Fibrillazione atriale: ecco come empagliflozin riduce il rischio


Pubblicata una analisi post hoc dello studio EMPA-Hemodynamics: così empagliflozin riduce il rischio di fibrillazione atriale

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Un’analisi post hoc dello studio EMPA-Hemodynamics, pubblicato su “Circulation: Cardiovascular Imaging”, ha valutato, in una piccola coorte di pazienti con diabete di tipo 2, il meccanismo sottostante che spiega l’effetto di empagliflozin sul rischio di fibrillazione atriale (AF)/flutter atriale.

«Alterazioni funzionali nell’atrio sinistro (LA), in particolare i cambiamenti nello strain (deformazione fasica) atriale sinistro (LAS), sono state considerate predittive di insorgenza e recidiva di AF, ma finora era rimasto inesplorato se gli inibitori SGLT2 avessero un impatto sul LAS» scrivono i ricercatori, guidati da Kirsten Thiele, del Dipartimento di Medicina Interna dell’Ospedale Universitario di Aquisgrana (Germania).

«Pertanto», proseguono, «in questa sottoanalisi dello studio EMPA-Hemodynamics – prospettico, controllato con placebo, randomizzato, esplorativo – abbiamo esaminato l’effetto di empagliflozin sul LAS in pazienti con diabete di tipo 2».

L’analisi post hoc ha incluso 44 partecipanti senza AF o flutter atriale assegnati in modo casuale a empagliflozin 10 mg o placebo per 3 mesi.

Funzioni cardiache valutate mediante ecocardiografia transtoracica
Per misurare la frazione di eiezione ventricolare sinistra e i parametri della funzione diastolica è stata utilizzata l’ecocardiografia transtoracica e lo strain LA è stato valutato separatamente per le tre fasi del ciclo: serbatoio (reservoir), condotto (conduit) e contrazione (contraction).

I ricercatori non hanno riportato alcun effetto di empagliflozin sui parametri emodinamici o sulla frazione di eiezione; tuttavia, il rapporto E/e (stima non invasiva della pressione di riempimento atriale sinistra) è apparso significativamente migliorato dopo un giorno di trattamento con mantenimento del miglioramento fino alla fine dello studio rispetto al placebo (P = 0,38).

Inoltre, empagliflozin è stato associato a un miglioramento della funzione di LA dopo 3 mesi, come valutato da un aumento medio dal 26,4% al 29% nel reservoir dello strain LA (P = 0,011) e un aumento medio dal 10,9% al 12,5% dei valori della fase di contrazione dello strain LA (P = 0,008) rispetto al placebo.

Rimodellamento delle camere cardiache sinistre
«La nostra analisi esplorativa può offrire un potenziale meccanismo per spiegare i dati di diversi studi e di una meta-analisi, suggerendo che gli inibitori SGLT2 riducono l’incidenza e la recidiva di AF/flutter atriale in pazienti con e senza diabete» scrivono i ricercatori.

«Nel loro insieme, i nostri dati supportano che il trattamento con empagliflozin di pazienti con diabete di tipo 2 promuove importanti cambiamenti strutturali nel cuore che portano al rimodellamento atriale sinistro e ventricolare sinistro evidenziato da un significativo miglioramento dello strain atriale sinistro».

I messaggi chiave

  • Empagliflozin ha conferito miglioramenti nei parametri della funzione atriale sinistra rispetto al placebo in pazienti con diabete di tipo 2.
  • Questi miglioramenti possono ridurre il rischio di fibrillazione atriale.
  • I benefici antiaritmici di empagliflozin nei pazienti con e senza diabete possono essere spiegati dalla capacità dell’inibitore SGLT2 di migliorare il reservoir dello strain atriale sinistro e i valori della fase di contrazione.

Fonte:
Thiele K, Rau M, Grebe J, et al. Empagliflozin Improves Left Atrial Strain in Patients With Type 2 Diabetes: Data From a Randomized, Placebo-Controlled Study. Circ Cardiovasc Imaging. 2023;16:e015176. doi: 10.1161/CIRCIMAGING.122.015176. leggi