Accadde oggi: nell’agosto 1944 la strage nazista di Sant’Anna di Stazzema


Mattarella: “A Sant’Anna di Stazzema il fondo dell’abisso”. Era il 12 agosto del ’44 quando nazisti e fascisti uccisero barbaramente 560 persone

Settantacinquesimo anniversario dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema: in quel terribile 12 agosto 1944 furono massacrate 560 persone inermi. Mattarella: "Non dimenticare quanto accaduto"

Il 12 agosto del 1944 le SS, con la complicità dei fascisti, uccisero 560 civili nella frazione di Sant’Anna di Stazzema, in provincia di Lucca. I tedeschi prima dichiararono la zona ‘sicura’ per i civili, pronta ad accogliere gli sfollati, poi massacrarono barbaramente la popolazione. Non fu rappresaglia: si trattò di un atto terroristico messo in atto per annientare la popolazione, con l’obiettivo anche di interrompere le comunicazioni con i partigiani di zona.

LA COMMEMORAZIONE DEL PRESIDENTE MATTARELLA

Sant’Anna di Stazzema è uno dei luoghi simbolo della tragedia della Seconda Guerra Mondiale in cui affondano le radici più profonde dei valori della Costituzione repubblicana. Un luogo di memoria, di dolore immenso, insensato e ingiustificabile, divenuto emblema di riscatto civile, di ribellione alla violenza più feroce e disumana, di solidarietà, di ricostruzione morale e sociale. È un dovere per la nostra comunità ricordare quanto avvenne settantanove anni or sono a Sant’Anna e nelle altre frazioni di Stazzema, quando militari nazisti delle SS, sostenuti da fascisti locali, misero in atto una delle stragi più efferate del conflitto“. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

sant'anna di stazzema

“Fu un massacro di vite innocenti. Donne, anziani, bambini – ben oltre cinquecento – vennero uccisi senza pietà. Tanti i corpi bruciati e resi irriconoscibili. L’Europa toccò il fondo dell’abisso. Neppure l’infamia della rappresaglia poteva giustificare lo sterminio, la strategia dell’annientamento. Da quegli abissi sono ripartiti il cammino del popolo italiano e del Continente europeo e spetta a ciascuno custodire e consegnare il testimone della memoria alle generazioni più giovani perché possano essere consapevoli protagoniste di un futuro responsabile in cui non siano più messi a rischio i valori della persona umana”, conclude il Capo dello Stato.