Incendi in Australia e desertificazione: i koala rimangono le vittime principali


In Australia un anno dopo gli incendi 49 specie hanno perso l'80% del loro habitat secondo un primo studio del governo australiano

Gli incendi avvenuti in Australia a cavallo tra 2019 e 2020 sono solo uno dei tanti disastri ambientali che hanno colpito il pianeta e che ancora oggi hanno delle gravi ripercussioni sull’ambiente. Anche per il 2023 infatti (a distanza di quasi 4 anni), molte saranno le campagne di prevenzione, di recupero e difesa ambientale pianificate dalle autorità statali e federali australiane, insieme alle organizzazioni di volontariato locale e le organizzazioni non governative come ad esempio il WWF. Uno dei focus principali di queste attività continuerà ad essere senza dubbio la tutela e salvaguardia dei Koala, già da anni in via di estinzione e che rappresentano le vittime principali di incendi e relativa desertificazione in Australia.

Sebbene il fenomeno degli incendi durante le stagioni estive non sia proprio una novità, quello del 2019 – denominato “Black Summer” – è stato uno dei più devastanti di sempre, anticipando questa minaccia già dai primi giorni di luglio a causa delle temperature troppo calde e clima estremamente secco. La desertificazione e l’innalzamento delle temperature rimangono i principali responsabili di questo problema. Solo per dare una visione di insieme, ogni anno nel territorio australiano vengono persi una media di circa il 2% delle foreste. Durante il Black Summer invece, sono stati colpiti dalle fiamme almeno 19 milioni di ettari di foreste.

In sintesi, un danno inestimabile per flora e fauna locale in un contesto – quello australiano – che vanta un’eccezionale biodiversità, dato che la maggior parte degli animali presenti è unica al mondo e del tutto introvabile altrove. Questo continente ospita infatti trecentottanta specie di mammiferi, più di ottocento tipi di uccelli, quattromila categorie di pesci, trecento varietà di lucertole, due specie di coccodrilli e cinquanta tipi di mammiferi marini. Secondo un recente studio realizzato da diverse istituzioni (e commissionato dal WWF), il numero di animali coinvolti – o che ha subito gravi conseguenze dagli incendi del Black Summer – traccia un quadro allarmante. Si stima che i roghi abbiano ucciso o costretto alla fuga da 1 a 3 miliardi di animali. Nello specifico, il Koala rappresenta una delle specie animali più colpite, con un elevato rischio di estinzione entro il 2050. Basti pensare che in 6 località della costa settentrionale dell’Australia, il numero di Koala è diminuito del 72%.

CHE AZIONI METTE IN ATTO IL WWF PER PROTEGGERE I KOALA:

Come anticipato, le due principali minacce per il koala sono oggi rappresentate dal cambiamento climatico e dalla desertificazione. Nel primo caso, l’innalzamento medio delle temperature aumenta la frequenza e l’intensità dei fenomeni di siccità, co-responsabili di incendi più lunghi e devastanti di quanto accadeva in passato. La desertificazione dei territori invece (anche come causa-effetto del primo problema), non garantisce ai koala un habitat ideale dove vivere, trovare acqua e nutrimento. Il Koala infatti è un marsupiale arboricolo (attivo soprattutto di notte), conduce una vita sedentaria e passa la maggior parte della sua vita sugli alberi. È strettamente legato alle foreste dove c’è una forte prevalenza di eucalipto, all’incirca la sua unica fonte di alimentazione. Ciò rappresenta un’importante minaccia in caso di incendio: la velocità di propagazione dei roghi e la vastità delle aree colpite (tipo “a macchia di leopardo”) si scontra con le difficoltà di adattamento, di spostamento e di riproduzione dei koala.

Il WWF ha agito immediatamente dopo i disastrosi incendi del 2019-2020 per supportare le popolazioni di Koala e di numerose altre specie colpite dal disastro. Attraverso la campagna Regenerate Australia si è preposta l’obiettivo di riportare i Koala nell’Australia orientale (parte più colpita dai roghi 2019-20) e di dare loro la possibilità di superare le minacce che mettono a rischio la sopravvivenza della specie. L’intervento del WWF si è altresì focalizzato sulla costruzione di nuove cliniche veterinarie che possano curare gli animali selvatici feriti nelle aree più a rischio, oltre a progettare un’unità veterinaria mobile in grado di spostarsi nei territori in emergenza. Parallelamente a ciò, il WWF sta lavorando attivamente per il ripristino dell’habitat dei Koala ed il recupero delle foreste colpite attraverso azioni di semina da droni e piani di rimboschimento. In questo modo è possibile ricostituire una rete di “corridoi ecologici” per la fauna selvatica lungo la costa orientale, consentendo allo stesso tempo ai Koala di muoversi anche attraverso paesaggi e habitat frammentati. Alcuni traguardi sono stati raggiunti, ma molto c’è ancora da fare. Per qualsiasi altra informazione, oppure se sei interessato a capire come potresti aiutare il WWF e dare sostegno ai suoi progetti per la salvaguardia dei Koala, ti rimandiamo alla loro pagina ufficiale su come adottare un Koala.

QUALCHE CURIOSITÀ SUI KOALA

Il Koala è un simpatico animaletto senza coda, con grandi orecchie morbide, naso a forma di cucchiaio ed occhietti svegli ed intelligenti. Il Phascolarctos cinereus (suo nome specifico) è inconfondibile ed uno degli animali più iconici al mondo, oltre ad essere – come abbiamo visto sopra – purtroppo anche uno dei più fragili. Il Koala vive solo in Australia e si concentra nelle regioni orientali e sud-orientali del continente, conducendo una vita sedentaria e molto legata alla notte, periodo dove è molto attivo. Questo amabile marsupiale è strettamente legato alle foreste locali dove trova l’eucalipto, praticamente la sua unica fonte di alimentazione. Va detto che la sua dieta è altamente specializzata, in quanto si nutre di solo alcune specie di eucalipto (circa 50 sulle oltre 800 specie presenti in Australia) e beve molto di rado perché trae i liquidi di cui necessita direttamente dalle foglie. Questo sottolinea ancor di più la sua fragilità in condizioni di emergenza. Una curiosità che pochi conoscono: i Koala sono uno dei pochissimi mammiferi ad avere le impronte digitali. Oltre ad avere mani e piedi provvisti di dita opponibili, nelle loro zampe si possono osservare le tipiche creste presenti anche sui polpastrelli di scimmie ed esseri umani.