Intossicazione acuta da alcol: esperti a confronto sulla gestione


L’intossicazione acuta da alcol rappresenta un fattore di rischio per traumi, lesioni, accessi in pronto soccorso e decesso

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L’intossicazione acuta da alcol rappresenta un fattore di rischio per traumi, lesioni, accessi in pronto soccorso e decesso. Il rischio di sviluppare complicanze è maggiore tra le persone giovani con livelli più bassi di enzimi che metabolizzano l’etanolo. È importante agire tempestivamente anche perché oggi abbiamo a disposizione trattamenti per accelerare l’eliminazione dell’alcol. Questo attuale ed importante argomento è stato trattato in una recente review di autori italiani, che vede come primo nome il dott. Antonio Mirijello, UOC Medicina Interna, Dip. Scienze Mediche-IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo, e che nasce da una costante collaborazione con il dipartimento di Gastroenterologia ed Epatologia dell’Università Cattolica di Roma e in particolare con il prof. Giovanni Addolorato. La review è stata pubblicata sull’European Journal of Internal Medicine.

Il consumo di alcol mostra un’ampia diffusione nella popolazione, con un impatto significativo sui sistemi sanitari. L’intossicazione da alcol è in gran parte responsabile di incidenti stradali, atti di violenza inclusa la violenza domestica, tentativi di suicidio, traumi cranici dovuti a cadute e incidenti, e questi eventi sono associati a grave disabilità post-traumatica e mortalità. In particolare, gli studi sull’incidenza dell’intossicazione alcolica nei pazienti traumatizzati ricoverati in pronto soccorso (PS) riportano tassi del 24-47%.

La forma lieve di AAI di solito si sviluppa con un tasso alcolemico >50 mg/dl (10,9 mmol/l), circa dopo 2-3 drink, si arriva alla forma moderata quando il  tasso alcolemico è superiore a 100 mg/dl (21,7 mmol/L), circa dopo 4-6 drink fino all’intossicazione alcolica grave che si manifesta con un tasso alcolemico > 200 mg/dl (43,4 mmol/L), circa dopo 13-26 drink, con compromissione neurologica globale.
Complicanze e organi coinvolti

Sebbene l’intossicazione acuta da alcol (AAI) sia facilmente riconoscibile dall’insorgenza di sintomi comportamentali e neurologici, i suoi effetti coinvolgono diversi organi e apparati
Le complicanze più note e gravi dell’AAI ricadono nell’area neurologica e possono arrivare anche a encefalopatia alcolica acuta, mielinolisi, demielinazione del corpo calloso, neurite ottica. Possono manifestarsi anche problematiche cardiovascolari e metaboliche, infezioni del tratto respiratorio inferiore, sintomi gastrointestinali fino anche a pancreatite, ulcera e lacerazione della mucosa esofagea.

Il fegato rappresenta un bersaglio preferenziale per il danno indotto dall’alcol a causa del suo ruolo centrale nel metabolismo dell’alcol. In particolare, l’AAI potrebbe rappresentare il fattore scatenante dell’epatite alcolica acuta (AH) così come delle infezioni, del danno epatico indotto da farmaci e della trombosi della vena porta. L’AH rappresenta un’entità clinica caratterizzata da infiammazione, necrosi e fibrosi del fegato che si verificano in pazienti esposti a grandi quantità di alcol. Sebbene possa verificarsi dopo ripetuti episodi di BD in soggetti senza malattia epatica, questo evento è più frequente tra i soggetti con sottostante malattia epatica alcol-correlata dovuta ad abuso cronico di alcol. In questi casi, l’AAI rappresenta solo il fattore scatenante che interrompe un equilibrio precario tra infiammazione locale e sistemica e risposta immunitaria alterata che potrebbe portare a insufficienza epatica acuta o cronica (ACLF). Quando l’ittero è associato ad anemia emolitica e ipertrigliceridemia, configura le caratteristiche della sindrome di Zieve.

“Il paziente intossicato, soprattutto se adulto, nel momento con cui si presenta in ospedale è all’apice dell’intossicazione ma spesso vi può essere un grosso problema sottostante di abuso alcolico. Sono pazienti complessi che nella maggior parte dei casi hanno un’epatopatia cronica e sono a rischio di sviluppare una sindrome astinenziale nel momento in cui vengono trattati con farmaci che accelerano l’eliminazione dell’alcol. Per tale motivo i medici devono essere pronti a riconoscere e trattare il delirium o sindrome astinenziale maggiore. Altro problema frequente sono le complicanze cardiovascolari in quanto l’alcol, soprattutto negli adulti ipertesi, peggiora la funzione cardiovascolare generale. Sono soggetti che hanno aterosclerosi, diabete, dislipidemie e tali condizioni subiscono un’accelerazione. Inoltre, l’alcol rappresenta una fonte di calorie, cosiddette vuote quindi prive di nutrimento, che devono essere smaltite dall’organismo e vengono convertite in trigliceridi e colesterolo con peggioramento del profilo lipidico. Non va dimenticata la cosiddetta “holiday heart syndrome” in quanto l’AAI rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di fibrillazione atriale e di aritmie in generale” evidenzia il dott. Antonio Mirijello, UOC Medicina Interna, Dip. Scienze Mediche-IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo e primo autore del lavoro.

