Una singola dose di rifapentina può prevenire l’incidenza della lebbra


Una singola dose di rifapentina ha ridotto l’incidenza della lebbra tra i contatti familiari dei pazienti in misura significativamente superiore rispetto a rifampicina

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Una singola dose di rifapentina ha ridotto l’incidenza della lebbra tra i contatti familiari dei pazienti affetti dalla malattia in misura significativamente superiore rispetto a rifampicina, secondo i risultati di studio randomizzato condotto in Cina e pubblicato sul New England Journal of Medicine (NEJM).

La lebbra è causata dal batterio Mycobacterium leprae e i pazienti non trattati con lebbra di tipo multibacillare sono generalmente considerati la principale fonte di trasmissione. Uno studio ha stimato che il rischio di trasmissione per i contatti domestici è 1.300 volte superiore rispetto alla popolazione generale.

Il trattamento profilattico dei contatti può eliminare le infezioni prima che si sviluppino i sintomi, che includono lesioni cutanee e coinvolgimento dei nervi periferici e che, secondo l’Oms, possono verificarsi entro un anno ma a volte decenni dopo l’infezione. Conosciuta anche come malattia di Hansen, la malattia infettiva cronica è persistita nonostante il trattamento multifarmaco con dapsone, rifampicina e clofazimina, con circa 200mila nuovi casi ogni anno a livello globale.

Il trattamento con sola rifampicina, l’agente con il maggior potere battericida nel regime multifarmaco, dal 2018 è stato raccomandato dall’Oms per la prevenzione nei contatti domestici, ma l’approvazione è stata accolta con alcune riserve per questioni di privacy e paura della resistenza ai farmaci, considerato l’impiego della rifampicina nel trattamento della tubercolosi,

La rifapentina è un antibiotico utilizzato per il trattamento della tubercolosi. Appartiene alla classe dei rifamicinici a lunga durata d’azione e viene assunto una volta alla settimana come parte di una terapia combinata per il trattamento della malattia attiva o per prevenire la progressione dell’infezione dalla fase latente.

Studi precedenti studi hanno suggerito che una singola dose di rifapentina ha effetti protettivi contro la lebbra in caso di stretti contatti con i malati. Ha dimostrato di avere una maggiore attività battericida rispetto alla rifampicina nei modelli murini di lebbra, ma non vi sono dati sulla sua efficacia nella prevenzione della malattia, hanno premesso gli autori.

Studio in aperto, randomizzato in cluster 
Lo studio è stato condotto in quattro province nel sud-ovest della Cina e comprendeva 207 cluster (contee o distretti con almeno due contatti familiari di casi indice) assegnati a uno di tre gruppi:

  • Rifapentina: 68 cluster con 809 pazienti indice e 2.331 contatti familiari
  • Rifampicina: 71 cluster con 969 pazienti e 2.760 contatti
  • Controllo: 68 cluster con 827 pazienti e 2.359 contatti

I dosaggi di rifapentina e rifampicina erano di 600 mg per età superiori ai 15 anni o 450 mg tra i 10 e i 14 anni. I contatti avevano un’età media di 33 anni e la maggior parte erano parenti di primo grado di un malato di lebbra. Per i pazienti indice, la stragrande maggioranza ha avuto nuovi casi (98%) di lebbra di tipo multibacillare (82-90%).

L’endpoint primario era l’incidenza cumulativa della lebbra tra i contatti familiari dopo 4 anni nella popolazione intent-to-treat, dove un contatto era definito come chiunque vivesse nella stessa casa di un paziente indice per un totale di almeno 6 mesi, in qualsiasi momento da 6 anni prima della diagnosi o 1 mese dopo l’inizio della terapia multifarmaco.

Durante i 4 anni di studio, tra i contatti sono stati segnalati 24 casi di lebbra, due nel gruppo rifapentina, nove nel gruppo rifampicina e 13 tra i controlli che non hanno subito alcun intervento.

Gli endpoint esiti secondari includevano l’incidenza cumulativa della lebbra tra i contatti familiari a 2 anni, dove non sono state osservate differenze significative tra i gruppi.

Con rifapentina rischio dell’84% inferiore di sviluppare la malattia
In un’analisi intent-to-treat, l’incidenza cumulativa della lebbra tra 7.450 contatti familiari è stata dello 0,09% con una dose orale di rifapentina in 4 anni di follow-up, rispetto allo 0,33% con una singola dose di rifampicina e allo 0,55% senza alcun intervento.

Questa differenza rispetto ai controlli si è tradotta in un rischio inferiore dell’84% (rapporto di incidenza cumulativo 0,16, P=0,02), hanno scritto il primo autore Le Wang e colleghi del National Center for Leprosy Control presso il Chinese Center for Disease Control and Prevention di Pechino.

Non sono state osservate differenze significative nell’incidenza cumulativa tra i gruppi rifampicina e i controlli, anche se un’analisi per protocollo ha suggerito un effetto, e i ricercatori hanno affermato che entrambi gli agenti antimicobatterici sono stati presi in considerazione nel programma cinese di eradicazione della lebbra.

Non sono stati osservati eventi avversi gravi in nessuno dei gruppi.

I ricercatori hanno fatto presente che i risultati avevano dei limiti, tra i quali il fatto che potrebbero non essere generalizzabili ad aree con alti livelli endemici di lebbra.

Un potenziale punto di svolta per il controllo della lebbra
David Scollard, ex direttore dei National Hansen’s Disease Programs a Baton Rouge, in Louisiana, ha definito la capacità della rifapentina di fornire protezione ai contatti stretti “un potenziale punto di svolta” per il controllo della lebbra.

In un editoriale di accompagnamento ha osservato che l’Oms ha formulato la raccomandazione per la profilassi post-esposizione con rifampicina sulla base dei risultati di uno studio randomizzato del Bangladesh, che ha mostrato una riduzione del 57% dell’incidenza della lebbra in 2 anni, anche se i contatti familiari, il gruppo a maggior rischio, hanno ottenuto il minor beneficio, e dopo 2 anni non c’era differenza nei nuovi casi di lebbra tra i gruppi rifampicina e placebo.

In quello studio, con rifapentina la durata dell’effetto è raddoppiata rispetto a rifampicina, e il trial attuale è stato condotto in una regione con bassi livelli endemici di M. leprae, dove un efficace regime profilattico è auspicabile a livello globale, ha affermato.

«L’identificazione dei contatti sociali e l’offerta di rifapentina per la profilassi post-esposizione potrebbe determinare empiricamente se questo agente fornisce una protezione di maggior durata rispetto alla rifampicina tra i contatti sociali» ha osservato. «Tuttavia è auspicabile un approccio selettivo alla profilassi post-esposizione, in quanto avvisare i contatti sociali e i vicini di un paziente con lebbra suscita preoccupazioni in termini di riservatezza, stigma e discriminazione».

Referenze

Wang L et al. Single-Dose Rifapentine in Household Contacts of Patients with Leprosy. N Engl J Med 2023; 388:1843-1852.

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