Piano 2030 del settore elettrico: oltre 500mila nuovi posti di lavoro


Piano 2030 del settore elettrico: 360 miliardi di benefici economici e 540.000 nuovi posti di lavoro in Italia secondo lo studio Enel Foundation

Logo enel fatture city index abb economic circulability

Il Piano 2030 del settore elettrico elaborato da Elettricità Futura prevede oltre 360 miliardi di euro di benefici economici, in termini di valore aggiunto per filiera e indotto, con 540.000 nuovi posti di lavoro nel settore elettrico e nella sua filiera industriale nel 2030, che si aggiungeranno ai circa 120.000 di oggi.

E’ quanto emerge dai risultati finali dello studio “La filiera italiana delle tecnologie per le energie rinnovabili e smart verso il 2030” di Enel Foundation realizzato con Althesys ed Elettricità Futura che è stato presentato all’evento organizzato a Roma da Elettricità Futura, Enel Foundation e Althesys, condotto e moderato da Mariangela Pira, Giornalista Sky TG 24.

L’elettricità prodotta da fonti rinnovabili – spiega il Ministro dell’Ambiente e Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto – rappresenta la via fondamentale per attuare gli obiettivi che ci siamo posti entro il 2050. Questo settore oggi rappresenta il motore economico e culturale della transizione energetica, in grado di attivare entro dieci anni fino a mezzo milione di nuovi posti di lavoro green”. “Esiste – aggiunge Pichetto – un parco di progetti e investimenti che attende il via libera dal sistema delle autorizzazioni: al Ministero stiamo lavorando per sbloccare procedure spesso farraginose che bloccano questi impianti. La conoscenza e il talento dell’imprenditorialità italiana – conclude – possono costruire la nostra sicurezza energetica, nella sostenibilità ambientale”.

L’Italia e l’Europa devono lavorare assieme per una piena sovranità energetica e tecnologica, anche mirando ad un’autonomia sul fronte materie prime fondamentali”. Ha dichiarato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. “Dobbiamo realizzare una risposta strategica dell’Europa e dell’Occidente alla sfida, anche valoriale, che ci viene posta dalla Cina e dalla Russia. Servono regole in sintonia con le richieste delle imprese e risorse che garantiscano chi investe in rinnovabili e green. Su questo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ed il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica sono come due binari finalmente allineati, anche con gli altri dicasteri coinvolti, su cui corre il treno della transizione ecologica e digitale che può fare dell’Italia un modello produttivo sulle rinnovabili. C’è finalmente un governo che agisce all’unisono, per coniugare ambiente ed industria nella sostenibilità del Sistema Paese”.

“Nei prossimi anni ci sarà sempre più bisogno di tecnologie, competenze e visione strategica a supporto della transizione energetica, – sottolinea Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel – e l’Italia potrà avere un ruolo da protagonista solo creando e rafforzando una catena del valore nazionale in grado di competere nello scenario internazionale. Bisogna investire lavorando su tutta la filiera, dalla lavorazione di materie prime allo sviluppo delle tecnologie, dalla generazione alla distribuzione, fino al consumo di energia, secondo un modello di sviluppo sostenibile attento all’ambiente, alle persone e alla crescita economica. L’indicazione che emerge dallo studio è chiara: siamo di fronte a una opportunità unica, e se vogliamo coglierla pienamente il momento di agire è ora”.

La filiera delle tecnologie elettriche rinnovabili e smart nazionale, con oltre 12 miliardi di euro di fatturato e quasi 800 imprese, è un asset strategico per l’Italia, sottolinea Alessandro Marangoni, Amministratore Delegato di Althesys. “E’ un settore industriale composto da eccellenze industriali competitive a livello internazionale, presente soprattutto nei segmenti a maggior valore aggiunto. La transizione energetica costituisce una straordinaria opportunità di crescita industriale per il nostro Paese, favorendo la supply security e l’indipendenza tecnologica, oltre che la sostenibilità ambientale. I benefici socio-economici per l’Italia derivanti dallo sviluppo di questo settore sono cospicui e potrebbero equivalere fino al 2% del PIL annuo da qui al 2030”.

Lo studio evidenzia come la crescita della capacità di generazione di energia rinnovabile unito ad una spinta allo sviluppo della filiera italiana del settore possa portare notevoli benefici economici, sociali e di indipendenza energetica.

Dallo studio definitivo, appena completato, emergono dati migliorativi in termini di benefici del Piano 2030 del settore elettrico per l’economia e l’occupazione rispetto alle stime preliminari e cautelative presentate all’Assemblea pubblica di Elettricità Futura il 21 giugno 2022. Il Piano 2030 del settore elettrico ha un target di crescita delle rinnovabili assolutamente alla portata del nostro Paese e prevede benefici in linea anche con le stime dell’International Energy Agency (IEA) sulla crescita dei posti di lavoro nella transizione energetica.

Il Piano 2030 del settore elettrico è un percorso di indipendenza e sicurezza nazionale, oltre che di decarbonizzazione, e una strategia di sviluppo della filiera elettrica in linea, peraltro, con gli obiettivi europei. Il Piano prevede di allacciare alla rete 85 GW di nuove rinnovabili al 2030, portando all’84% le rinnovabili nel mix elettrico. Raggiungendo questo traguardo, nei prossimi 8 anni l’Italia potrà ridurre di 160 miliardi di metri cubi le importazioni di gas con un risparmio di 110 miliardi di euro”, ha spiegato Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Elettricità Futura.