A Bari al via Congresso Nazionale della Pneumologia Italiana


L’evento più importante per chi si occupa di curare le patologie respiratorie: il Congresso Nazionale della Pneumologia Italiana a Bari dal 9 all’11 giugno

congresso nazionale della pneumologia

Quanto è importante la qualità dell’aria che respiriamo, la qualità del nostro sonno e la qualità degli spazi che abitiamo per la salute del nostro organismo? E ancora, come è cambiata la pneumologia dopo il COVID-19, cosa ci ha insegnato la pandemia? Queste sono alcune delle domande alle quali, esperti provenienti da tutta Italia e dall’estero, cercheranno di rispondere in occasione dell’evento più importante per chi si occupa di curare le patologie respiratorie: il Congresso Nazionale della Pneumologia Italiana che si terrà a Bari, presso la Fiera del Levante, dal 9 all’11 giugno. Una preziosa occasione per fare il punto sulle malattie dell’apparato respiratorio e sulle novità più rilevanti che riguardano i nuovi trattamenti disponibili. Circa 2000 specialisti italiani e stranieri si confronteranno su patologie che presentano un alto tasso di crescita dal punto di demografico ed epidemiologico, con un grande impatto emotivo e una ricaduta altrettanto significativa da un punto di vista sociale e della sostenibilità.

Per comprendere l’impatto che queste hanno sulla nostra vita basti dare uno sguardo ai dati pre-pandemici dell’OMS nelle nostre regioni europee si registrano ogni anno 41,3 milioni di casi di BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) con 349.000 decessi, 43,5 milioni di casi di asma con 17.000 decessi, 947.000 polmoniti e bronchiti con 273.000 decessi (molte di queste sarebbero prevenibili con le vaccinazioni), 726.000 tumori polmonari con 464.000 decessi, 126 milioni di casi di tubercolosi con 26.000 morti, 761.000 malattie interstiziali del polmone (come la fibrosi polmonare) con 25.000 decessi.

I fattori che influenzano questa epidemiologia sono diversi: l’aumento della vita media e la maggiore suscettibilità degli anziani alle malattie respiratorie, la crescita della popolazione fragile affetta da altre malattie quali le malattie cardio-vascolari, malattie croniche come il diabete, malattie tumorali, malattie infiammatorie e autoimmuni.

In questo contesto giocano un ruolo importante anche l’inquinamento atmosferico che, secondo i dati dell’ OMS è responsabile di 4,2 milioni di morti premature e i cambiamenti climatici.

I temi che verranno discussi e approfonditi durante il XXIV Congresso Nazionale della Pneumologia Italiana che si terrà a Bari dal 9 all’11 giugno prossimi saranno variegati e molteplici. Si parlerà di malattie respiratorie quali asma e BPCO, tumori polmonari, disturbi respiratori del sonno, temi di politica sanitaria legata all’attuazione del PNRR, pneumologia interventistica e trapianti. Durante il congresso verrà presentata inoltre un’importante iniziativa realizzata dalla Federazione Italiana della Pneumologia (FIP), insieme alle società scientifiche che si occupano di patologie dell’apparato respiratorio ovvero l’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri – Italian Thoracic Society (AIPO-ITS) e la Società Italiana di Pneumologia – Italian Respiratory Society (SIP/IRS) in collaborazione con Legambiente.

Sono stati infatti piantati 300 alberi, 150 in provincia di Catania lo scorso novembre e altrettanti nella pineta del Parco San Francesco di Bari. Questa iniziativa si pone l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica circa l’importanza del binomio salute dell’ambiente – salute respiratoria, nonché rendere consapevole la cittadinanza circa l’importanza di respirare aria pulita, di vivere in un contesto verde e non inquinato. Gli pneumologi vogliono ricordare che la vegetazione svolge un importantissimo ruolo: rappresenta un filtro biologico capace di assorbire gli inquinanti gassosi attraverso le foglie e i metalli pesanti attraverso le radici.

