Epatite correlata all’alcol: profilassi antibiotica non riduce la mortalità


Epatite correlata all’alcol: la profilassi antibiotica con amoxicillina-clavulanato in aggiunta alla terapia steroidea con prednisolone non ha migliorato la sopravvivenza

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Nei pazienti ospedalizzati con grave epatite correlata all’alcol la profilassi antibiotica con amoxicillina-clavulanato in aggiunta alla terapia steroidea con prednisolone non ha migliorato la sopravvivenza a 2 mesi rispetto al solo steroide, secondo quanto rilevato da uno studio pubblicato sul Journal of American Medical Association (JAMA).

«I pazienti con grave epatite correlata all’alcol sono a maggior rischio di infezione batterica e fungina» hanno scritto il primo autore Alexandre Louvet e colleghi dell’Università di Lille, in Francia. «Circa il 25-30% di questi sviluppa un’infezione durante il trattamento con corticosteroidi, che comporta tassi più elevati di esiti avversi come la sindrome epatorenale e il peggioramento dell’insufficienza epatica».

Per stabilire se la profilassi antibiotica combinata con lo steroide prednisolone è in grado di migliorare la mortalità nei pazienti ospedalizzati con grave epatite correlata all’alcol confermata da biopsia, i ricercatori hanno arruolato 292 adulti (età media 52,8 anni, 27,4% donne) da 25 centri in Francia e Belgio nello studio AntibioCor.

Tutti i partecipanti hanno ricevuto 40 mg al giorno di prednisolone per via orale per 30 giorni e sono stati quindi randomizzati a ricevere amoxicillina-clavulanato (1 g/125 mg) tre volte al giorno (n = 145) o placebo (n = 147) in aggiunta allo steroide e sono stati monitorati per 180 giorni.

L’outcome primario era la mortalità per tutte le cause a 60 giorni e i secondari includevano mortalità per tutte le cause a 90 e 180 giorni, incidenza di infezione o sindrome epatorenale oltre alla percentuale di pazienti con punteggio MELD (Mayo End stage Liver Disease, per valutare il grado di insufficienza epatica) inferiore a 17 a 60 giorni e alla percentuale di pazienti con punteggio Lille inferiore a 0,45 a 7 giorni (modello di rischio che stratifica i pazienti in trattamento con steroidi per l’epatite alcolica per 7 giorni, per prevedere quali non miglioreranno e dovrebbero essere presi in considerazione per altre strategie di gestione).

Nessun miglioramento nella sopravvivenza rispetto al placebo
Tra i 284 partecipanti inclusi nell’analisi non è stata osservata nessuna differenza significativa nella mortalità per tutte le cause a 60 giorni nel gruppo antibiotico rispetto al gruppo placebo (17% vs. 21%, HR = 0,77, P =0,33), anche se l’incidenza di infezioni è stata significativamente più alta (P=0,02) nei pazienti sottoposti al placebo (41,5%) rispetto a quelli del gruppo antibiotico (29,7%).

Sono stati segnalati 230 eventi avversi gravi in 68 pazienti nel gruppo antibiotico e 77 pazienti nel gruppo placebo a 60 giorni, i più comuni dei quali erano insufficienza epatica, infezioni e disturbi gastrointestinali.

I ricercatori non hanno osservato differenze significative tra i pazienti trattati con antibiotici rispetto al placebo nella mortalità a 90 giorni (21% rispetto a 26,3%) e a 180 giorni (31,3% rispetto a 34,4%), nell’incidenza della sindrome epatorenale (7,7% rispetto a 8,5%) e punteggio MELD inferiore a 17 (48% vs. 55%) al giorno 60, o punteggio Lille inferiore a 0,45 (56,7% vs. 55,1%) al follow-up di 7 giorni.

«Nei pazienti ospedalizzati con grave epatite correlata all’alcol, la somministrazione di amoxicillina-clavulanato in combinazione con prednisolone non ha migliorato la sopravvivenza a 2 mesi rispetto al solo steroide» hanno concluso. «Pertanto questi risultati non supportano la profilassi antibiotica per migliorare la sopravvivenza nei pazienti ricoverati con grave epatite correlata all’alcol».

Uno studio comunque utile nonostante i risultati negativi
In un editoriale di accompagnamento, Ewan Forrest dell’Università di Glasgow in Scozia e William Bernal dell’Università di Londra, hanno affermato che lo studio ha comunque chiarito due questioni nonostante i risultati negativi.

Il primo è il ruolo della sepsi, in quanto la scoperta che gli antibiotici hanno ridotto significativamente l’incidenza di infezioni senza migliorare la funzionalità epatica o prevenire le complicanze dell’insufficienza epatica è coerente con l’ipotesi che la sepsi sia una conseguenza di una grave epatite correlata all’alcol e/o del suo trattamento, piuttosto che la causa del peggioramento della funzionalità epatica, hanno scritto.

In secondo luogo lo studio ha chiarito il significato dell’infezione al basale trattata prima della terapia con corticosteroidi. «C’era un suggerimento di un ruolo per gli antibiotici nei pazienti con infezione al basale che vengono successivamente trattati con corticosteroidi» hanno fatto presente. «Infatti, in un’analisi su un sottogruppo di pazienti con infezione prima della randomizzazione, anche se non significativa, ha mostrato una sopravvivenza a 2 mesi più elevata nei soggetti trattati con amoxicillina-clavulanato (83,9% vs 65,0%, HR 0,40)».

Referenze

Louvet A et al. Effect of Prophylactic Antibiotics on Mortality in Severe Alcohol-Related Hepatitis: A Randomized Clinical Trial. JAMA. 2023 May 9;329(18):1558-1566. 

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