Asma severo eosinofilico: con benralizumab primi miglioramenti dopo 7 giorni


I pazienti con asma severo eosinofilico in trattamento con benralizumab sperimentano un miglioramento importante della sintomatologia già dopo una settimana

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I pazienti con asma severo eosinofilico in trattamento con benralizimab (un anticorpo monoclonale diretto contro il recettore di IL-5) sperimentano un miglioramento importante della sintomatologia già a partire da una settimana dall’inizio del trattamento. Queste le conclusioni di XALOC-2, uno studio condotto nella real life, presentato nel corso del Congresso annuale dell’ American Academy of Allergy, Asthma & Immunology.

Razionale e disegno dello studio
Se gli studi clinici condotti con il farmaco in questiona avevano già dimostrato i benefici precoci del trattamento nei pazienti con asma severo eosinofilo, fino ad oggi non vi erano prove sufficienti dei benefici di questa risposta precoce nella real life. Di qui la messa a punto di XALOC-2, uno studio prospettico real-world che ha esaminato 413 pazienti (età mediana alla diagnosi [range inter quartile (IQR)] = 58 [48-66]; 60% donne) con asma eosinofilo grave.

Al basale, il 27,4% di questi pazienti presentava anche rinosinusite cronica con polipi nasali (CRSwNP), mentre il 60,5% utilizzava steroidi orali come terapia di mantenimento. La conta mediana degli eosinofili nel sangue era pari a 501 (IQR = 346-770) cellule/µL; i pazienti inclusi in XALOC-2, inoltre, presentavano una mediana di (IQR = 1-4) di esacerbazioni occorse nell’anno precedente all’inizio dello studio.

I ricercatori hanno valutato il controllo della sintomatologia in base al punteggio ACQ-6 ottenuto una settimana prima e una dopo l’inizio del trattamento con benralizumab sia considerando i pazienti in toto che previa loro stratificazione al basale. Pertanto, l’asma era considerato ben controllato con punteggi ACQ-6 inferiori a 0,75, mentre era considerato poco controllato o non ben controllato per punteggi ACQ-6 compresi tra 0,75 e 1,5 e per punteggi maggiori di 1,5, rispettivamente.

Risultati principali
Dall’analisi dei dati è emerso che i pazienti trattati con benralizumab hanno mostrato i miglioramenti  del controllo dell’asma di entità maggiore dall’inizio del trattamento ad una settimana.
In particolare, il 58,2% dei pazienti ha registrato un miglioramento clinicamente importante che ha superato la soglia, pari a 0,5, della differenza minima clinicamente importante a partire dalla fine della prima settimana dopo la somministrazione della prima dose di benralizumab. Ciò detto, i ricercatori hanno anche osservato il mantenimento fino all’ottava settimana del controllo dell’asma.

Le percentuali di pazienti che hanno superano la soglia della differenza minima clinicamente importante sono aumentate al 64,9% alla settimana 2 e alla settimana 4, per poi arrivare al 69,9% alla settimana 8 dall’inizio del trattamento.

Utilizzando la soglia di differenza minima clinicamente importante pari a 1,0, le percentuali di pazienti che hanno registrato miglioramenti sono state pari al 34,1% alla settimana 1, al 43,5% alla settimana 2, al 49,6% alla settimana 4 e al 55,3% alla settimana 8.

Le percentuali di pazienti con asma ben controllato sono aumentate dal 2,6% al basale al 9,3% alla settimana 1, al 13% alla settimana 2, al 15,2% alla settimana 4 e al 20,8% alla settimana 8. Allo stesso modo, le percentuali di pazienti con asma parzialmente controllato sono aumentate dal 6,4% al basale al 15,1% alla settimana 1, al 18% alla settimana 2 e al 21,7% alla settimana 4, prima di scendere al 21,6% alla settimana 8.

Al contrario, la percentuale di pazienti con asma scarsamente controllato è scesa dal 91% al basale al 75,6% alla settimana 1, al 69% alla settimana 2, al 63% alla settimana 4 e al 57,6% alla settimana 8.

Le variazioni medie dei punteggi ACQ-6 rispetto al basale sono diminuite di un valore pari a 0,7 alla settimana 1 e di un valore pari a 1,2 alla settimana 8, con miglioramenti in tutti i sottogruppi.
Da ultimo, i miglioramenti di entità maggiore del controllo dell’asma sono stati osservati nei pazienti affetti da rinosinusite cronica con polipi nasali e nei pazienti con una conta di eosinofili pari ad almeno 500 cellule per microlitro al basale.

Bibliografia
Penz E, et al. Abstract 042. Presented at: AAAAI Annual Meeting; Feb. 24-27, 2023; San Antonio.