Spondiloartrite assiale: conferme da BE MOBILE per bimekizumab


Nuovi dati provenienti dai trial clinici BE MOBILE 1 e BE MOBILE 2 confermano l’efficacia di bimekizumab per la spondiloartrite assiale

Spondiloartrite assiale: l'indice BASMI consente di ottenere una stima moderatamente accurata dell'attività di malattia e della risposta alla terapia

Nuovi dati provenienti dai trial clinici BE MOBILE 1 e BE MOBILE 2 (rispettivamente nella axSpA non radiografica e radiografica) (2),  presentati nel corso del Congresso annuale della British Society of Rheumatology (BSR2023), hanno documentato la capacità di bimekizumab, un anticorpo monoclonale umanizzato diretto contro le subunità A e F di IL-17, di migliorare i sintomi chiave e i segni di spondiloartrite assiale, nonché la funzione fisica e la qualità della vita rispetto al placebo, sia in pazienti naive ai farmaci anti-TNF che in quelli già trattati con questi farmaci (1,2).

Informazioni su bimekizumab
Bimekizumab è un inibitore sperimentale di IL-17A e IL-17F, attualmente oggetto di studi clinici nella spondiloartrite assiale (axSpA) e nell’artrite psoriasica (PsA), e che ha già ottenuto l’approvazione di EMA per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a grave.

Il pathway biochimico che vede coinvolta IL -17 rappresenta un bersaglio terapeutico ormai riconosciuto nella spondilite anchilosante (SA), grazie agli studi di efficacia effettuati con due antagonisti di IL-17 A (ixekizumab e secukinumab).

Studi in vitro, però, hanno anche suggerito che l’inibizione di IL-17A e di IL-17F, due citochine in grado entrambe di aumentare i processi infiammatori e presenti a livelli elevati nei pazienti con SA, potrebbe dar luogo a benefici anti-infiammatori più spiccati rispetto alla sola inibizione di IL-17A.

Gli studi BE MOBILE 1 e 2
Popolazione reclutata e disegno dei due studi
Lo studio BE MOBILE 1 è un trial clinico multicentrico di fase 3, randomizzato e controllato in doppio cieco vs. placebo, avente lo scopo di valutare l’efficacia e la sicurezza di bimekizumab vs. placebo nel trattamento di pazienti adulti con nr-axSpA attiva. I pazienti inclusi nello studio avevano un’età pari o superiore a 18 anni, un punteggio BASDAI e un punteggio relativo al dolore spinale pari o superiore a 4 in ambo i casi, presenza di sacroileite all’imaging a risonanza magnetica e/o livelli elevati di CRP allo screening.

Il trial era costituito da una fase in doppio cieco, controllata vs. placebo, della durata pari a 16 settimane e di una fase di mantenimento della durata pari a 36 settimane. Al basale, i pazienti sono stati randomizzati secondo uno schema 1:1 a trattamento con bimekizumab 160 mg sottocute o a placebo ogni 4 settimane (Q4W); a partire dalla 16esima settimana, invece, tutti i pazienti sono stati trattati con bimekizumab 160 mg ogni 4 settimane.

Lo studio BE MOBILE 2, invece, è un trial clinico multicentrico di fase 3, randomizzato e controllato in doppio cieco vs. placebo, disegnato per gruppi paralleli, che si è proposto di valutare l’efficacia e la sicurezza del farmaco nel trattamento dei pazienti adulti con SA attiva. I pazienti inclusi nello studio avevano un’età pari o superiore a 18 anni, soddisfacevano i criteri di New York ed erano affetti da SA attiva  (BASDAI ≥4, dolore spinale  ≥4) al basale.

Anche in questo caso il trial era costituito da una fase in doppio cieco, controllata vs. placebo, della durata pari a 16 settimane e di una fase di mantenimento della durata pari a 36 settimane. Al basale, i pazienti sono stati randomizzati secondo uno schema 2:1 a trattamento con bimekizumab 160 mg sottocute o a placebo ogni 4 settimane (Q4W); a partire dalla 16eisma settimana, invece, tutti i pazienti sono stati trattati con bimekizumab 160 mg ogni 4 settimane.

