“Still Raining” è il nuovo singolo degli Escape to the roof


Disponibile in digitale e in radio “Still Raining”, secondo singolo estratto dall’album omonimo degli Escape to the Roof

escape to the roof

Esce in radio e in digitale “Still Raining, secondo singolo estratto dall’album omonimo Escape to the Roof. Musicalmente, Still Raining, è il brano delle citazioni riverenti, un omaggio devoto e celebrativo ai rock gods degli anni ’70 che molto hanno influenzato la ricerca stilistica di Escape to the Roof. Qui il prog si fa più pronunciato, ma è sempre un ingrediente dosato, come il sale (q.b.), ed è sempre al servizio dell’architettura compositiva, della metrica e della melodia.
“È un brano autobiografico, molto intimo – racconta la band -. Il resoconto del viaggio della vita fin qui percorso, al punto in cui per valutare quanta strada e come la si è percorsa, c’è bisogno di spegnere tutti i versi del mondo. Un silenzio profondo, in cui pure il ciarlare del quotidiano è rumore che necessita di essere tagliato perché distorce, imbroglia i pensieri. Abbandonarsi al mantra, quasi per autoipnosi, proiettando all’esterno ogni peso dell’esistenza, alla ricerca di una condizione introspettiva che si trova quando si raggiunge il centro, nel punto che è il più grave, il più profondo possibile, che sta alla base di ogni cosa, affinché sia possibile ascoltare sommessamente il battito più recondito, il pulsare della terra stessa. In equilibrio precario, che anche un battito di ciglia di troppo può rovinare.”

 

“Please silence
Being is too loud in
Hear the groundbeat”
“Don’t speak
Noises around thoughts
Let the blink flows
Time to time”

 

Questo nuovo brano segue Fried Blues Chicken, il primo manifesto degli Escape To The Roof in cui propone una metafora della vita, sulla società, sulla produttività in batteria, accompagnato da un videoclip (sceneggiatura, progetto grafico, animazione sono a cura di Maria Cangemi, la produzione è di SaganaS) GUARDA VIDEOCLIP
 
La band ha scelto l’anonimato, nomi di fantasia, e non vuole rendere pubblica la biografia, le identità e le foto dei componenti, ciò che oggi invece sembra essere imprescindibile per l’industria musicale. Lo scopo ultimo è fare in modo che chiunque ascolti i singoli o il disco, si concentri il più possibile sulla scrittura, sul messaggio, sulla composizione, sui testi, sulle emozioni, sui temi di questo progetto discografico, in particolare sulle sonorità degli anni d’oro del rock, come atto di una vera “insurrezione”, per riscoprirne il valore profondo: “La storia ci ha insegnato – racconta G.C. Wells, leader della band – che dissociare la biografia dell’autore dall’atto artistico non altera la possibilità di fruire, in tutta la sua potenzialità, il messaggio che da esso deriva, anzi credo sia l’unica cosa rimasta da fare come atto di nuova insurrezione rispetto a quello che ci circonda, così da aiutare l’ascoltatore a individualizzare meglio e a interpretare il messaggio per quello che è oggettivamente.
 
“Sicuramente il mondo non ha bisogno di ulteriori figurine da collezionare. C’è un sovraffollamento di figurine senza precedenti, e a dirla tutta io non mi sono mai sentito una figurina in mezzo alle altre figurine. L’idea di rivolgere un gesto artistico alla mercificazione tritatutto dello show business non è il mio mondo, per cui rispettare le leggi che regolano quest’industria non è nei nostri piani. Certo non siamo così ingenui da pretendere di restarne fuori e allo stesso tempo fare arrivare a più fruitori possibili il nostro lavoro. Ma pensiamo che fare un passo indietro, mettere al centro la musica distaccandosi dall’apparenza, alle volte possa significare prendere una rincorsa più lunga per spiccare un salto più alto. Riteniamo che sia l’unica maniera per fare diventare l’atto artistico arte collettiva”, prosegue il leader della band
 
In questa scelta, che nasce dall’urgenza interiore di fare un passo indietro e recuperare determinati valori che ormai sono dimenticati, la finzione ha un ruolo determinante come fonte di conoscenza. L’intreccio fantasioso delle biografie dei componenti della band (G.C.Wells, vocals, guitars; Jann Ritzkopf VI, guitars, soundscapes; Zikiki Jim; bass; Canemorto drums), che verranno raccontante man mano nel corso dei prossimi capitoli, fa parte del gioconon siamo in preda agli spasmi romantici della nostra arte, e non abbiamo perso l’abitudine o il gusto del divertimento, anzi. Le storie di contorno fanno parte del gesto artistico in tutto e per tutto. È opinione abbastanza condivisa che le opere letterarie, e quindi, la finzione possa essere molto importante, se non addirittura fondamentale quale fonte di conoscenza.
Non vuole essere certo la mera sostituzione della biografia reale dell’autore con la fiction quale sacrificio da immolare sull’altare dell’anonimato, ma è certamente qualcosa di più. Gli antichi greci scrivevano le tragedie con lo scopo dichiarato di educare il popolo per il tramite della catarsi. Noi non ci arroghiamo il diritto di mistificare così in alto, vogliamo semplicemente giocare con la materia narrativa e descrittiva, che sia di natura musicale, letteraria, teatrale ecc., senza preoccuparci troppo che questo possa innescare confronti da sostenere con illustrissimi predecessori, o con l’incertezza che ci sia qualcosa che non si possa sperimentare per paura di dissacrare, o peggio, col timore di sconfinare in “territori occupati” da altri artisti.”