Il giorno 11 giugno, a partire dalle ore 17, si terrà presso il padiglione fieristico della Fiera Levante di Bari, sede del congresso, un talk show aperto alla cittadinanza sugli effetti dell’inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici sulla salute dell’uomo. Saranno presenti esperti di fama internazionali e rappresentanti delle istituzioni locali moderati dal giornalista scientifico Michele Mirabella.

“Per questa edizione del Congresso abbiamo pensato al termine “PneumoLogica” perché viviamo in un’epoca nella quale veramente stiamo fondendo le capacità tecnologiche e-bioinformatiche con le attuali conoscenze mediche” spiega Mauro Carone, Direttore U.O.C. Pneumologia e Riabilitazione Respiratoria – IRCCS Maugeri – Bari, Presidente del Congresso. “Una fusione tra Ragione, Logica, Umanesimo e Tecnologia che deve portare al miglioramento delle cure per i nostri pazienti. Quello che abbiamo definito “l’Illuminismo della Pneumologia”.

“Durante il congresso parleremo della riorganizzazione della pneumologia, soprattutto dopo il Covid-19 e dell’istituzione di sezioni di terapia semi-intensiva respiratoria; dei nuovi LEA, del PNRR e dello stato di attuazione degli interventi in sanità con la necessità di una corretta integrazione ospedale-territorio; della tele-pneumologia e della tele-riabilitazione; del Piano Nazionale di Riabilitazione; dell’impatto dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici sulla salute respiratoria; di neoplasie polmonari rare e di nuove tecnologie; dell’impatto del genere sulle malattie respiratorie; della medicina di precisione e di nuove terapie. Parleremo anche di Certificazione delle Competenze, un progetto che sta a cuore ad AIPO-ITS per avere professionisti sempre più competenti e certificati.”

In Italia si registrano ogni anno 400.000 nuovi casi di tumori e 180.000 morti premature a causa del cancro. Questo dato non è distribuito sul territorio in modo uniforme e casuale; si registra una concentrazione nei territori soggetti a inquinamento ambientale.

Per quanto concerne la qualità dell’aria, L’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) ha pubblicato, il 21 settembre 2021, un aggiornamento delle Linee Guida globali sulla qualità dell’aria (AQG 2021). Il documento fornisce nuove evidenze sui rischi per la salute, in particolare sui rischi associati a livelli anche bassi di inquinamento atmosferico.

Sono passati 15 anni dall’edizione precedente. Dopo una revisione sistematica degli studi clinici effettuati in questo arco di tempo è emersa la necessità di aggiornare i valori di AQG abbassandoli rispetto a quelli raccomandati 15 anni fa. In particolare, la media annuale del particolato fine (PM2.5) passa da 10 a 5 µg/m3, quella del particolato inalabile (PM10) da 20 a 15 µg/m3, mentre per il biossido di azoto (NO2) scende drasticamente da 40 a 10 µg/m3, e per il monossido di carbonio (CO) viene suggerito il limite giornaliero di 4 µg/m3.

“Il rapporto fra inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici è duplice” commenta il prof. Giovanni Viegi, già Dirigente di ricerca CNR Istituto di Fisiologia Clinica di Pisa. “Molti inquinanti atmosferici, prodotti in larga misura dall’uso dei combustibili fossili, contribuiscono all’effetto serra. D’altra parte, i cambiamenti climatici possono amplificare gli impatti sanitari dell’inquinamento atmosferico, ad es. influenzando da un punto di vista fisico-chimico le condizioni meteorologiche e quindi la formazione e la persistenza degli inquinanti in atmosfera; inoltre, i cambiamenti climatici possono aumentare in alcune regioni il rischio e la gravità degli incendi boschivi ed il rilascio dei pollini in atmosfera, contribuendo all’inquinamento atmosferico. I medici di famiglia e gli specialisti in pneumologia, immunologia e allergologia hanno un ruolo cruciale nel sensibilizzare i pazienti e le loro famiglie per proteggerli dagli effetti dell’inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici e raccomandare uno stile di vita sostenibile. Su questi temi un contributo importante è stato dato dal documento “Inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici – Elementi per una strategia nazionale di prevenzione”, elaborato dalla GARD Italia (Alleanza globale contro le malattie respiratorie croniche – in partenariato con l’Organizzazione Mondiale della Sanità), di cui fanno parte anche le Società scientifiche pneumologiche, pubblicato sul sito del Ministero della Salute nel novembre 2019 e di cui è in corso l’aggiornamento” conclude Viegi.

