Fibrosi cistica: livelli di lipidi nella saliva nuovo possibile marker


Secondo un nuovo studio italiano pubblicato sulla rivista Scientific Reports, i livelli di lipidi nella saliva umana sarebbero legati alle complicanze legate alla fibrosi cistica

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Stando ai risultati provenienti da un nuovo studio italiano, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, i livelli di lipidi nella saliva umana sarebbero legati in modo significativo alle complicanze legate alla fibrosi cistica (FC) come la scarsa funzionalità polmonare, e potrebbero fungere da biomarcatori per valutare l’attività di malattia.

Razionale e disegno dello studio
Nella FC, come è noto, i difetti genetici a carico della proteina CFTR che facilita il movimento di acqua e di ioni cloro attraverso le membrane cellulari, riducono il contenuto di acqua nelle vie respiratorie e nel tratto digerente, portando all’accumulo di muco molto denso.

Alcune osservazioni recenti suggeriscono che i cambiamenti biologici osservati in presenza di  FC hanno anche un impatto sul metabolismo dei lipidi. Di qui il nuovo studio condotto da ricercatori italiani, che si è proposto di esaminare i profili lipidici a livello della saliva nei pazienti con FC per saggiarne il possibile ruolo di biomarcatori non invasivi, in grado di dare informazioni sull’attività di malattia e/o di guidarne il possibile trattamento.
A tal scopo, sono stati reclutati 70 pazienti adulti con FC, aventi un’età media di 30 anni, e 64 volontari sani di età corrispondente (gruppo di controllo).

I partecipanti allo studio hanno ricevuto l’indicazione a non mangiare o bere nulla, tranne che acqua, per almeno due ore prima della raccolta dei campioni di saliva, che è stata effettuata nelle ore del mattino.
A questo punto sono state fatte delle misurazioni allo spettrometria di massa pe valutare i livelli di 523 lipidi salivari.

Risultati principali
L’analisi spettrometrica ha mostrato che la saliva delle persone con FC presentava livelli significativamente più elevati di alcune classi lipidiche (ceramidi, esosilceramidi, trigliceridi e acilcarnitine) rispetto alla saliva dei controlli.
Tra i 195 livelli di lipidi significativamente diversi, 175 (89,7%) erano più elevati e 20 più bassi (10,2%). I livelli di alcune sottoclassi di lipidi della fosfatidilcolina e degli esteri del colesterolo potevano essere in grado di distinguere tra FC e controlli.

A questo punto, i ricercatori hanno esaminato le relazioni tra questi profili lipidici e le caratteristiche cliniche della FC per valutarne il possibile ruolo di biomarcatori. A tal scopo, I pazienti sono stati suddivisi in sottogruppi in base alla presenza o all’assenza di sintomi specifici della FC, tra cui l’infezione polmonare da Pseudomonas Aeruginosa, l’insufficienza pancreatica, la malattia epatica o il diabete legati alla FC.

Dalla lettura dei dati ottenuti è emerso che i lipidi che distinguevano i pazienti con o senza infezione da P. Aeruginosa includevano due tipi di fosfatidilcoline e due tipi di trigliceridi. Allo stesso modo, due tipi di fosfatidilcoline e un trigliceride erano diversi tra i pazienti con o senza insufficienza pancreatica.

Un estere di colesterolo e un trigliceride erano in grado di distinguere i pazienti con o senza malattia epatica legata alla FC, mentre cinque trigliceridi e un estere di colesterolo erano in grado di discriminare pazienti con o senza diabete legato alla FC.

Nel complesso, dai risultati è emerso che le concentrazioni di 12 lipidi erano comunemente alterate nella saliva dei pazienti con FC in tutti i confronti sopra effettuati.

Infine, i ricercatori hanno esaminato le relazioni tra i profili lipidici e la funzione polmonare, valutata mediante spirometria (FEV1), rilevando come una peggiore funzione polmonare nei pazienti affetti da FC fosse significativamente correlata a livelli elevati di due diacilgliceridi, un lipide fosfatidilcolina, un estere di colesterolo e tre cosiddetti acidi grassi a catena corta (C2, C3 e C5).

Riassumendo
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno sottolineato come il loro studio suggerisca che “…le “firme” lipidiche salivari sono correlate alla FC, alla sua gravità e alle complicanze della malattia”.
“Questi dati – aggiungono nelle conclusioni – devono essere confermati in popolazioni più ampie di partecipanti allo scopo di studiare l’impatto della dieta e del trattamento sui profili lipidici della FC. Ciò anche al fine di chiarire in modo definitivo se gli squilibri lipidici osservati siano dovuti al difetto genetico alla base della FC (disfunzione CFTR) e non agli interventi sulla FC”.

Bibliografia
Caterino M et al. Lipidomic alterations in human saliva from cystic fibrosis patients. Sci Rep 13, 600 (2023). https://doi.org/10.1038/s41598-022-24429-6
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