Meloni e Von der Leyen in Tunisia: cosa hanno ottenuto sui migranti


Giorgia Meloni in Tunisia insieme a Ursula von der Leyen per fare il punto sui migranti: l’obiettivo è arrivare a fine giugno con “un memorandum già siglato”

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“Abbiamo una importante finestra di opportunità, da qui alla fine del mese, quando si svolgerà il Consiglio europeo, continuiamo a lavorare per arrivare a quella data con un memorandum già siglato tra Ue e Tunisia“. Lo dice la premier Giorgia Meloni nella dichiarazione congiunta a Tunisi con Ursula von der Leyen e Mark Rutte, dove la premier italiani e i vertici delle istituzioni europee hanno incontrato il presidente tunisino Kais Saied nel Palazzo presidenziale di Cartagine.

“PRONTI A ORGANIZZARE UNA CONFERENZA INTERNAZIONALE SULLA MIGRAZIONE”

“L’Italia- ha fatto sapere ancora Meloni come riferisce la Dire (www.dire.it) – è pronta a organizzare una conferenza internazionale su migrazione e sviluppo della quale abbiamo parlato con il presidente Saied. Questa sarò un’ulteriore tappa di questo percorso”.

“Siamo molto soddisfatti della dichiarazione congiunta della Ue e della Tunisia di oggi- ha aggiunto ancora la premier Meloni- È un passo molto importante”.

SAIED: “NON FAREMO DA GUARDIA DI FRONTIERA PER ALTRI PAESI”

Se l’incontro di oggi con Giorgia Meloni, il premier olandese e Von der Leyen fa ben sperare per un accordo in dirittura d’arrivo, le parole che il presidente tunisino ha esternato sabato durante una visita a Sfax andavano in realtà in un’altra direzione. “La Tunisia non farà mai da guardia di frontiera” di altri Paesi, ha detto ieri il presidente Kais Saied in visita a Sfax, la città tunisina da tempo divenuta il principale punto di partenza dei barconi verso l’Italia.

E ancora, ha aggiunto: “Siamo tutti africani. Questi migranti sono nostri fratelli e li rispettiamo, ma la situazione in Tunisia non è normale e dobbiamo porre fine a questo problema. Rifiutiamo qualsiasi trattamento disumano di questi migranti che sono vittime di un ordine mondiale che li considera come ‘numeri’ e non come esseri umani, ma l’intervento su questo fenomeno deve essere umanitario e collettivo, nel quadro della legge“.