Omicidio Kristina Gallo: condannato l’ex fidanzato Giuseppe Cappello


Kristina Gallo fu uccisa a 27 anni nel marzo del 2019: la sua morte, inizialmente scambiata per naturale, era stata in realtà un omicidio. Ora è arrivata la condanna per l’ex fidanzato Giuseppe Cappello

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ll’inizio era parsa una morte naturale, ma poi, dopo tre anni di indagini, per la morte di Kristina Gallo era stato arrestato l’ex fidanzato. Ex che ora è stato condannato in primo grado a 30 anni. Kristina Gallo aveva 27 anni ed era trovata morta in casa a Bologna il 26 marzo 2019. L’uomo condannato è Giuseppe Cappello, 45 anni, che oggi è stato condannato in rito abbreviato per omicidio volontario aggravato da stalking. Sotto le unghie vennero trovate tracce del Dna dell’allora fidanzato e anche la posizione in cui era stato trovato il cadavere, dopo una serie di perizie, venne giudicato in contrasto con l’ipotesi della morte naturale. Stando a quanto emerso per opera dei periti, la donna sarebbe stata strozzata dopo una colluttazione. Cappello era stato arrestato nel luglio 2022.

A condannare a 30 anni Giuseppe Cappello è stato il gup di Bologna Sandro Pecorella, che ha accolto la richiesta formulata ieri dall’accusa (procuratore aggiunto Francesco Caleca). Il processo si è svolto in rito abbreviato.

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LE PROVVISIONALI

Sono state inoltre disposte provvisionali per 100.000 euro a favore dei familiari, assistiti dagli avvocati Francesco Cardile e Cesarina Mitaritonna, oltre a 10.000 euro per l’associazione ‘La caramella buona’, rappresentata dall’avvocata Barbara Iannuccelli.

LA PARTE CIVILE: “GIUSTIZIA È FATTA”

Commentando la decisione, i legali di parte civile dichiarano che “giustizia è stata fatta”, pur riconoscendo che “non ci si può dichiarare soddisfatti, perché è morta una ragazza”. Da parte sua, invece, Gabriele Bordoni, che difende Cappello- che si trova agli arresti domiciliari- assieme alla collega Alessandra Di Gianvincenzo, prende atto “con dispiacere della sentenza, perché- spiega- ritenevamo di aver messo l’accento su aspetti determinanti che lasciavano un più che ragionevole dubbio sulla colpevolezza dell’imputato”. Ad ogni modo, aggiunge, quando saranno depositate le motivazioni, che dovrebbero arrivare nel giro di 90 giorni, “avremo modo di capire come si è arrivati a questa decisione, poi ci saranno l’appello e un giudizio di legittimità”.