Linfoma a grandi cellule B: le Car-T axi-cel migliorano sopravvivenza


Linfoma a grandi cellule B: il trattamento con le cellule CAR-T axi-cel (axicabtagene ciloleucel) migliora la sopravvivenza globale

Linfoma a grandi cellule B: via libera dell'agenzia Fda ad axi-cel, le CAR-T di Gilead, per il trattamento di seconda linea

Nei pazienti con linfoma a grandi cellule B recidivato o risultato refrattario entro 12 mesi dal completamento della terapia di prima linea, il trattamento con le cellule CAR-T axi-cel (axicabtagene ciloleucel) migliora la sopravvivenza globale (OS) rispetto allo standard of care. Lo dimostrano i nuovi risultati dello studio ZUMA-7, annunciati dall’azienda produttrice (Kite/Gilead) in un comunicato.

Axi-cel, si legge nella nota, è il primo e unico trattamento in quasi 30 anni a mostrare un miglioramento statisticamente significativo dell’OS come trattamento iniziale per i pazienti con linfoma a grandi cellule B recidivato/refrattario rispetto al trattamento storico standard nel setting curativo, rappresentato dalla chemioimmunoterapia di salvataggio a base di platino, seguita da una chemioterapia ad alte dosi e dal trapianto di cellule staminali in coloro che rispondono alla chemioterapia di salvataggio.
I nuovi risultati dettagliati dello studio, che segnano un altro successo significativo per l’impiego di axi-cel come terapia di seconda linea per il linfoma a grandi cellule B, saranno presentati quest’anno in uno dei prossimi convegni del settore.

OS endpoint secondario chiave dello studio
L’OS è l’endpoint secondario chiave dello studio ZUMA-7, mentre l’endpoint primario era rappresentato era la sopravvivenza libera da eventi (EFS), definita come il tempo dalla randomizzazione alla progressione della malattia o all’inizio di una nuova terapia per il linfoma o alla morte per qualsiasi causa.
I dati di EFS, molto positivi, sono stati presentati al congresso ASH del 2021 e hanno dimostrato che lo studio ha centrato l’endpoint primario, evidenziando una mediana di EFS quadruplicata e una riduzione del 60,2% del rischio di progressione della malattia, di morte o di necessità di una nuova terapia per i pazienti trattati con axi-cel rispetto ai pazienti trattati con lo standard of care.

Grazie a questi risultati dello studio ZUMA-7, le CAR-T axi-cel sono state approvate nell’aprile 2022 negli Stati Uniti e nell’ottobre 2022 nell’Unione Europea come trattamento iniziale per i pazienti con linfoma a grandi cellule B ricaduto/refrattario. Successivamente sono state autorizzate con questa indicazione anche in altri Paesi, fra cui Regno Unito, Israele, Giappone e Svizzera.

Lo studio ZUMA-7
ZUMA-7 è considerato uno studio fondamentale ed è il primo e il più ampio studio di fase 3 su una qualsiasi terapia con CAR-T, nonché quello con il follow-up più lungo, ad aver dimostrato un miglioramento dell’EFS rispetto al trattamento con lo standard storico.
ZUMA-7 è un trial multicentrico internazionale, randomizzato e in aperto, nel quale sono stati arruolati complessivamente 359 pazienti di età compresa tra 22 e 81 anni, di cui quasi un terzo oltre i 65 anni, in 77 centri in tutto il mondo.
I partecipanti sono stati assegnati secondo un rapporto di randomizzazione 1:1 al trattamento di seconda linea con una singola infusione di axi-cel o il trattamento standard.
Oltre all’OS, un altro endpoint secondario chiave dello studio era rappresentato il tasso di risposta obiettiva (ORR). Ulteriori endpoint secondari sono gli outcome riportati dai pazienti (PRO) e la sicurezza.

EFS mediana quadruplicata con axi-cel
I dati presentati al congresso ASH 2021 hanno mostrato un aumento di quattro volte della mediana di EFS nel braccio assegnato al trattamento con axi-cel rispetto al braccio di confronto: 8,3 mesi contro 2,0 mesi (HR 0,398; IC al 95% 0,308-0,514, P < 0,0001).
Inoltre, con axi-cel si è osservato un aumento di 2,5 volte nei pazienti vivi a 2 anni e che non hanno manifestato progressione della malattia o non hanno richiesto un ulteriore terapia: 40,5% contro 16,3%.

In più, nel braccio assegnato alle CAR-T i pazienti che hanno potuto effettuare il trattamento sono stati il triplo rispetto al quelli che sono arrivati effettivamente a effettuare il trapianto autologo nel braccio di confronto: 94% contro 36%.
E ancora, nel braccio assegnato ad axi-cel si sono ottenuti risultati significativamente superiori anche per l’ORR (83% contro 50%; OR 5,31; IC al 95% 3,1-8,9; P < 0,0001) e per il tasso di risposta completa, che è risultato addirittura raddoppiato (65% contro 32%).

Profilo di sicurezza coerente con i dati già noti
Nello studio ZUMA-7, il profilo di sicurezza e tollerabilità di axi-cel è risultato coerente con quello emerso durante l’uso di queste CAR-T in terza linea e la maggior parte degli eventi avversi di grado elevato correlati al trattamento sono stati quelli di natura ematologica, rappresentati per lo più da citopenie.
La sindrome da rilascio di citochine (CRS) di grado 3 o superiore ha mostrato un’incidenza del 7%, mentre la neurotossicità di grado 3 o superiore un’incidenza del 21%.
Tuttavia, non sono stati riportati casi di CRS o di neurotossicità di grado 5.