La storia del Babà, una delle prelibatezze di Napoli


Il babà, il re della pasticceria napoletana è uno dei dolci più famosi nel mondo, difatti viene chiamato “Sua maestà”: ecco la sua storia

babà

Il babà, caratteristico dolce da forno, imbevuto tradizionalmente a Napoli nel rum, ha da sempre addolcito le domeniche delle famiglie napoletane.

La sua lievitazione lunga, la tecnica di preparazione e la sua inconfondibile forma a Cappello di chef lo rendono un dolce inconfondibile nella forma e nel gusto che si apprezza dal primo morso. La popolarità del babà è indiscussa, e le sue origini sono antichissime.

Il babà deriva da un dolce polacco il Babka Ponczowa; a cui i pasticceri francese gli hanno dato un’identità, migliorandolo, chiamandolo Baba e successivamente a Napoli venne trasformato in Babà! Nel 1700 il re di Polonia Stanislao Leszczynski, nobile molto raffinato,e colto che amava e promuoveva l’arte culinaria, era anche un sofisticato “gourmet” e gli venne attribuita la paternità del babà. Il nome di questo dolce deriva dai racconti delle Mille e una notte, Alì Babà e i quaranta ladroni che si racconta il re apprezzasse molto.

Si narra, che il re polacco che ormai non aveva i denti, stanco di mangiare sempre lo stesso dolce secco, un giorno scagliò quest’ultimo verso la credenza dove si ruppe una bottiglia di liquore che inzuppò il dolce. Il re dopo questo incidente fortunato lo assaggiò e lo trovò squisito.

Successivamente in Francia, giunse l’allora famoso pasticcere Nicolas Stohrer in occasione del matrimonio della figlia del re polacco Maria Leszczynski con il re di Francia Luigi XI. In quella occasione, venne creato il nostro famoso Babà donandogli la forma a fungo che bene conosciamo.

Ma la sua vera anima venne identificata poco più avanti. Nel XIX secolo il maestro Brillant-Savarin inventò un liquore che ben si accompagnava alle macedonie di frutta e di questa magnifica novità i fratelli Julien decisero di combinare un dolce matrimonio, abbinando il liquore al Babà chiamandolo Babà Savarin.

A Napoli nel 1836 il cuoco Angeletti scrisse un libro di ricette e descrisse il Babà con uvetta e zafferano, ingredienti che abbiamo perso negli anni per dare spazio ad una pasticceria più popolare e commerciale, arricchendolo con creme, gelati, panna e frutta ma esaltandolo senza privarlo della sua identità e senza mai deludere anche i palati più esigenti.