Guerra in Ucraina: dal G7 sostegno a Kiev e un appello alla Cina


I leader del G7 ribadiscono incondizionato sostegno all’Ucraina e chiedono alla Cina di fare pressioni per arrivare alla fine del conflitto

zelensky xi jinping

“Chiediamo alla Cina di fare pressioni sulla Russia affinché fermi la sua aggressione militare, e di ritirare immediatamente, completamente e incondizionatamente le sue truppe dall’Ucraina. Incoraggiamo la Cina a sostenere a una pace globale, giusta e duratura basata sull’integrità territoriale e sui principi e scopi della Carta delle Nazioni Unite, anche attraverso il suo dialogo diretto con l’Ucraina”. Così il comunicato diffuso dai leader del G7 in corso a Hiroshima, con la partecipazione di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti.

“RIAFFERMIAMO INCROLLABILE SOSTEGNO A UCRAINA PER TUTTO TEMPO NECESSARIO”

Condanniamo ancora una volta con la massima fermezza la guerra di aggressione della Russia contro Ucraina, che costituisce una grave violazione del diritto internazionale, inclusa la Carta delle Nazioni Unite. La brutale guerra di aggressione della Russia rappresenta una minaccia per il mondo intero in violazione dei fondamentali norme, regole e principi della comunità internazionale”. Così il comunicato diffuso dai leader del G7 in corso a Hiroshima.

“Riaffermiamo il nostro incrollabile sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario per portare una pace globale, giusta e duratura”, proseguono i leader G7. “Abbiamo emesso la Dichiarazione dei leader del G7 sull’Ucraina, e con la chiara intenzione e le azioni concrete di cui al it, ci impegniamo ad intensificare il nostro sostegno diplomatico, finanziario, umanitario e militare per Ucraina, ad aumentare i costi per la Russia e coloro che sostengono i suoi sforzi bellici, e a continuare per contrastare gli impatti negativi della guerra sul resto del mondo, in particolare sui più persone vulnerabili”, concludono i leader.

“NON VOGLIAMO DANNEGGIARE CINA MA RIDURREMO NOSTRA DIPENDENZA TECNOLOGICA”

“I nostri approcci politici non sono pensati per danneggiare la Cina né cerchiamo di ostacolarne il progresso e sviluppo economico. Una Cina in crescita che rispetta le regole internazionali sarebbe nell’interesse globale. Non stiamo disaccoppiando o rivolgendoci verso l’interno”. Allo stesso tempo, però, “riconosciamo che la resilienza economica richiede la riduzione dei rischi e la diversificazione. Faremo dei passi, individualmente e collettivamente, per investire nella nostra vivacità economica. Ridurremo dipendenze eccessive nelle nostre catene di approvvigionamento critiche”, si legge ancora nel comunicato.

“RIBADIAMO IMPORTANZA INDO-PACIFICO LIBERO E APERTO BASATO SU DIRITTO”

“Ribadiamo l’importanza di un Indo-Pacifico libero e aperto, che sia inclusivo, prospero, sicuro, basato sullo stato di diritto e che protegga i principi condivisi tra cui la sovranità, integrità territoriale, risoluzione pacifica delle controversie, libertà fondamentali e diritti umani”. Così il comunicato diffuso dai leader del G7 in corso a Hiroshima.
Data l’importanza della regione, i membri del G7 “e i nostri partner hanno intrapreso le rispettive iniziative sull’Indo-Pacifico per contribuire a rafforzare il nostro impegno. Sottolineiamo il nostro impegno a rafforzare il coordinamento con i partner regionali, compresa l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN) e i suoi stati membri”. Ancora, “riaffermiamo il nostro incrollabile sostegno alla centralità dell’ASEAN e unità e il nostro impegno a promuovere la cooperazione in linea con l’ASEAN Outlook on the Indo-pacifico”.
E “riaffermiamo inoltre la nostra partnership con i paesi delle isole del Pacifico e ribadiamo il importanza di sostenere le loro priorità ed esigenze in conformità con quelle del Forum delle Isole del Pacifico Strategia 2050 per il continente blu del Pacifico. Accogliamo con favore e incoraggiamo ulteriormente gli sforzi compiuti da il settore privato, le università e i think tank, che contribuiscono a realizzare un Indo Pacifico libero e aperto”.

“RISOLUZIONE PACIFICA SU TAIWAN, NO BASI LEGALI PRETESE CINA MAR CINESE MERIDIONALE”

“Riaffermiamo l’importanza della pace e della stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan come indispensabili alla sicurezza e alla prosperità nella comunità internazionale. Non vi è alcun cambiamento nella base posizioni dei membri del G7 su Taiwan” e “chiediamo la risoluzione pacifica delle questioni sullo Stretto”. Così il comunicato diffuso dai leader del G7 in corso a Hiroshima.
“Non esiste una base legale per le estese rivendicazioni marittime della Cina nel Mar Cinese Meridionale, e ci opponiamo alle attività di militarizzazione della Cina nella regione”, proseguono i leader del G7, “sottolineiamo il carattere universale e comune della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e ne riaffermiamo l’importante ruolo nella definizione degli aspetti legali quadro che disciplina tutte le attività negli oceani e nei mari. Ribadiamo che il premio reso dal Tribunale Arbitrale il 12 luglio 2016, è un traguardo significativo, che è giuridicamente vincolante per le parti di tale procedimento, e una base utile per risolvere pacificamente controversie tra le parti.
Inoltre, “continueremo a esprimere le nostre preoccupazioni sulla situazione dei diritti umani in Cina, compreso il Tibet e lo Xinjiang, dove il lavoro forzato è per noi motivo di grande preoccupazione. Chiediamo alla Cina di onorare il suo impegni ai sensi della Dichiarazione congiunta sino-britannica e della Legge fondamentale, che sanciscono diritti, libertà e un alto grado di autonomia per Hong Kong”, si legge ancora nel comunicato.