Simit forma i giovani infettivologi nella lotta all’HIV


Il progetto “SIMIT Next Generation Master Class in HIV” si rivolge a 30 giovani infettivologi coinvolti nella gestione dell’HIV provenienti da ogni area del Paese

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“SIMIT Next Generation Master Class in HIV” si rivolge a 30 giovani infettivologi coinvolti nella gestione dell’HIV provenienti da ogni area del Paese. Quattro moduli residenziali e quattro webinar, oltre ad un incontro finale, con relazioni dei principali esperti nazionali sul tema e l’ausilio di strumenti tecnologici all’avanguardia.

“Esiste ad oggi un gap generazionale relativamente alla gestione del paziente con HIV, accelerato dalla pandemia COVID-19, tale per cui i giovani medici che gestiscono i malati non conoscono la complessità della patologia e possono percepire il trattamento dell’infezione quanto mai semplificato” sottolinea il Prof. Claudio Mastroianni, Presidente SIMIT.

La Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali si impegna in un nuovo progetto di formazione sul tema dell’HIV. Obiettivo è quello di realizzare un progetto formativo in grado di trasmettere ai giovani medici l’esperienza pregressa e i dati più aggiornati relativi ad alcuni elementi fondamentali per la gestione e il successo a lungo termine della terapia.

È necessaria una formazione moderna e aggiornata, finalizzata a creare i presupposti per delle reti dinamiche in cui i giovani infettivologi siano preparati a collaborare anche con altri specialisti in un approccio multidisciplinare. Un metodo che avviene già in alcune iniziative di SIMIT con altre società scientifiche, come con la Società Italiana della Medicina di Emergenza-Urgenza, con cui è stato avviato un progetto per eseguire i test per HIV in Pronto Soccorso.

Il progetto “SIMIT Next Generation Master Class in HIV” https://simit-next-generation-master-class-in-hiv.it/ si rivolge a 30 giovani medici, identificati dalla società scientifica, specialisti in Malattie Infettive o coinvolti nella gestione dell’infezione da HIV, rappresentativi dei diversi centri italiani.

Consiste in un percorso formativo, con tecnologie multimediali che consentono una partecipazione interattiva che permette di fare domande e test di autovalutazione in anonimato. Il progetto, realizzato con il contributo non condizionante di Gilead Sciences, si sviluppa da maggio 2023 a marzo 2024 con quattro moduli residenziali di 6 ore formative e 3 tutor.

Si aggiungono poi quattro moduli webinar, della durata di 2 ore, e un evento residenziale conclusivo “Awards Meeting”, con presentazione dei principali topic emersi nelle diverse fasi e la consegna dell’attestato di partecipazione al corso. In occasione dei primi appuntamenti, i discenti hanno manifestato grande soddisfazione: le tecnologie all’avanguardia permettono anche di superare la timidezza che può emergere nei confronti frontali; la provenienza da diverse aree geografiche ha messo a confronto diverse esperienze; i relatori hanno offerto la massima qualità e la possibilità di analizzare temi meno facili da approfondire nella pratica clinica quotidiana, come il paziente pluritrattato, le resistenze ai farmaci, l’uso dei test di resistenza; infine, la possibilità di recuperare online slide e registrazioni permette di focalizzare meglio i concetti.

“Questa importante iniziativa ha l’obiettivo di educare, formare e addestrare giovani infettivologi nella gestione dell’infezione da HIV – sottolinea il Prof. Claudio Mastroianni, Presidente SIMIT – Abbiamo organizzato questo corso annuale con i principali esperti nazionali  sul tema al fine di dare precise indicazioni su gestione e trattamento dell’HIV, con risvolti teorici e pratici. Intendiamo offrire analisi relative a virologia, epidemiologia, gestione della farmaco-resistenza, comorbidità, nell’ottica di favorire un adeguato trattamento dei pazienti che vivono con infezione da HIV. SIMIT crede molto in questo tipo di progetti: obiettivo della nostra società scientifica è stare vicino ai giovani, contribuire alla loro formazione e prepararli ad ogni evenienza. Nel campo dell’HIV affrontiamo una sfida estremamente importante: l’infezione è ancora presente e minacciosa, e come tale deve essere considerata”.

L’esigenza di un’iniziativa del genere è divenuta urgente alla luce del gap generazionale venutosi a creare nella gestione del paziente con HIV, accelerato dalla pandemia COVID-19: i giovani medici devono acquisire tanto l’esperienza pregressa di decenni di lotta al virus, quanto i dati più aggiornati relativi ad alcuni elementi fondamentali per la gestione e il successo a lungo termine della terapia.

“La terapia antiretrovirale oggi per il paziente affetto da HIV è sostanzialmente cambiata – spiega il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT – Dobbiamo pensare a un trattamento personalizzato per ogni paziente e a una terapia che possa durare per decenni, perché questa è l’aspettativa di vita che oggi possiamo assicurare a chi contrae l’infezione. Si deve pertanto ragionare sui concetti di durability del trattamento e di intervento sui reservoir (serbatoi) dove l’infezione da HIV è ancora latente. I temi che affrontiamo rappresentano le più recenti acquisizioni in tema di terapia e management del paziente con infezione da HIV; in particolare, il progetto affronta i temi della resistenza ai farmaci antiretrovirali, la gestione delle comorbosità con particolare riguardo a quelle del sistema nervoso centrale e l’ottimizzazione della terapia alla luce dei dati di letteratura più recenti”.