Alzheimer: negli USA test su un vaccino immunoterapico


Al via una sperimentazione clinica di fase 1/2a di un vaccino immunoterapico  per la demenza da lieve a moderata associata alla malattia di Alzheimer

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Sarà avviata a breve una sperimentazione clinica di fase 1/2a di un vaccino immunoterapico brevettato, denominato ALZN002, per il trattamento della demenza da lieve a moderata associata alla malattia di Alzheimer (AD). Ne ha dato annuncio, in un comunicato, l’azienda sviluppatrice, Alzamend Neuro Inc., di Atlanta (Usa).

Lo studio esaminerà la sicurezza, l’efficacia e la tollerabilità di dosi multiple ascendenti di ALZN002 rispetto al placebo in 20-30 individui con demenza da lieve a moderata. Con lo studio, l’azienda mira a determinare una dose appropriata di ALZN002 per uno studio clinico di fase 2b più ampio di efficacia e sicurezza, che dovrebbe iniziare entro 3 mesi dall’acquisizione dei dati dallo studio di fase 1/2a.

Cellule dendritiche autologhe ingegnerizzate dopo leucaferesi
ALZN002 è un prodotto immunoterapico “attivo” brevettato, il che significa che è prodotto dal sistema immunitario di ogni paziente. Consiste di cellule dendritiche autologhe (“DC”), che sono globuli bianchi attivati prelevati da ogni singolo paziente che vengono poi ingegnerizzati al di fuori del corpo per attaccare le proteine amiloide-beta correlate all’Alzheimer.

Queste DC sono altamente stimolate con un nuovo peptide amiloide-beta (E22W) progettato per rafforzare la capacità del sistema immunitario del paziente nel combattere l’Alzheimer; l’obiettivo di questo approccio terapeutico è quello di promuovere la tolleranza al trattamento per motivi di sicurezza, stimolando al contempo il sistema immunitario a ridurre il carico di proteine beta-amiloidi del cervello, con conseguente riduzione dei segni e dei sintomi dell’Alzheimer.

Il trattamento ALZN002 DC è, per definizione, una terapia individuale, paziente-specifica poiché queste DC autologhe vengono somministrate allo stesso paziente da cui sono state rimosse. Ogni paziente subirà una leucaferesi, cioè la rimozione dei globuli bianchi e poi il ritorno degli stessi al corpo dopo processamento.

Obiettivo: effetto più robusto contro l’amiloide rispetto agli anticorpi monoclonali
Questa procedura isolerà i monociti del sangue periferico di ciascun paziente dai globuli bianchi ottenuti. Questi sono successivamente differenziati al di fuori del corpo in DC che sono ingegnerizzati per indurre immunogenicità (capacità di ricerca e distruzione) verso l’amiloide, la proteina associata all’Alzheimer nel corpo del paziente, ma per essere peraltro tollerati come naturali per il corpo così da evitare effetti collaterali avversi.

Rispetto agli approcci terapeutici di immunizzazione passiva che utilizzano prodotti ematici estranei (come gli anticorpi monoclonali), si prevede che l’immunizzazione attiva con ALZN002 offra un effetto più robusto e duraturo sulla clearance dell’amiloide. Questo dovrebbe fornire un trattamento sicuro ed efficace per i malati di Alzheimer che richiede visite di trattamento considerevolmente meno frequenti rispetto agli approcci di immunità passiva.

I dati preclinici
Diversi studi preclinici sono stati condotti utilizzando un modello murino transgenico (o geneticamente modificato) della malattia di Alzheimer presso la University of South Florida e i Charles River Laboratories che hanno riportato misurazioni incoraggianti correlate alla malattia di Alzheimer e agli effetti neurocomportamentali, supportando questo nuovo farmaco di ricerca.

Una forte evidenza di significative riduzioni di placca amiloide mediata da ALZN002 è stata osservata nei modelli di malattia murina. Non ci sono stati risultati avversi inattesi in uno studio tossicologico di buona pratica di laboratorio, che consisteva in cinque iniezioni somministrate per un periodo di 90 giorni, valutate per 90 giorni dopo l’ultima dose.

I risultati dell’istopatologia hanno dimostrato che non vi erano indicazioni di infiltrazione delle cellule T o meningoencefalite, suggerendo che ALZN002 è sicuro e tollerabile. Inoltre, non sono stati osservati decessi correlati al trattamento o segnalazioni di effetti avversi sulle osservazioni cliniche durante lo studio principale o la fase di recupero.

I vantaggi, secondo il comunicato
«L’uso intermittente del nostro vaccino immunoterapeutico (ALZN002) può limitare il numero di infusioni necessarie, può ridurre il potenziale di reazioni avverse e fornire risultati cognitivi e funzionali più sostanziali ai milioni di americani affetti da questa malattia devastante» ha dichiarato Stephan Jackman, Chief Executive Officer di Alzamend.

«Oggi siamo sulla soglia di un importante progresso nell’arte e nella scienza della terapia anti-beta amiloide trattando il sistema immunitario individuale di ogni malato di Alzheimer» ha proseguito. «Ci si può aspettare che l’uso intermittente del nostro vaccino immunoterapeutico (ALZN002) limiti il numero di infusioni necessarie, riduca il potenziale di reazioni avverse e fornisca risultati cognitivi e funzionali più sostanziali ai milioni di americani affetti da questa malattia devastante».

«Rimane la necessità di sviluppare nuove terapie che alterino la progressione dell’Alzheimer e prevengano, invertano o rallentino la neurodegenerazione e il declino cognitivo» ha aggiunto Jackman.