Orticaria cronica spontanea: remibrutinib sicuro ed efficace a lungo


Nei pazienti affetti da orticaria cronica spontanea, remibrutinib ha mostrato un’efficacia prolungata associata a un profilo di sicurezza favorevole per 52 settimane

Orticaria prurito, salute

Nei pazienti affetti da orticaria cronica spontanea, l’inibitore orale sperimentale della tirosin-chinasi di Bruton remibrutinib ha mostrato un’efficacia prolungata associata a un profilo di sicurezza favorevole per 52 settimane, secondo i dati presentati al congresso 2023 dell’American Academy of Allergy, Asthma & Immunology (AAAAI).

Lo studio di estensione di fase IIb ha coinvolto 194 pazienti che hanno assunto 100 mg di remibrutinib due volte al giorno per 52,1 settimane, seguite da 4 settimane di follow-up senza trattamento. È stata la continuazione di uno studio principale condotto su 267 pazienti che assumevano il farmaco alle dosi di 10 mg, 35 mg o 100 mg una volta al giorno oppure 10 mg, 25 mg o 100 mg due volte al giorno per 12,1 settimane, con 42 pazienti sottoposti al placebo.

Durante lo studio, il 71,6% dei partecipanti ha riportato eventi avversi emergenti dal trattamento e il 3,1% eventi avversi gravi. Nel trial principale, 155 (58,1%) soggetti nel gruppo di trattamento e 18 (42,9%) nel gruppo placebo hanno riportato eventi avversi insorti durante il trattamento, mentre cinque (1,9%) nel gruppo di trattamento e nessuno nel gruppo placebo hanno riportato eventi avversi gravi.

Inoltre non ci sono state anomalie in nessuna delle analisi di laboratorio, secondo il relatore Warner Carr, presidente e Ceo dell’Allergy and Asthma Associates of Southern California, che ha definito molto incoraggianti questi risultati sulla sicurezza. «Alcuni farmaci della classe hanno dato problemi con i test di funzionalità epatica, ma non ne abbiamo osservati con remibrutinib. Quindi, probabilmente, non sarà un effetto di classe» ha affermato.

Gli eventi avversi più frequenti nello studio di estensione sono stati infezioni e infestazioni (n = 60; 30,9%), disturbi del tessuto cutaneo (n = 52; 26,8%) e disturbi gastrointestinali (n = 32; 16,5%), mentre in quello principale ci sono state 64 (24%) infezioni e infestazioni, 45 (16,9%) disturbi del tessuto cutaneo e 30 (11,2%) disturbi gastrointestinali nel gruppo di trattamento e 9 (21,4%) infezioni e infestazioni, 2 (4,8%) %) disturbi del tessuto cutaneo e 5 (11,9%) disturbi gastrointestinali nel gruppo placebo.

Secondo Carr, il 76% delle infezioni e dei disturbi del tessuto cutaneo si è verificato durante il periodo di follow-up di 4 settimane una volta interrotto il trattamento di 52 settimane e la maggior parte di questi eventi era correlata all’orticaria.

Pochi casi di sanguinamento e citopenie
Il sanguinamento è stato riportato da 12 (6,2%) pazienti nello studio di estensione e da 18 (6,7%) pazienti nel gruppo di trattamento e da 1 (2,4%) paziente sottoposto a placebo nello studio principale. Allo stesso modo, 2 (1%) pazienti nello studio di estensione e 8 (3%) nel gruppo di trattamento e 1 (2,4%) nel gruppo placebo nello studio principale hanno riportato citopenia. «Abbiamo rilevato un basso tasso di sanguinamento e citopenie, prevalentemente di gravità lieve. Nei pazienti che avevano citopenia, non c’era alcuna correlazione con l’infezione» ha fatto presente il relatore.

L’orticaria spontanea cronica è stata segnalata da 22 (11,3%) pazienti nello studio di estensione, come anche da 16 (6%) nel gruppo di trattamento e 1 (2,4%) nel gruppo placebo nel trial principale. Anche Covid-19, cefalea, eczema e rinofaringite sono stati segnalati in tutti i gruppi.

Efficacia robusta nel lungo termine
Durante lo studio di estensione, le variazioni medie rispetto al basale nei punteggi del 7-day urticaria activity scores (UAS7) sono state pari a -14,8 alla settimana 1, -19,4 alla settimana 12 e -21,8 alla settimana 52. Le percentuali di pazienti che hanno riportato un punteggio pari a 0 nello UAS7, che indica una risposta completa, sono state di 1,7% alla settimana 1, 43,4% alla settimana 12 e il 55,8% alla settimana 52.

«Abbiamo visto un miglioramento rapido durante la prima settimana, che si è mantenuto fino alla fine dello studio» ha concluso Carr. «Nel complesso remibrutinib ha dimostrato sia efficacia che sicurezza nel lungo termine. Lo sviluppo proseguirà con uno studio di fase III che si concentrerà sulla dose da 25 mg».

Referenze

Carr WW et al. Abstract 3611. Presented at: AAAAI Annual Meeting; Feb. 24-27, 2023; San Antonio.