Spondilite anchilosante troppo spesso scambiata per mal di schiena


La spondilite anchilosante è una malattia reumatologica poco conosciuta che colpisce giovani adulti e che spesso viene scambiata per un banale mal di schiena

Nei pazienti con spondilite anchilosante, il trattamento con tofacitinib induce un miglioramento più tempestivo e consistente della fatigue

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il mal di schiena è la prima causa di disabilità nei giovani adulti e di assenza dal lavoro. 1 Colpisce 1 italiano su 2 2 e più dell’80% delle persone ne soffrirà almeno una volta nel corso della vita. In molti casi il dolore è di tipo meccanico, uno strappo o una lesione muscolare, ma per circa 1 persona su 5 – soprattutto giovani tra i 20 e i 30 anni – si tratta di un mal di schiena cronico che potrebbe essere la spia di una malattia reumatica come la spondilite anchilosante. 3 Un test online aiuta a svelarne le cause.

Spiega il prof. Francesco Ciccia, Ordinario di Reumatologia presso l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli: “Il mal di schiena è una patologia molto comune, ma quando il dolore perdura per oltre tre mesi, allora si parla di mal di schiena cronico. I dolori lombosacrali, tipicamente notturni e presenti a riposo o al risveglio e che si attenuano con il movimento, sono campanelli di allarme che necessitano di una valutazione specialistica reumatologica.

Una diagnosi precoce è infatti fondamentale per un adeguato trattamento che impedisca l’instaurarsi di gravi danni articolari ad alto impatto invalidante. Il mal di schiena non è una diagnosi, è un sintomo che va prontamente diagnosticato e trattato.”

Molti giovani però lasciano passare troppo tempo prima di richiedere un consulto medico, soprattutto per la mancanza di informazioni e la sottovalutazione dei sintomi. Il risultato è che si arriva troppo tardi dallo specialista giusto, il reumatologo. In alcuni casi possono volerci anche dieci anni 4 affinché la causa del mal di schiena infiammatorio venga diagnosticata correttamente.

“Un ritardo pericoloso – afferma il prof. Ciccia – perché, nel tempo, le condizioni che provocano il mal di schiena infiammatorio possono limitare i movimenti e, nei casi più gravi, causare la fusione delle ossa della colonna vertebrale, trasformandosi in una forma di spondiloartrite come la spondilite anchilosante, una malattia che colpisce in giovane età, dopo i 20 anni, e determina un progressivo irrigidimento della colonna vertebrale che può causare forti dolori, mobilità ridotta e danni strutturali a lungo termine. Fondamentale una maggiore informazione tra i giovani adulti per non sottovalutare i sintomi di una possibile malattia reumatica cronica.”

La spondilite anchilosante è associata ad una disabilità paragonabile a quella dell’artrite reumatoide e costituisce un onere importante per l’assistenza sanitaria, non solo per l’evidente impatto clinico, epidemiologico e sociale ma anche per l’elevato carico di malattia legato ai costi, diretti e indiretti, generati dalla gestione della patologia stessa. Si calcola che la persona con spondilite anchilosante necessiti di 2-4 visite specialistiche al mese e che i costi diretti per visite ed esami possano arrivare fino a 389 euro al mese per paziente. Inoltre, la perdita di produttività media associabile alla malattia può arrivare fino a 8 giornate perse al mese con costi indiretti a carico del paziente che possono superare gli 8mila euro l’anno.  Il risultato è che 1 persona su 3 con spondilite anchilosante è costretta a lasciare il lavoro a causa del suo stato di salute.

Il sito web Non Voltargli La Schiena (www.nonvoltarglilaschiena.it) di AbbVie fornisce informazioni dettagliate sui differenti tipi e sulle cause del mal di schiena. Chi soffre di mal di schiena per più di 3 mesi è invitato a fare un breve test online – validato dagli esperti – per verificare i sintomi, apprendere di più sulle possibili cause e approfondire l’argomento parlandone con il proprio medico.

Come dichiara il Direttore Medico di AbbVie, Annalisa Iezzi: “AbbVie è impegnata da anni nel cercare soluzioni innovative per avere un impatto significativo sulla vita dei pazienti. Non solo nella ricerca e sviluppo di opzioni terapeutiche innovative per le persone che convivono con malattie reumatologiche come la spondilite anchilosante, ma anche nei programmi di supporto come la campagna ‘Non Voltargli La Schiena’ che si propone di favorire una corretta informazione e ridurre il tempo di diagnosi per tutte quelle persone che soffrono di mal di schiena infiammatorio e non ne sono ancora consapevoli, accelerando il percorso verso una migliore qualità di vita, senza dolore.”

La campagna Non Voltargli La Schiena (Don’t Turn Your Back On It) è un’iniziativa internazionale sviluppata da AbbVie in stretta collaborazione con associazioni di pazienti e specialisti da tutta Europa. In Italia, la campagna è condotta in collaborazione con l’Associazione Nazionale Malati Reumatici ANMAR Onlus.

Silvia Tonolo, Presidente Anmar: “La spondilite anchilosante colpisce soprattutto i giovani adulti nel pieno della loro attività lavorativa e sociale. Ragazzi che dovranno convivere con la malattia per tutta la vita. Il problema vero è il ritardo diagnostico – e conseguentemente terapeutico – inaccettabile che complica la gestione di una malattia così invalidante. Campagne di sensibilizzazione come Non Voltargli la Schiena sono fondamentali per informare le persone su quali siano i sintomi e i dolori riconducibili al mal di schiena cronico di natura infiammatoria.

Sono altrettanto importanti le figure del medico di medicina generale che, in presenza di tali sintomi, può inviare il paziente direttamente dallo specialista reumatologo, e del farmacista dei servizi, che può intercettare i pazienti nelle fasi più precoci e consigliare di consultare il reumatologo in caso di mal di schiena che dura da diversi mesi, evitandogli così un’odissea diagnostica tra diversi specialisti prima di arrivare a quello giusto.”

Un ritardo diagnostico e terapeutico che può comportare un profondo impatto sulla qualità di vita, come nel caso del poeta e filosofo Giacomo Leopardi che, come ha ipotizzato uno studio italiano sulla base della sintomatologia da lui stesso descritta nella sua corrispondenza, poteva essere affetto da spondilite anchilosante giovanile, probabilmente la vera causa che ha influenzato i suoi tratti caratteriali fino al “pessimismo cosmico”.