Artrite psoriasica: prima si raggiunge e si mantiene nel tempo la minima attività di malattia, migliore è l’impatto sulla qualità della vita dei pazienti
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Secondo uno studio pubblicato su Rheumatic and Musculoskeletal Diseases, nei pazienti affetti da artrite psoriasica (PsA), il mancato raggiungimento dell’attività minima di malattia (MDA) entro un anno è legato ad outcome riferiti dai pazienti (PRO) peggiori.
“Studi precedenti di letteratura hanno dimostrato che i pazienti con PsA che raggiungono la MDA presentano livelli minori di fatigue e una migliore qualità di vita correlata alla salute (HRQoL), nonché un miglioramento del benessere mentale e della produttività lavorativa rispetto ai pazienti che non raggiungono la MDA – scrivono i ricercatori nell’introduzione allo studio – È stata inoltre dimostrata l’importanza di raggiungere la MDA entro il primo anno per migliorare la HRQoL a 12 mesi. Ciò detto, fino ad ora non esistevano studi con dati a lungo termine a sostegno di questa tesi”.
L’impatto della MDA è stato valutato utilizzando i dati di pazienti con PsA di nuova diagnosi, naïve ai DMARD e con oligoartrite (2-5 articolazioni interessate) o poliartrite (più di 5 articolazioni) al basale, provenienti dalla coorte olandese DEPAR (Dutch southwest Early PsA cohoRt).
La MDA era definita dal soddisfacimento di 5 o più criteri di valutazione degli aspetti clinici e dei PRO. I controlli sono stati effettuati ogni 3 mesi durante il primo anno, ogni 6 mesi nel secondo anno e una volta all’anno nel terzo anno.
Tre gruppi in studio in base al raggiungimento e alla persistenza nello stato di MDA
I pazienti presi in considerazione nello studio erano stati classificati in 3 gruppi:
– Pazienti con raggiungimento della MDA a 9 e a 12 mesi dalla diagnosi di PsA (MDA sostenuta)
– Pazienti con raggiungimento della MDA entro il primo anno ma senza mantenimento di questo stato a 9 e a 12 mesi (MDA non sostenuta)
– Pazienti senza raggiungimento della MDA entro un anno
I ricercatori hanno messo a confronto, inoltre, i PRO tra le coorti in studio dal primo al terzo anno. Dei 240 pazienti inclusi nello studio, il 43% (n = 104) ha avuto una MDA sostenuta, il 25% (n = 60) è stato inserito nel gruppo con MDA non sostenuta, mentre il 32% (n = 76) non è stato in grado di raggiungere la MDA. L’età media al basale era di 52,8 anni, il 51% (n = 122) era di sesso maschile e la durata mediana dei sintomi era di 9,4 mesi.
Dall’analisi dei dati è emerso che, Rispetto al gruppo con MDA sostenuta, i pazienti senza MDA presentavano PRO significativamente peggiori durante le visite di follow-up, sia rispetto al gruppo con MDA sostenuta che al gruppo con MDA non sostenuta. Lo stato di salute, determinato dall’European Quality of life 5-Dimensions 5-Levels (EQ-5D-5L), è risultato inferiore di 0,23 unità nel gruppo senza MDA (IC95%: da -0,28 a -0,18), mentre la compromissione funzionale, valutata mediante l’Health Assessment Questionnaire-Disability Index (HAQ-DI), è risultata superiore di 0,81 unità (IC95%: da 0,70 a 0,92).
Dalla valutazione deI punteggi della scala analogica visiva (VAS) è emerso che il dolore era più elevato di 35,38 mm nei pazienti che non avevano raggiunto la MDA (IC95%: da 30,57 a 40,18) e di 15,80 mm nel gruppo con MDA non sostenuta (IC95%: da 10,71 a 20,89) rispetto al gruppo con MDA sostenuta.
Anche la fatigue, esaminata con il Bristol Rheumatoid Arthritis Fatigue-Multidimensional Questionnaire, è risultata più elevata di 17,88 unità (IC95%: 14,60-21,16) nella coorte non MDA e di 7,87 unità (IC95%: 4,40-11,33) nella coorte con MDA non sostenuta rispetto alla coorte con MDA sostenuta nel tempo.
La Hospital Anxiety and Depression Scale ha indicato che i livelli di ansia (aumento di 3,26 unità [IC95%: da 2,25 a 4,27]) e di depressione (aumento di 4,04 unità [IC95%: da 3,10 a 4,99]) erano statisticamente più elevati nei pazienti che non avevano raggiunto la MDA rispetto agli altri gruppi.
Riassumendo
I risultati dello studio sono risultati maggiormente generalizzabili rispetto ad altri studi perché il DEPAR include pazienti con PsA sottoposti ai trattamenti standard.
Inoltre, la raccolta dei dati è stata effettuata in modo standardizzato da infermieri ricercatori, garantendo così l’affidabilità.
Alla luce di queste osservazioni, “…per ridurre l’impatto della PsA sulla qualità di vita dei pazienti, è necessario un trattamento intensivo precoce che si concentri su tutti gli aspetti della malattia, comprese le comorbidità associate – hanno sottolineato i ricercatori nelle conclusioni dello studio”.
“Nei pazienti che non raggiungono la MDA nonostante l’intensificazione precoce della terapia – aggiungono – dobbiamo guardare oltre i DMARD biologici ed essere consapevoli delle comorbidità e di altri fattori che influenzano la capacità di questi pazienti di raggiungere la MDA”.
Bibliografia
Snoeck Henkemans SVJ et al. Importance of quick attainment of minimal disease activity for a positive impact on lives of patients with psoriatic arthritis. RMD Open. 2022;8(2):e002706. doi:10.1136/rmdopen-2022-002706
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