La pandemia ha evidenziato l’importanza della salute respiratoria e sensibilizzato l’opinione pubblica circa il ruolo dello pneumologo e della cura delle malattie respiratorie.

La sanità è stata travolta da uno tsunami senza precedenti che ha posto importanti interrogativi anche circa l’organizzazione delle cure basti pensare al rapporto fra territorio e ospedale. In particolare, la medicina territoriale ha dovuto affrontare una sfida particolarmente drammatica che ne ha messo in evidenza criticità e mancanze.

“La  lezione positiva che possiamo trarre dalla pandemia riguarda il monitoraggio a domicilio di molti pazienti, in particolare per quelli più che gravi, che hanno bisogno di ossigeno-terapia o di ventilazione meccanica non invasiva” commenta Claudio Micheletto, Direttore UOC Pneumologia AOU – Verona e Presidente Eletto AIPO-ITS. “La telemedicina si è dimostrata fondamentale e può consentire un attento monitoraggio delle condizioni dei pazienti evitando, allo stesso tempo, inutili accessi nelle strutture ospedaliere. Come specialisti stiamo, inoltre, costruendo, un nuovo rapporto con il territorio, visto che la normativa che istituisce le Case della Salute, prevede che nei centri hub (ogni 50.000 abitanti) vi sia lo spirometro tra le dotazioni tecnologiche e la possibile consulenza dello specialista pneumologo. Questo permetterebbe, in particolare per i casi di minore complessità, una gestione territoriale con strumenti adeguati. Se si pensa che solo le malattie croniche ostruttive riguardano più del 10% della popolazione e a queste si aggiungono poi le neoplasie, le interstiziopatie e le malattie infettive si comprende quanto sia importante una gestione territoriale integrata con i centri specialistici”.

All’interno dell’area congressuale vi sarà uno spazio opportunamente dedicato alle associazioni pazienti. Saranno circa una ventina le associazioni pazienti presenti al congresso. Negli anni la figura del paziente è cambiata notevolmente conquistando un ruolo sempre più attivo e più coinvolto nei percorsi di cura.

“Nel corso degli anni il ruolo del paziente si è trasformato in quanto ha acquisito conoscenze e competenze specifiche dalla propria esperienza di malattia” ha commentato Tiziana NicolettiResponsabile del Coordinamento delle Associazioni Malati cronici e rari di Cittadinanzattiva. “Perché sia favorita la partecipazione attiva dei pazienti è necessario che sia riconosciuta l’informazione che i malati cronici e rari, e le loro associazioni, sono in grado di produrre, forti di un punto di osservazione che è quello di chi li vive ogni giorno” continua Nicoletti. “Come Cittadinanzattiva, lo scorso luglio, abbiamo redatto una Raccomandazione Civica dal titolo  “Un percorso di presa in carico e gestione della persona con BPCO”. L’obiettivo è quello di rimettere al centro delle priorità istituzionali le politiche per la cronicità e i bisogni di salute delle persone con BPCO e di suggerire ai decisori istituzionali proposte che possano ridurre gli ostacoli (accesso di visite, esami spirometrici) e garantire ai pazienti le cure e l’assistenza di cui hanno bisogno, attraverso l’implementazione di percorsi di presa in carico (PDTA) che garantiscano i medesimi standard su tutto il territorio, semplificazione dei passaggi e adeguata presa in carico al domicilio” conclude Nicoletti.