Uso di aspirina in prevenzione aumenta il rischio anemia negli anziani


Rischio anemia nel paziente anziano con l’uso a lungo termine di aspirina in prevenzione primaria. Nuova analisi dello studio ASPREE

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L’uso dell’aspirina in prevenzione primaria è caduto in disgrazia a seguito di modifiche alle linee guida cliniche sollecitate dai risultati di più studi: ora, un’analisi di uno di questi studi (ASPREE), pubblicata online sugli “Annals of Internal Medicine”, indica che l’aspirina aumenta il rischio di anemia nei pazienti anziani.

Nello studio ASPREE, quasi un anziano senza malattie cardiovascolari (CV) su quattro ha sviluppato anemia entro 5 anni dall’inizio del trattamento con aspirina a basso dosaggio, un tasso significativamente superiore a quello osservato nei partecipanti trattati con placebo.

«Poiché l’aspirina è in genere un intervento a lungo termine, è probabile che l’anemia diventi progressivamente più frequente man mano che il trattamento continua e quindi indica la necessità di una misurazione regolare dei livelli di emoglobina tra i pazienti più anziani trattati con aspirina» scrivono Zoe McQuilten, della Monash University di Melbourne (Australia).

«L’effetto relativo dell’aspirina sull’anemia era coerente tra i sottogruppi e quindi l’effetto assoluto dovrebbe essere maggiore in quelli ad aumentato rischio di anemia» aggiungono.

I ricercatori sottolineano che, mentre l’aspirina è stata ampiamente utilizzata negli anziani, si prevede che ciò cambierà ora che ci sono linee guida aggiornate per la prevenzione primaria. Numerose organizzazioni, tra cui il la United States Preventive Services Task Force, l’American College of Cardiology/American Heart Association e la European Society of Cardiology prendono una posizione ferma con l’aspirina sulla base del trial ASPREE, nonché di ASCEND e ARRIVE».

«In generale, gli esperti dicono che l’aspirina dovrebbe essere usata con parsimonia nei pazienti senza malattie CV, dati i rischi di sanguinamento» aggiungono.

Dal sanguinamento alla perdita di ferro
L’anemia è relativamente comune negli anziani, secondo i ricercatori, che notano come circa il 30% delle persone di età pari o superiore a 75 anni sono anemiche (ovvero con concentrazioni di emoglobina nel sangue < 110 e 120 g/L per donne e uomini, rispettivamente). Nonostante sia più comune nei pazienti ospedalizzati, i dati suggeriscono che l’anemia sia presente in circa il 12% degli anziani nella comunità.

«Le cause più comuni di anemia negli anziani sono carenza di ferro, insufficienza renale, malattia cronica/anemia da infiammazione e altre carenze ematiniche» ricordano McQuilten e colleghi. «In circa un terzo dei casi, la causa non può essere identificata – questo è spesso indicato come anemia inspiegabile degli anziani».

«Sapevamo da altri studi, e dai risultati primari di ASPREE, che l’aspirina a basso dosaggio a lungo termine provoca sanguinamento clinicamente significativo, per esempio sanguinamento che richiede il ricovero in ospedale o una trasfusione di sangue» proseguono. «Tuttavia, pochi grandi studi avevano valutato l’effetto dell’aspirina sull’anemia o sui livelli di emoglobina e non era chiaro se l’aspirina contribuisse al rischio di anemia».

È importante sottolineare, osservano gli autori,  che l’anemia non è benigna ed è associata a deficit funzionali, morbilità e mortalità. Ad oggi, l’effetto dell’aspirina sul rischio di anemia non è ben noto, anche se l’aspirina può contribuire all’anemia attraverso la perdita di sangue, che si traduce in carenza di ferro.

Per indagare sulla problematica, i ricercatori hanno analizzato i dati dello studio ASPREE, che aveva incluso 19.114 adulti di età pari o superiore a 70 anni in Australia e negli Stati Uniti, randomizzati all’aspirina o al placebo. Le concentrazioni di emoglobina sono state misurate annualmente come parte dello studio, mentre i livelli di ferritina sono stati misurati al basale e 3 anni dopo la randomizzazione.

L’incidenza di anemia è stata di 51,2 e 42,9 eventi per 1.000 anni-persona rispettivamente nei bracci aspirina e placebo. La probabilità stimata di manifestare anemia entro 5 anni dal trattamento era del 23,5% nel gruppo aspirina e del 20,3% nel gruppo placebo.

Nel complesso, il trattamento con aspirina è stato associato a un rischio maggiore del 20% di anemia rispetto al placebo (HR 1,20; 95% CI 1,12-1,29). Il rischio era coerente tenendo dell’incidenza del cancro e dopo aggiustamento per varie caratteristiche associate al rischio di anemia, incluso il sanguinamento.

Le concentrazioni di emoglobina sono diminuite nel tempo sia nei pazienti trattati con aspirina che in quelli trattati con placebo, ma sono diminuite più bruscamente nel braccio di trattamento attivo. In un’analisi di sensibilità che ha tenuto conto del sanguinamento maggiore, l’effetto dell’aspirina sulla traiettoria discendente dell’emoglobina e sui livelli di ferritina è rimasto invariato.

«La censura di eventi emorragici clinicamente significativi in questa analisi indica che l’anemia è probabilmente correlata a sanguinamento di grado inferiore o occulto» scrivono McQuilten e colleghi.

«Tuttavia, una maggiore incidenza di sanguinamento clinico dovuto all’aspirina nei pazienti censurati aggiunge supporto all’ipotesi che l’aspirina promuova il sanguinamento negli anziani, sia palese che occulto. Mentre solo una minoranza di partecipanti ha probabilità di sperimentare sanguinamento maggiore, questo studio dimostra un aumento del rischio di anemia probabilmente dovuto a sanguinamenti di grado minore (compresa la perdita di sangue occulto) indotti dall’aspirina.

Dati non estrapolabili alla profilassi secondaria
I ricercatori affermano che, mentre l’uso di aspirina in prevenzione primaria diminuirà, «il suo uso a lungo termine continuerà in una frazione sostanziale della popolazione anziana in prevenzione secondaria».

McQuilten e colleghi sottolineano che ASPREE è stato condotto nel contesto della prevenzione primaria; quindi, i suoi risultati non possono essere estrapolati a pazienti con una storia di malattie cardiache, in cui l’aspirina a basso dosaggio è ancora supportata dalle linee guida.

«Tuttavia», consigliano, «i medici dovrebbero prendere in considerazione questo rischio di anemia e carenza di ferro quando monitorano pazienti che stanno assumendo aspirina a basso dosaggio a lungo termine per un’indicazione comprovata».

Fonte:
McQuilten ZK, Thao LTP, Pasricha SR, et al. Effect of Low-Dose Aspirin Versus Placebo on Incidence of Anemia in the Elderly : A Secondary Analysis of the Aspirin in Reducing Events in the Elderly Trial. Ann Intern Med. 2023 Jun 20. doi: 10.7326/M23-0675. [Epub ahead of print] leggi