Entrambi i trial hanno valutato a 16 settimane gli endpoint primari e secondari di efficacia. Nell’analisi ad interim presentata al Congresso, sono stati mostrati i risultati relativi ad alcuni endpoint selezionati a 24 settimane (16 settimane per il punteggio ASQoL – The Ankylosing Spondylitis Quality of Life).

Risultati a 24 settimane
Un totale del 94,5% dei pazienti randomizzati con nr-axSpA (240/254) e del 94,3% dei pazienti randomizzati con AS (313/332) ha completato lo studio fino alla settimana 24.

I dati presentati al Congresso hanno mostrato miglioramenti nell’attività di malattia (risposta ASAS40, risposta BASDAI50) e nella funzione fisica (indici BASDAI e BASFI) rispetto a 16 settimane, coerenti in tutto lo spettro della malattia axSpA, sia nei pazienti TNFi-naïve sia in quelli che avevano mostrato una risposta inadeguata (IR) ai TNFi (TNFi-IR).

I dati alla settimana 24 hanno anche dimostrato che i pazienti che sono passati dal placebo al farmaco attivo alla settimana 16 hanno ottenuto la stessa entità di risposta del trattamento ininterrotto con il farmaco attivo a 24 settimane [52,4% vs 46,8% ASAS40 bimekizumab vs placebo-bimekizumab].

L’entità della risposta tra i pazienti già trattati con inibitori del TNF è risultata numericamente superiore a quella dei pazienti naïve al TNF. I numeri analizzati, tuttavia, sono ancora molto limitati e quanto osservato necessita di ulteriori approfondimenti.

Risultati a 16 settimane
L’analisi, in questo caso, ha riguardato i punteggi della qualità di vita. In questo caso, è stato riscontrato, in entrambi gli studi, un miglioramento di entità significativamente maggiore del punteggio ASQoL nei pazienti che assumevano bimekizumab rispetto a quelli che assumevano placebo, in termini di variazione media dal basale alla settimana 16 (P<0,001).

Nella nr-axSpA, la variazione media è stata di -5,2 per i pazienti che assumevano bimekizumab rispetto a -2,5 per quelli che assumevano placebo, mentre per i pazienti con SA la variazione media è stata di -5 per i pazienti che assumevano bimekizumab rispetto a -3,2 per quelli che assumevano placebo.

La percentuale di pazienti che ha mostrato una riduzione di quattro punti o più nel punteggio ASQoL – in pazienti con un punteggio basale ≥4 – è stata del 58,6% contro il 33,3% nei pazienti con nr-axSpA in trattamento con bimekizumab e placebo, rispettivamente. Nei pazienti con AS, le proporzioni erano rispettivamente del 57,5% e del 45%.

Riassumendo
I risultati sull’impiego di bimekizumab nelle axSpA sono stati considerati molto incoraggianti per questo gruppo di pazienti che va incontro, di solito, a diagnosi tardiva di malattia (8,5 anni) – situazione che, come è noto, può avere conseguenze gravi sugli outcome dei pazienti.

Tenendo presente che molti pazienti non rispondono ai farmaci anti-TNF o perdono la risposta al trattamento con questi farmaci, hanno aggiunto i ricercatori, si comprende come bimekizumab possa offrire una opportunità ulteriore di controllare la malattia in questi pazienti.

Il farmaco, messo a punto da UCB e attualmente in studio anche per il trattamento dell’artrite psoriasica, è stato approvato nel 2021 nell’area UE per il trattamento della psoriasi severa a placche in pazienti adulti candidati alla terapia sistemica.

Bibliografia
1) Gaffney K et al. Bimekizumab improves key symptoms, disease activity and function in patients across the full spectrum of axial spondyloarthritis up to week 24: results from two phase 3 studies. Poster P193. Presented as oral poster at the British Society for Rheumatology (BSR) April 26, 2023.
2) McKay N et al. Bimekizumab is associated with improvement in quality of life in patients across the full spectrum of axial spondyloarthritis at week 16: results from two phase 3 studies. Poster 194. Presented as oral poster at the British Society for Rheumatology (BSR) April 26, 2023.