Attesa per la sorte dell’orsa JJ4: ecco cosa rischia


Sul destino dell’orsa JJ4, il 25 maggio la decisione del Tar: l’animale attualmente risiede al centro faunistico di Casteller, dove attende il verdetto

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Dopo oltre un mese dalla morte di Andrea Papi, il 25 maggio il Tar si esprimerà sul destino di Jj4. L’orsa, che il 5 aprile scorso ha aggredito e ucciso il runner 26enne in un bosco della Val di Sole in Trentino, attualmente attende la sua sorte al centro faunistico di Casteller, dove è stata condotta dopo la sua cattura. Dopo settimane tra ordinanze, ricorsi e indagini che hanno coinvolto associazioni animaliste e il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, il tribunale amministrativo dovrà essere l’ago della bilancia e scegliere quale futuro attenderà l’orsa: abbattimento o trasferimento?

LA MORTE DI ANDREA PAPI

Come ricorda la Dire (www.dire.it), nel pomeriggio del 5 aprile 2023, il 26enne Andrea Papi era uscito dalla sua casa di Caldes per andare a correre nei boschi della Val di Sole. Non vedendolo rientrare, la sua fidanzata ha dato l’allarme e sono scattate le ricerche. Il corpo senza vita del runner è stato trovato la stessa notte proprio in quei boschi. L’esito dell’autopsia ha stabilito che a causare la morte di Papi era stata l’aggressione di un orso. Dalle analisi del Dna è emerso che il plantigrado responsabile era noto come Jj4, una femmina di 17 anni. È stato il primo caso in Italia dell’aggressione mortale di un orso.

L’ORSA JJ4

Nota anche come Gaia, l’orsa Jj4 in passato era già stata responsabile di un’aggressione a esseri umani. Nel giugno 2020 l’esemplare, all’epoca madre di tre cuccioli, aggredì due cacciatori incontrati sulle pendici del monte Pellar. Dopo il ricorso di Oipa e Enpa, il Tar aveva sospeso sia l‘ordinanza di abbattimento che quella di cattura emesse all’epoca dei fatti dal presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. Jj4 è figlia dell’orsa Jurka, tra i primi plantigradi catturati in Slovenia e trasferiti in Trentino nell’ambito del progetto di ripopolamento delle Alpi. Dopo un periodo passato in cattività perché ‘problematica’, Jurka fu trasferita in un santuario in Germania nel 2010.

LA CATTURA

La notte del 17 aprile, 12 giorni dalla morte di Andrea Papi, l‘orsa Jj4 è stata catturata. L’animale è stato preso grazie a una trappola tubo, utilizzando come esca della frutta. Insieme a lei, sono finiti nella gabbia due dei tre cuccioli con cui Jj4 si muoveva. I piccoli sono stati quindi liberati. L’orsa è stata portata nel centro faunistico di Casteller, dove attualmente attende l’esito della decisione del Tar. L’udienza era inizialmente fissata all’11 maggio, ma è stata posticipata al 25 del mese.

LA DOCUMENTAZIONE DELL’ISPRA

Prima di prendere una decisione, il Tar ha richiesto all’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) una documentazione tecnica sul caso dell’orsa Jj4. Dalle analisi dell’istituto è emerso che sebbene l’animale possa essere abbattuto, può essere anche trasferito. La documentazione ha preso in considerazione i due rifugi all’estero individuati dalla Lav, uno in Germania e uno in Giordania. Nel formulare il suo giudizio, dunque, il Tar potrà valutare questa opzione.

Il 14 aprile il Tar ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni animaliste sospendendo l’ordinanza di abbattimento firmata dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. Una seconda ordinanza datata 27 aprile è stata anch’essa sospesa dal Tar.

L’ORDINE DEI VETERINARI DI TRENTO CONTRO L’EUTANASIA DELL’ORSA

Sulla questione ‘abbattimento’ si è espresso l’Ordine dei veterinari della provincia Trento, secondo cui non è necessaria l’eutanasia dell’orsa. “Lo stato di salute dell’orsa non giustifica un intervento eutanasico nell’urgenza“, aveva spiegato in un comunicato, sottolineando come l’orso sia “una specie protetta tutelata con legge dallo Stato”.

I CUCCIOLI DELL’ORSA JJ4

Molti esperti concordano sul fatto che l’aggressione dell’orsa Jj4 che ha causato la morte del runner 26enne Andrea Papi sia stata dovuta all’istinto materno dell’animale. L’attacco fatale potrebbe, infatti, essere stato la conseguenza della presenza dei tre cuccioli, che ha innescato la reazione difensiva del plantigrado.

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I piccoli dell’orsa hanno circa 15 mesi e sono in fase di svezzamento. Generalmente, i cuccioli di orso bruno rimangono con la madre fino ai due. Tuttavia, si tratta di un periodo di vita cruciale perché è proprio in quel lasso di tempo che apprendono le tecniche di sopravvivenza, dalla caccia alla difesa. In questa fase, i cuccioli dipendono completamente dalla madre, con cui si forma uno stretto legame.

“Mancando la madre nei momenti cruciali di apprendimento sociale e alimentare, quanto influirà questo sulla capacità dei piccoli di cercare cibo adeguato o piuttosto di optare per quello più semplice (umano) rischiando di diventare confidenti?”, si chiede l’etologa Chiara Grasso in un post su Facebook. “E poi, quindi, essere anche loro eliminati perché troppo umanizzati?…e poi di chi sarà la colpa? Sempre dell’orso cattivo, vero?”.