Secondo nuovi studi il consumo di glutine non sembra aumentare il rischio di sviluppare tumori maligni dell’apparato digerente
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Gli alimenti senza glutine riempiono gli scaffali dei supermercati, ben al di là di quanto ci si potrebbe aspettare per prodotti consigliati solo a chi soffre di celiachia. Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, in Italia è celiaca una persona ogni cento. Il glutine è una proteina contenuta in alcuni cereali come grano, segale e orzo. Da quando è nota quale sostanza implicata nella celiachia, gode di cattiva fama, tanto che molti ritengono che sia più salutare eliminarla dall’alimentazione.
I risultati di un recente studio mostrano che, per chi non è celiaco, il glutine non aumenta il rischio di sviluppare un tumore dell’apparato digerente. Solo le persone che hanno una vera e propria celiachia vedono aumentare questo rischio, perché sono intolleranti alla proteina e quindi, in caso di consumo, sviluppano una reazione infiammatoria che passa solo se il glutine è eliminato dalla dieta. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Clinical Gastroenterology and Hepatology.
Come fanno notare i ricercatori, negli ultimi decenni il consumo di prodotti senza glutine è cresciuto rapidamente, poiché questi alimenti sono ritenuti più salutari, anche grazie a intense operazioni di marketing.
Per capire se il glutine influisce sul rischio di sviluppare un cancro delle persone sane, gli scienziati hanno analizzato i dati di oltre 200.000 individui non celiaci. Queste persone avevano partecipato a tre lunghi studi epidemiologici condotti negli Stati Uniti e iniziati negli anni Settanta e Ottanta. I ricercatori hanno quindi stimato il consumo di glutine, analizzando i tipi di alimenti consumati e concentrandosi nello specifico su prodotti come segale, grano, orzo, couscous e birra.
Nel corso dello studio sono stati registrati 6.231 casi di cancro all’apparato digerente (orofaringeo, dell’esofago, dello stomaco, dell’intestino tenue, del colon-retto, del pancreas, della cistifellea e del fegato). I risultati confermano che il consumo di glutine non influenza per nulla il rischio di ammalarsi. E i risultati non cambiano neanche quando si considerano separatamente le diverse fonti di glutine, quali cereali integrali o raffinati.
Nell’analisi i ricercatori hanno tenuto conto anche di fattori di rischio diversi, tra cui l’indice di massa corporea, l’apporto energetico totale, la qualità della dieta e l’abitudine al fumo.
Stando ai dati ottenuti in questo studio, quindi, per le persone non celiache assumere meno glutine difficilmente aiuterà a prevenire il cancro.