Il Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara si rinnova


Proseguono i lavori riguardanti il Museo del Risorgimento e della Resistenza e del restauro del suo patrimonio di documenti e oggetti

Museo del Risorgimento e della Resistenza

“Un museo chiuso, ma non per questo dimenticato”. Sono stati presentati, alla Sala Rossetti di Palazzo dei Diamanti, i lavori riguardanti il Museo del Risorgimento e della Resistenza e del restauro del suo patrimonio di documenti e oggetti; un “cantiere aperto” presentato alla città per far conoscere gli interventi già svolti e da svolgersi prima della riapertura nella nuova sede, alla Casa della Patria, detto anche palazzo Pico Cavalieri. La fine dei lavori è in programma per la metà del 2025, con conseguente allestimento dei nuovi spazi espositivi.

“L’incontro, oltre alla nuova destinazione del museo chiuso dall’estate del 2020, ha voluto far conoscere alla città gli interventi riguardanti il suo patrimonio, che non era mai stato inventariato prima” spiega Marco Gulinelli, assessore alla Cultura, che nell’occasione ha ricordato la scomparsa di Angelo Andreotti, dirigente delle biblioteche e archivi del Comune. “Tutto il materiale è stato censito per la prima volta, nella sua totale completezza, in un lavoro di tre anni e mezzo”. Quanto alla nuova sede, e ai lavori, “il museo, come già noto, troverà spazio nella Casa della Patria. La gara d’appalto è già partita, stiamo procedendo con l’affidamento dei lavori, che dureranno all’incirca due anni”.

Per Ethel Guidi, dirigente del servizio Musei d’arte, “la volontà è di presentare il percorso che porterà il museo – chiuso, ma non dimenticato – a raccontarsi in modo nuovo, la cui missione principale sarà la conservazione del nostro patrimonio e il legame con il territorio, verso una accessibilità viva. Il fine è lavorare con le giovani generazioni, con le scuole e con le associazioni, usando un linguaggio capace di trasmettere la memoria anche ai più piccoli”. Guidi ha ricordato inoltre la figura di Davide Mantovani, “la cui targa che lo commemora, ora affissa in Porta Paula, sarà trasferita al Museo del Risorgimento e della Resistenza una volta aperto”.

“Il progetto a Casa della Patria Pico Cavalieri, approvato in marzo dal Comune, attualmente è in corso la gara d’appalto per l’affidamento dei lavori” ha precisato Raffaela Vitale del servizio Beni monumentali, ufficio cui è stata affidata la progettazione architettonica. Il progetto strutturale e il progetto impiantistico sono stati affidati a professionisti esterni (Studio Mezzadri, seguiti dagli ingegneri Denis Zanetti e Marco Vaccari). Si tratta di un investimento di complessivi 1.838.000 euro finanziati sia dalla Regione Emilia-Romagna (1.077.000 euro), che dall’Amministrazione Comunale attraverso fondi assicurativi (761.000 euro). L’edificio sarà così suddiviso: “Il piano ammezzato ospiterà le associazioni ex combattentistiche, mentre il museo sarà al piano nobile, accessibili sia con un ascensore (che verrà realizzato, entrando da Corso Giovecca, nell’area sinistra dello stabile) e da un montapersone (nell’area a destra). Il locale che era dell’associazione paracadutisti, in accordo con la sovrintendenza verrà ripristinato il portico, come si presentava l’edificio negli anni ‘40. Al piano nobile le sale rimarranno intatte, saranno tutte comunicanti per garantire il percorso museale. Ci sarà spazio per gli uffici e un blocco bagni al piano rialzato. Verrà mantenuta l’identità della palazzina, con i pavimenti degli anni ‘30 (dove non sarà possibile verranno sostituiti con una pavimentazione neutra) e i soffitti con dipinti realizzati dalla scuola del Migliari; saranno recuperate le porte e le finestre, e ci sarà una sala conferenze e riunioni utilizzabile in sinergia tra museo e associazioni”. Vitale ha concluso con alcune ipotesi di allestimento, quanto al percorso, “vi sarà una prima parte dedicata al periodo del Risorgimento, poi un’area dedicata a Pico Cavalieri e un’area legata ai periodi della grande guerra, del fascismo, della seconda guerra mondiale e della resistenza. Infine uno spazio sarà riservato per l’archivio e per la biblioteca, aperta per la consultazione”.

Sono stati circa diecimila i pezzi inventariati, tra labari, bandiere, capi di abbigliamento storico restaurati e una prima parte di documenti recuperati, insieme a molti altri cimeli storici. Vasilij Gusella, curatore e conservatore della Fondazione Ferrara Arte, ha fatto il punto sulla ricognizione di questi materiali, “messi in sicurezza dopo essere stati spolverati, documentati fotograficamente, imballati e trasferiti sempre in sinergia con le soprintendenze delle belle arti e archivistiche” ha specificato Gusella. Nella prima fase “la priorità è stata la tutela, per garantire la sicurezza e la conservazione dei beni, in molti casi tragicamente aggravati dalle inadeguate modalità espositive e conservative” ha aggiunto Tiziana Giuberti, responsabile dell’unità operativa d’Arte moderna, che è intervenuta sui lavori di restauro compiuti. Dal 2020 a oggi sono stati impiegati circa 50mila euro per gli interventi di conservazione preventiva, manutenzione, restauro e digitalizzazione dei beni. Il primo bene restaurato è stato il Vessillo raffigurante lo spartito dell’inno risorgimentale “Invito all’armi” di Egisto Vignozzi, della metà del XIX secolo, in seta stampata. Si è proceduto alla disinfestazione e disinfezione di riviste, libri e documenti di epoche diverse e alla manutenzione e restauro di alcuni materiali tessili in condizioni di estrema fragilità, tra cui la bandiera di Pico Cavalieri per la guerra italo-turca, e di capi di abbigliamento storico, tra cui la camicia garibaldina e la giacca del partigiano Edgardo Fogli trafitta dai fori di proiettile.

Gli interventi proseguono: “Al momento – conclude Giuberti – è in corso di restauro un primo nucleo di 770 documenti, che in futuro potranno essere messi a disposizione online”. All’incontro hanno partecipato anche Antonella Guarnieri del Centro di Documentazione Museo del Risorgimento e della Resistenza ed Enrico Trevisani del Centro di documentazione storica – Centro Etnografico Ferrarese, che hanno ricordato le oltre 50 attività realizzate, dal dicembre 2020 a oggi, con l’apertura del centro di documentazione a Porta Paola. Ha concluso l’incontro Chiara Vorrasi, conservatrice responsabile Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, con un focus sulle possibilità future del museo.