Rivolte in Francia: anche Mbappé lancia un appello contro la violenza


Continuano le violenze e la rivolta in Francia dopo l’uccisione di un giovane di 17 anni durante un controllo di Polizia. Il campione Mbappé: “Fermatevi. Ora dialogo”

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La Francia nella violenza: continuano gli scontri e le manifestazioni di protesta a Parigi e in altre città della Francia, tra incendi e saccheggi. Tutto è iniziato dopo l’uccisione di Nahel, un ragazzo di 17 anni, ucciso martedì scorso a Nanterre (vicino a Parigi) da un poliziotto che gli ha sparato un colpo durante un controllo stradale. L’agente che ha ucciso il ragazzo è indagato per omicidio volontario e si trova in custodia cautelare. Lo stesso Emmanuel Macron, subito mercoledì, aveva espresso parole forti per l’episodio, definendo “inspiegabile” e “ingiustificabile” la morte del giovane, dicendo che “nulla giustifica la morte di un giovane”. Ma la rivolta ha infiammato comunque la Francia, partendo dalla banlieue di Nanterre e accendendo una dopo l’altra tutte le altre periferie di Parigi e non solo. Periferie mai pacificate, dove come dimostrano i fatti di questi giorni la rabbia fa presto a diventare violenza.

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L’ELISEO SCHIERA I BLINDATI IN STRADA, NELLA NOTTE 1.311 ARRESTI

L’Eliseo, ieri, ha optato per misure drastiche, annullando tutti i grandi eventi e schierando in strada blindati e migliaia di uomini delle forze dell’ordine. Ma a quanto pare non è bastato, perché nella notte le violenze sono continuate senza sosta, con edifici dati alle fiamme e violenze. Nella notte ci sono stati oltre mille fermi di polizia: il numero esatto degli arrestati è 1.311, come comunicato alle 12 su Twitter dalla Prefettura della Polizia. Il Ministero dell’Interno parla anche di 79 poliziotti e agenti feriti.

IL MINISTERO DELL’INTERNO FRANCESE PARLA DI “VIOLENZE IN CALO”

Il ministero dell’Interno francese, però, in un tweet, parla di violenze in calo facendo riferimento a quanto accaduto nella notte: “Grazie alla mobilitazione delle forze di sicurezza interna su tutto il territorio nazionale, le violenze commesse questa notte sono state di minore intensità rispetto alla notte precedente“.

I FUNERALI DI NAHEL

I funerali di Nahel si svolgeranno nel primo pomeriggio di oggi a Nanterre: prima ci saranno le preghiere nella moschea Ibn Badis, poi il rito della sepoltura. È previsto un afflusso massiccio. Giovedì pomeriggio in 6.000 hanno preso parte alla marcia commemorativa per Nahel, che è iniziata in modo pacifico ma poi sfociata in violenza, nonostante gli appelli della madre del giovane (che ha gridato che Nahel sia “l’ultimo” ragazzo ucciso dalla Polizia) e del sindaco Patrick Jarry affinchè la manifestazione mantenesse carattere pacifico fino alla fine. Il sindaco ieri, su Facebook, ha scritto: “La presentazione di un’indagine per omicidio volontario e la detenzione del poliziotto che ha sparato al giovane Nahel è una risposta della giustizia ai primi elementi dell’indagine, che dovranno anche determinare le responsabilità dell’altro agente. Continueremo ad essere vigili affinché giustizia sia fatta. Le violenze che in queste ultime due notti si è impossessata della nostra città devono cessare”.

DARMANIN: “VINCERÀ LA REPUBBLICA, NON I RIVOLTOSI”

“Vincerà la Repubblica non i rivoltosi”: è quanto ha affermato nella notte il ministro dell’Interno francese, Gèrald Darmanin, che secondo i media francesi ha incontrato le forze di polizia a Mantes-la-Jolie, nella regione dell’Ile-de-France. Su Twitter ha diffuso un’immagine che lo ritrae nella sala comando della Prefettura della Polizia insieme al Prefetto Nunez Laurent e agli altri funzionari che coordinano le azioni sul campo per ripristinare l’ordine pubblico.

IERI L’APPELLO DI MACRON

Emmanuel Macron, ieri, ha lanciato un appello chiedendo ai genitori di tenere a casa i ragazzi giovani. Perché, spiega la Dire (www.dire.it), è soprattutto di giovani che le strade si sono riempite e tantissimi sono i giovani e giovanissimi nel bilancio dei manifestanti fermati dalla Polizia negli ultimi giorni.

OGGI QUELLO DI MBAPPE

Il campione della nazionale francese Kylian Mbappé lancia un appello per fermare la spirale di violenza in Francia. Proprio lui che in una banlieue ci è nato (è nato a Bondy, vicino a Saint Denis nell’Ile de France, una zona ribattezzata il “ghetto”), chiede ora ai giovani che stanno dando sfogo alla loro rabbia di fermarsi e di continuare a portare avanti le loro richieste ma in modo pacifico, con il “dialogo”. Da giorni la violenza si è accesa a Parigi e in altre città della Francia, con violenze e saccheggi, soprattutto nelle periferie, in segno di protesta per l’uccisione del 17enne Nahel, colpito da un colpo sparato da un poliziotto martedì 27 giugno durante un controllo stradale. Mbappé è intervenuto ieri sera postando un appello su Twitter, in cui si stringe alla famiglia del ragazzo ucciso (l’agente che ha sparato è stato accusato di omicidio e si trova in custodia cautelare), parla di “morte inaccettabile“. Subito dopo, però, chiede che le violenze si fermino. Se le motivazioni sono giuste, è il modo che deve cambiare: “Il tempo della violenza deve finire per far posto a quello del lutto, del dialogo e della ricostruzione“.

“Come tutti i francesi, siamo rimasti segnati e scioccati dalla brutale morte del giovane Nahel– scrive nel messaggio postato il calciatore-. Il nostro pensiero va innanzitutto a lui e alla sua famiglia, ai quali porgiamo le nostre più sentite condoglianze. Ovviamente non possiamo rimanere insensibili alle circostanze in cui è avvenuta questa morte inaccettabile”.

A chi sta compiendo violenze e incendi, Mbappè dice: “È la tua proprietà che stai distruggendo, i tuoi quartieri, le tue città. In questo contesto di estrema tensione, non possiamo rimanere in silenzio e la nostra coscienza civica ci incoraggia a chiedere pace. Il tempo della violenza deve finire per far posto a quello del lutto, del dialogo e della ricostruzione“.