Trattamento
Nei soggetti che presentano AAI, iniziare un trattamento precoce è fondamentale per prevenire il rischio di sviluppare depressione respiratoria e arresto cardiaco. Durante la valutazione in PS dei pazienti con AAI, in particolare quelli con forme gravi, l’obiettivo primario è rappresentato dalla valutazione delle vie aeree e dalla stabilizzazione delle funzioni vitali. Per l’AAI lieve-moderato i due obiettivi principali del trattamento sono la prevenzione del danno tossico dell’alcol a organi e apparati e l’accelerazione dell’eliminazione dell’alcol dal sangue.

Il posizionamento di una o anche due linee venose è obbligatorio, al fine di somministrare fluidi per via endovenosa in particolare in quei pazienti che presentano ipotensione. In alcuni casi può essere necessaria una supplementazione di ossigeno, di farmaci antiemetici per fermare il vomito e i danni ad esso correlati e farmaci sedativi per fermare l’agitazione quando presente.

Farmaci
La metadoxina ha dimostrato di essere un farmaco efficace nell’accelerare l’eliminazione dell’alcol.
Tale farmaco è un pirrolidone carbossilato di piridossina, (piridossolo L-2-pirrolidone-5-carbossilato) ed è attualmente l’unico indicato per il trattamento dell’AAI, grazie alla sua capacità di accelerare la clearance dell’etanolo e di conseguenza di ridurre il BAC migliorando i sintomi dell’intossicazione. Il pirrolidone agisce mantenendo e ripristinando i livelli di ATP nel cervello e nel fegato migliorando la sintesi del glutatione, la piridossina promuove la degradazione dell’etanolo. In definitiva, la somministrazione di metadoxina aumenta l’attività dell’acetaldeide deidrogenasi, promuove la clearance plasmatica di etanolo e acetaldeide e favorisce l’eliminazione urinaria dei chetoni.
La metadoxina ha un eccellente profilo di sicurezza, pertanto è facile da gestire e può essere tranquillamente utilizzata nelle situazioni di intossicazione più gravi. Questo trattamento è fortemente raccomandato nei pazienti adolescenti che sono più soggetti a danni da intossicazione alcolica in considerazione dell’attività enzimatica immatura utilizzata per la degradazione dell’alcol.
Tuttavia, la metadoxina è attualmente approvata in alcuni Paesi dell’UE mentre non è approvata negli Stati Uniti.

Inoltre, in studi recenti, la metadoxina è stata testata nel trattamento dell’AUD (disturbo da uso di alcol), sfruttando la sua azione sul recettore della serotonina e contemporaneamente come antagonista del GABA dimostrando efficacia e sicurezza. Infine, la combinazione di metadossina e prednisone aumenta la sopravvivenza dei pazienti alcolisti con AH acuta, rispetto al solo trattamento standard con prednisone.

“La metadoxina è un farmaco per il trattamento dell’intossicazione alcolica acuta cioè per favorire la riduzione dei sintomi da intossicazione e quindi lo stato di euforia, lo stato di agitazione ma anche di depressione del sistema nervoso centrale. Il paziente migliora dal punto di vista clinico ma l’effetto si esplica anche dal punto di vista biochimico con la riduzione dei livelli di etanolo. Questo trattamento è importante perché non sappiamo quanto etanolo c’è nel tratto gastrointestinale e che deve essere assorbito dunque favorirne il catabolismo vuol dire anche prevenire le complicanze dell’intossicazione (come etilico, depressione respiratoria, decesso). È comunque importante dosare sempre l’etanolemia in quanto il paziente tende a non riferire quanto ha bevuto” spiega il dott. Mirijello.

La diidromiricetina, un componente flavonoide vegetale, è stata proposta come opzione terapeutica per l’AAI, per il suo possibile effetto protettivo sullo sviluppo della steatosi e del danno epatico. Dati preliminari suggeriscono un effetto favorevole sugli enzimi che metabolizzano l’alcol (riduzione delle concentrazioni ematiche di alcol e acetaldeide), un miglioramento dei profili metabolici (ridotto accumulo intracellulare di trigliceridi) e infiammatori (riduzione delle citochine pro-infiammatorie). Tuttavia, i dati derivati principalmente da modelli in vitro e animali richiedono una conferma da studi clinici.

Infine, studi in vitro e in vivo hanno evidenziato la possibilità di utilizzare nanocomplessi biomimetici contenenti alcool ossidasi e catalasi, per ridurre i livelli di etanolo.
In conclusione, le conseguenze dell’intossicazione acuta da alcol devono essere riconosciute e prevenute e/o trattate. La valutazione del rischio di dipendenza da alcol è fondamentale per indirizzare i pazienti a una Unità multidisciplinare per le dipendenze da alcol per ridurre il rischio di nuovi episodi di AAI e per prevenire l’evoluzione del danno epatico verso la fibrosi e/o la cirrosi attraverso trattamenti specifici combinando farmacoterapie e supporto psicosociale; inoltre, la metadossina rappresenta un farmaco utile per aumentare il metabolismo e l’eliminazione dell’etanolo.

Antonio Mirijello et al., Identification and management of acute alcohol intoxication Eur J Intern Med. 2023 Feb;108:1-8. doi: 10.1016/j.ejim.2022.08.013. Epub 2022 Aug 16
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