Spondiloartrite assiale: dopo 3 anni ixekizumab è sempre efficace


Spondiloartrite assiale: da una nuova analisi arrivano conferme di efficacia sostenuta e di sicurezza per ixekizumab fino a 3 anni

Spondiloartrite assiale: l'indice BASMI consente di ottenere una stima moderatamente accurata dell'attività di malattia e della risposta alla terapia

I miglioramenti a breve termine della sintomatologia associata alla spondiloartrite assiale (axSpA) osservati con ixekizumab, inibitore di IL-17A, si sono non solo mantenuti ma sono ulteriormente aumentati fino a 3 anni tra i partecipanti agli studi del programma registrativo COAST, in assenza di emersione di nuovi segnali di sicurezza. Queste le conclusioni di un’analisi di safety e di efficacia dei dati del trial di estensione COAST-Y, afferente del programma clinico COAST sull’impiego del farmaco nell’axSpA, pubblicati su The Journal of Rheumatology.

Disegno e outcome considerati nella nuova analisi
La nuova analisi ha preso in considerazione i partecipanti ai 3 studi del programma COAST sull’impiego di ixekizumab nell’axSpA:
– COAST-X, che aveva arruolato pazienti naive ai farmaci biologici con malattia non radiografica
– COAST-W, che aveva arruolato pazienti con malattia radiografica che non responder ai farmaci anti-TNF
–  COAST-V che aveva reclutato pazienti con malattia radiografica e nessuna terapia pregressa con farmaci biologici

Le analisi primarie relative a questi 3 studi erano state condotte alla settimana 16, dopo di che, considerando gli studi COAST-V e COAST-W, i pazienti inizialmente randomizzati a trattamento con placebo (PBO) o adalimumab (ADA) sono stati randomizzati a trattamento con ixekizumab ogni 2 (Q2W) o ogni 4 settimane (Q4W).

Nello studio COAST-X, invece, tra la settimana 16 e la settimana 44, era consentito ricorrere alla terapia di salvataggio in aperto con ixekizumab Q2W nei pazienti non responder in modo adeguato.

Lo studio COAST-Y includeva un periodo in doppio cieco, randomizzato e controllato vs. placebo, di sospensione-ripresa del trattamento che iniziava a partire dalla settimana 76 del programma di studi clinici COAST (settimana 24 dello studio COAST-Y), sulla base del raggiungimento della remissione di malattia (definita in base al raggiungimento di un punteggio ASDAS <1,3 almeno una volta nel corso delle visite di controllo alle settimane 16 o 20 e di un punteggio <2,1 ad entrambe le visite).

I pazienti che avevano raggiunto la remissione erano nuovamente randomizzati a continuare il trattamento con ixekizumab (Q2W o Q4W) o a sospenderlo. Quelli che non avevano raggiunto la remissione hanno continuato ad essere trattati ininterrottamente con ixekizumab Q2W o Q4W.
A partire della settimana 116 del programma di studio COAST (settimana 64 dello studio COAST-Y), i pazienti trattati con ixekizumab Q4W con risposta non soddisfacente a giudizio dei ricercatori potevano intensificare il trattamento passando a ixekizumab Q2W.

L’analisi appena pubblicata riporta i dati di sicurezza e di efficacia del trattamento con ixekizumab nei pazienti con r-axSpA e nr-axSpA fino a 156 settimane (3 anni).

Risultati di safety
La maggior parte dei 932 partecipanti agli studi considerati per l’analisi ha sperimentato almeno un evento avverso legato al trattamento (TEAE) ad un certo punto.  Nel dettaglio, il 30% di questi pazienti ha sperimentato TEAE classificati come lievi, il 45% eventi moderati e l’11%  TEAE gravi. Nel 7% dei partecipanti si sono verificati eventi che hanno portato all’interruzione dello studio e tre sono morti. La maggior parte dei pazienti che aveva abbandonato lo studio COAST-Y senza completare i 3 anni previsti aveva rifiutato di partecipare allo studio di estensione o aveva abbandonato il trial senza un motivo specifico.

Le infezioni hanno rappresentato la tipologia di AE di più frequente riscontro (58% dei partecipanti), anche se ci sono stati solo 23 casi gravi.

Sono stati documentati 19 casi di candidosi e 12 episodi di herpes zoster. Nove pazienti hanno sviluppato tumori di nuova insorgenza e sei sono andati incontro ad eventi cardiovascolari maggiori (MACE). Diciassette pazienti, infine, avevano ricevuto una nuova diagnosi di colite ulcerosa o di morbo di Crohn nel corso del trial.

Risultati di efficacia
La percentuale di pazienti che ha ottenuto un “miglioramento clinicamente importante” dei punteggi ASDAS è stata ha del 70-80% entro il terzo anno, rispetto al 60-70%  dopo un anno dall’inizio del trattamento con ixekizumab.
L’analisi ha documentato anche un incremento dei tassi di raggiungimento di punteggi ASDAS inferiori a 2,1, suggestivi di ridotta attività di malattia.

Da ultimo, punteggi ASDAS<2,1 sono stati raggiunti a 3 anni da una proporzione di pazienti compresa tra il 35% e il 75% in relazione alla diagnosi (r-axSpA vs. nr-axSpA), al trattamento pregresso (pazienti naive ai farmaci biologici vs. pazienti non responder a questi farmaci) e al regime di trattamento (80 mg Q2W vs. Q4W).

Riassumendo
Nel complesso, “…i risultati di questa analisi condotta su pazienti con axSpA del programma di studi clinici COAST ha dimostrato che il profilo di sicurezza di IXE è coerente con il profilo di sicurezza a lungo termine già osservato in precedenza – scrivono i ricercatori nelle conclusioni del lavoro -. Il trattamento a lungo termine con ixekizumab ha assicurato un miglioramento clinicamente importante e sostenuto nel tempo (fino a 3 anni). Il farmaco, somministrato ogni 4 settimane, si è inoltre confermato efficace nello studio di estensione a lungo termine, in linea con gli studi di partenza. Inoltre, il 70% dei pazienti del programma COAST ha mantenuto il trattamento con l’inibitore di IL-17A per 3 anni”.

Bibliografia
Deodhar A, et al “Long-term safety and efficacy of ixekizumab in patients with axial spondyloarthritis: 3-year data from the COAST program” J Rheumatol 2023; DOI: 10.3899/jrheum.221022.
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