L’Italia scende in piazza per ricordare le vittime delle mafie


Oggi è la giornata del ricordo delle vittime delle mafie, in migliaia sfilano a Milano. Mattarella a Casal di Principe sulla tomba di Don Diana

libera mafie

Martedì 21 marzo, Giornata della memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Per commemorarla, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scelto Casal di Principe, luogo simbolo della lotta alla camorra e roccaforte di uno dei suoi clan più efferati: quello dei Casalesi. Dopo la visita privata al cimitero di Casal di Principe (Caserta), in particolare alla cappella della famiglia Diana dove è sepolto don Peppe, il capo dello Stato si è recato all’istituto tecnico Guido Carli per incontrare gli studenti del Carli e degli istituti comprensivi di Casale Don Diana e Spirito Santo. Mattarella è stato accolto dalle note dell’inno di Mameli cantato da ragazzi e ragazze che lo stavano aspettando.

IL SINDACO DI CASAL DI PRINCIPE: “PROMISI A DON DIANA CHE IL SUO SACRIFIO NON VANO”

Dal palco è intervenuto il sindaco di Casal di Principe Renato Natale: “Ventinove anni anni fa promisi sulla tomba di don Peppe Diana che il suo sacrificio non sarebbe stato vano, la sua presenza qui dimostra che la promessa è stata mantenuta”. Da quel giorno, ha evidenziato un Natale particolarmente emozionato, “qui si sono sviluppate iniziative contro la criminalità. Decine i morti ancora contati per mano della camorra, molte le vittime innocenti. Ma il popolo ha riconquistato trincea su trincea la sua libertà. È stato un lungo e tortuoso cammino fino al giorno in cui è comparso sui muri uno striscione con scritto ‘qui la camorra ha perso’”.

MATTARELLA: “MAFIE SI SCONFIGGONO CON MODELLI DI LEGALITA’ E DI CULTURA”

A Casal di Principe, nell’istituto tecnico Guido Carli, ha preso la parola il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Le mafie sono presenti in tutte le attività più turpi e dannose per la comunità: la prostituzione, il traffico di esseri umani, di rifiuti tossici, il caporalato, il commercio di armi, quello strumento di morte che è la droga, lasciando nel territorio povertà e disperazione. Oltre a reclamare una maggiore e più efficace presenza dello Stato, don Peppino Diana aveva rivolto il suo forte e accorato appello al coraggio, alla resistenza, per liberarsi dalla camorra, proprio ai suoi parrocchiani, ai cittadini, alla società civile, alle coscienze delle persone oneste. Aveva capito che la mafia è anche conseguenza dell’ignoranza, del sottosviluppo, della carenza di prospettive, e che quindi la repressione – indispensabile – non è sufficiente e che la mafia si sconfigge definitivamente sviluppando modelli fondati sulla legalità, sulla trasparenza, sulla cultura, sull’efficienza della macchina pubblica”.

L’APPELLO AI GIOVANI: “SIATE FIERI DELLA VOSTRA TERRA”

Il capo dello Stato ha poi rivolto un appello ai giovani presenti: “Care ragazze e cari ragazzi, voi dovete essere fieri di essere nati in questa terra, che ha saputo compiere questa vera, grande, rinascita. Dovete avvertire l’orgoglio di essere concittadini di Don Diana”. Ha poi fatto riferimento all’intervento di due studenti, Maria e Fabrizio, che “hanno parlato dei preconcetti, dei pregiudizi che registrano sovente. Vi comprendo bene: anche la mia città ne ha subiti”, ha concluso ricordando Palermo e la sua Sicilia.

A MILANO MANIFESTAZIONE DI LIBERA CONTRO LE MAFIE

Un fiume in piena, racconta la Dire (www.dire.it), la manifestazione a Milano della rete di ‘Libera contro le mafie’. Dopo 13 anni il capoluogo lombardo torna a ospitare, in occasione del 21 marzo, un corteo con migliaia di persone: 50mila secondo gli organizzatori. Presenti oltre 500 famigliare di vittime delle mafie. Il sindaco Beppe Sala ha letto i nomi di tutti i morti innocenti. Presente la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e don Ciotti.