Pelletteria, rinnovato il Contratto collettivo nazionale di lavoro: le novità


Pelletteria toscana fra luci e ombre, ma il nuovo Ccnl guarda al futuro. Calistri (Assopellettieri): “Accordo che tiene conto degli effetti dell’inflazione”

Nel 2021 la pelletteria toscana cresce del 32,5%, esportati beni per 5 miliardi. Per Assopellettieri serve però prudenza per l’aumento dei costi delle materie prime

A fronte di un 2022 che si è chiuso con bilancio positivo, nei primi mesi del 2023 la pelletteria toscana sta facendo i conti con un periodo caratterizzato da luci e ombre. Nonostante non ci siano ancora dati disponibili, la percezione delle aziende è quella di una situazione leggermente in salita rispetto allo scorso anno. Un 2022 che ha visto la Toscana tornare ai livelli pre Covid con oltre 5,5 miliardi di euro di beni esportati (+9,6% sul 2021 e +2% sui livelli 2019 pre-Covid), pari al 40,3% del totale Italia (dati relativi ai prodotti della pelletteria e della concia raggruppati nella voce Ateco CB151, elaborati per Assopellettieri dal Centro Studi Confindustria Moda).

Tuttavia Assopellettieri guarda con fiducia al futuro: lo dimostra il recente rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per gli addetti delle industrie manifatturiere delle pelli siglato con le associazioni sindacali di settore Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil. Una novità che in Toscana coinvolge una fetta importante di lavoratori, se si considera che nella regione ha sede quasi la metà delle aziende pellettiere italiane e vi lavora più della metà degli addetti. In particolare, facendo riferimento ai dati 2021, in Italia erano attive 4.149 imprese, di cui il 48,2% (pari a 2.001) in Toscana. Su 32.982 addetti del settore il 54,4% (17.930) era toscano.

«In un momento d’incertezza rispetto al boom che abbiamo registrato nel 2022, dovuto a una situazione internazionale ben nota, la pelletteria nel suo insieme dà fiducia al futuro – commenta Andrea Calistri, vicepresidente nazionale di Assopellettieri con delega al distretto toscano -. Per la prima volta abbiamo chiuso in tempi brevissimi, nell’arco di circa due mesi, un nuovo Ccnl per i lavoratori del settore con soddisfazione di entrambe le parti. Un accordo migliorativo che tiene conto degli effetti dell’inflazione nel nostro Paese, con l’obbiettivo di dare un segnale di positività. Stiamo registrando una fase di flessione ma, in particolare in Toscana, diamo piena fiducia a un sistema che ha ottime prospettive di crescita, sia dal punto di vista del fatturato che in termini d’investimenti sul territorio».

Per la parte economica, il nuovo Ccnl prevede un aumento complessivo (Tec) di 200 euro. Sui minimi (Tem) l’incremento salariale sarà di 180 euro al 3° livello, scaglionati in tre anni. Un montante retributivo complessivo di 3.240 euro. Sul welfare contrattuale, incrementata di 3 euro (da gennaio 2024) l’assistenza sanitaria integrativa Sanimoda, mentre sul fondo previdenziale Previmoda è previsto, da luglio 2025, un incremento dello 0,30% a carico delle imprese. Previsti inoltre 2 euro sul welfare sanitario destinati alle coperture assicurative per la non autosufficienza. L’elemento di garanzia retributiva, per i lavoratori le cui aziende non applicano la contrattazione di 2° livello, sarà elevato a 310 euro annui dal 2024.