Linfoma mantellare: approvazione accelerata per pirtobrutinib


L’Fda ha concesso l’approvazione accelerata a pirtobrutinib, un inibitore della tirosin chinasi di Bruton (BTK), per il trattamento di pazienti con linfoma mantellare

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La Food and drug administration (Fda) ha concesso l’approvazione accelerata a pirtobrutinib, un inibitore della tirosin chinasi di Bruton (BTK) di terza generazione, per il trattamento di pazienti con linfoma mantellare (o linfoma a cellule del mantello) recidivati o refrattari dopo almeno due linee di terapia sistemica, fra cui un inibitore di BTK.

Le decisione dell’agenzia si è basata sui promettenti tassi di risposta al trattamento osservati nello studio di fase 1/2 BRUIN. Il mantenimento dell’indicazione potrebbe essere subordinato alla verifica e alla descrizione del beneficio clinico in uno studio di conferma, riferisce in una nota Loxo@Lilly, l’unità oncologica di Eli Lilly.

Pirtobrutinib, che sarà commercializzato con il marchio Jaypirca, è un inibitore di BTK altamente selettivo che utilizza un nuovo meccanismo di legame ed è il primo e unico inibitore di BTK non covalente (reversibile) approvato dall’Fda. Il nuovo farmaco può ristabilire l’inibizione di BTK nei pazienti con linfoma mantellare trattati in precedenza con un inibitore covalente di BTK (ibrutinib, acalabrutinib o zanubrutinib) e può così prolungare nel tempo il vantaggio ottenibile colpendo il pathway di BTK.

«L’approvazione di pirtobrutinib rappresenta un importante progresso per i pazienti con linfoma mantellare recidivante o refrattario, che attualmente hanno poche opzioni a disposizione e storicamente hanno una prognosi infausta una volta che interrompono il trattamento con un inibitore covalente di BTK», ha dichiarato Michael Wang, dell’MD Anderson Cancer Center della University of Texas di Houston. «Questi dati indicano che pirtobrutinib può fornire un beneficio ai pazienti precedentemente trattati con un inibitore covalente di BTK, prolungando potenzialmente il tempo durante il quale i pazienti possono trarre beneficio dall’inibizione di BTK.

Pirtobrutinib offre un nuovo approccio all’inibizione del pathway di BTK dopo il trattamento con un inibitore covalente di BTK e ha il potenziale per impattare in modo significativo sul paradigma di trattamento per i pazienti con linfoma mantellare recidivato/refrattario».

Lo studio BRUIN
L’approvazione dell’Fda si è basata sui dati ottenuti in un sottogruppo di pazienti nello studio di fase 1/2 BRUIN (NCT03740529), uno studio multicentrico internazionale, al quale hanno partecipato anche centri italiani, a braccio singolo, in aperto. La valutazione dell’efficacia si è basata su 120 pazienti con linfoma mantellare precedentemente trattati con un inibitore di BTK. Sono stati esclusi i pazienti con linfoma attivo del sistema nervoso centrale e quelli che erano stati sottoposti al trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche o a una terapia con cellule CAR-T nei 60 giorni precedenti l’arruolamento.

Pirtobrutinib è stato somministrato alla dose di 200 mg una volta al giorno fino alla progressione della malattia o al manifestarsi di una tossicità inaccettabile.

I pazienti avevano già effettuato una mediana di tre precedenti linee di terapia (range: da 1 a 9), il 93% ne aveva già effettuate almeno due e tutti avevano ricevuto in precedenza una o più linee di terapia contenenti un inibitore covalente di BTK. Gli inibitori di BTK utilizzati più frequentemente in precedenza erano ibrutinib (67%), acalabrutinib (30%) e zanubrutinib (8%); inoltre, l’83% dei pazienti aveva interrotto l’ultimo inibitore di BTK perché divenuto refrattario o andato incontro a una progressione della malattia.

Le principali misure di efficacia erano il tasso di risposta globale (ORR) e la durata della risposta (DoR), valutati da un comitato di revisione indipendente secondo i criteri di Lugano del 2014.

Tasso di risposta del 50%
L’ORR è risultato del 50% (IC al 95% 41-59), con un tasso di risposta completa del 13%. Inoltre, la mediana stimata della DoR è risultata di 8,3 mesi (IC al 95% 5,7-NE), mentre il tasso di DOR stimato a 6 mesi è stato del 65,3% (IC al 95% 49,8-77,1).

Le reazioni avverse più comuni (quelle con una frequenza almeno del 15%) nei pazienti con linfoma mantellare dello studio BRUIN sono state affaticamento, dolore muscoloscheletrico, diarrea, edema, dispnea, polmonite ed ecchimosi. Le alterazioni dei parametri di laboratorio di grado 3/4 riscontrate in almeno il 10% dei pazienti sono state riduzioni della conta dei neutrofili, dei linfociti e delle piastrine.

«Fino ad ora, le persone affette da linfoma mantellare che non possono più essere trattate con gli inibitori di BTK avevano poche alternative», ha affermato Meghan Gutierrez, amministratore delegato della Lymphoma Research Foundation. «L’approvazione di pirtobrutinib offre una nuova opzione terapeutica e, insieme a ciò, una nuova speranza per le persone con un linfoma mantellare recidivante o refrattario».