Ritmi circadiani da considerare nella cura della cefalea a grappolo


Cefalea a grappolo ed emicrania legate ai ritmi circadiani, un elemento da considerare negli approcci terapeutici secondo nuove ricerche

Cefalea a grappolo ed emicrania legate ai ritmi circadiani, un elemento da considerare negli approcci terapeutici secondo nuove ricerche

La cefalea a grappolo e l’emicrania sono risultate collegate al sistema circadiano, con picchi in determinate ore del giorno e mesi dell’anno, e questo potrebbe influenzare gli approcci terapeutici per alcuni pazienti. È quanto emerge da una metanalisi pubblicata sulla rivista Neurology.

In 16 studi, la cefalea a grappolo presentava un pattern circadiano prevalente di attacchi nel 70,5% di quasi 5.000 partecipanti, con un picco netto tra le 21:00 e le 03:00 e picchi circannuali in primavera e in autunno, secondo l’autore senior Mark Joseph Burish e colleghi dello University of Texas Health Science Center a Houston.

L’emicrania presentava un modello circadiano di attacchi nel 50,1% dei 5.385 partecipanti in otto studi, con un picco netto tra le 23:00 e le 07:00 e un picco circannuale da aprile a ottobre.

«Questi dati suggeriscono che entrambi i disturbi che comportano dolore alla testa sono altamente circadiani a più livelli, in particolare la cefalea a grappolo» ha affermato Burish. «Questo rafforza l’importanza dell’ipotalamo, l’area del cervello che ospita l’orologio biologico primario, e il suo ruolo nelle due condizioni. Solleva anche la questione della genetica di fattori scatenanti come i cambiamenti del sonno, che sono rilevanti nello scatenare l’emicrania e sono segnali per il ritmo circadiano dell’organismo».

A breve termine, questi risultati ci aiutano a spiegare i tempi ai pazienti, ad esempio è possibile che un mal di testa alle 8 del mattino sia dovuto al loro orologio biologico interno invece che al loro cuscino, o al cibo della colazione o ai farmaci mattutini, ha aggiunto. A lungo termine suggeriscono che i farmaci che colpiscono il sistema circadiano potrebbero essere efficaci nei pazienti con emicrania e cefalea, includendo potenzialmente sia trattamenti basati sul ritmo circadiano come l’assunzione di farmaci in determinati momenti della giornata, sia trattamenti che causano cambiamenti circadiani, cosa che alcuni farmaci sono in grado di fare.

«Anche se nell’emicrania la percentuale di pazienti con un modello circadiano non era così elevata quanto per cefalea a grappolo, era comunque notevole in un disturbo per il quale il tempismo non è considerato una caratteristica importante» hanno fatto presente gli autori.

Entrambe le condizioni associate a geni geni controllati dall’orologio biologico
I ricercatori hanno valutato tutti gli studi disponibili sulla cefalea a grappolo e sull’emicrania che contenevano informazioni sulla tempistica del mal di testa durante il giorno e durante l’anno e hanno eseguito un’analisi separata degli studi di associazione sull’intero genoma.

Sia nella cefalea a grappolo che nell’emicrania il cronotipo era molto variabile. La prima era associata a livelli più bassi di melatonina e più alti di cortisolo rispetto ai controlli, come anche a due geni circadiani fondamentali, CLOCK e REV-ERBα. Cinque dei nove geni di suscettibilità alla cefalea a grappolo erano geni controllati dall’orologio biologico (CCG, clock-controlled genes) che hanno un pattern di espressione circadiano.

Anche i pazienti con emicrania avevano livelli di melatonina urinaria più bassi, che si riducevano ulteriormente durante un attacco. La condizione è risultata associata a due geni circadiani fondamentali, CK1δ e RORα, e 110 dei 168 geni di suscettibilità all’emicrania erano CCG.

«Una migliore comprensione dei fattori cronobiologici in gioco nella cefalea a grappolo e nell’emicrania può influenzare gli approcci terapeutici» hanno scritto in un editoriale di accompagnamento Heidi Sutherland e Lyn Griffiths, entrambe della Queensland University of Technology in Australia.

Gli interventi noti per regolare il sonno, come la melatonina o la terapia cognitivo comportamentale, possono essere utili per alcuni pazienti suscettibili al disallineamento circadiano o ai disturbi del sonno, hanno osservato. Inoltre, il trattamento delle comorbilità che provocano disturbi del sonno, come l’insonnia, può aiutare a gestire il mal di testa. Dovrebbero inoltre essere considerati anche i potenziali effetti cronobiologici di qualsiasi intervento farmacologico, dato che alcuni farmaci per la cefalea e l’emicrania usati di frequente possono modulare i cicli circadiani e influenzare l’espressione di geni circadiani (come verapamil) oppure hanno effetti collaterali legati al sonno.

«L’osservazione delle caratteristiche circadiane della cefalea a grappolo forse non sorprende, in quanto ha confermato quanto già emerso in precedenti ricerche» hanno commentato i ricercatori. «Tuttavia l’emicrania ha linee di ricerca separate che suggeriscono che anch’essa è fortemente associata al sistema circadiano. Molti comuni fattori scatenanti come la luce intensa, l’esercizio fisico, il saltare i pasti e i cambiamenti del ritmo sonno-veglia come dormire poco o dormire troppo, sono delle variabili che possono agire come segnali del tempo circadiano».

Referenze

Benkli B et al. Circadian features of cluster headache and migraine: A systematic review, meta-analysis, and genetic analysis. Neurology 2023.

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