinofaringiti e cefalea. L’acne è un effetto di classe dose-dipendente che tuttavia risponde bene alle terapie convenzionali.

La maggior parte degli effetti collaterali è stata di entità lieve e autolimitante e raramente ha portato all’interruzione del trattamento. Non sono state osservate relazioni dose-risposta per le infezioni gravi, come anche un eccesso di tali eventi con abrocitinib rispetto al placebo. Con il trattamento attivo è stato rilevato un aumento correlato alla dose nell’incidenza di infezioni da herpes zoster e simplex

«In conclusione, l’impiego di abrocitinib al giusto dosaggio nei pazienti idonei ha un profilo di tollerabilità gestibile e un profilo di sicurezza appropriato per l’uso a lungo termine nei pazienti con dermatite atopica da moderata a grave» ha concluso la relatrice.

Referenze

Napolitano M. Abrocitinib: efficacia e maneggevolezza nella gestione del paziente con dermatite atopica. 97° Congresso Nazionale SIDeMaST. Napoli 13-16 giugno 2023.

Bieber T et al. N Engl J Med. 2021 Mar 25;384(12):1101-1112. 
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Simpson EL et al. Lancet. 2020 Jul 25;396(10246):255-266.
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Shi VY et al. J Am Acad Dermatol. 2022 Aug;87(2):351-358. 
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