“Napalm girl. Il viaggio di una fotografia” su Rai 5 ad “Art Night”


Il documentario, scritto da Didi Gnocchi e Gabriele Raimondi per la regia di Valeria Parisi, “Napalm Girl. Il viaggio di una fotografia” in prima serata su Rai 5

art night paola agosti

Una foto che da sola riesce a raccontare gli orrori e la paura di una intera guerra, e così potente da essere ancora oggi il simbolo del conflitto del Vietnam. Un’immagine che ha cambiato la storia, secondo alcuni, ma che sicuramente ha avuto il potere di scuotere l’opinione pubblica sulla tragedia che stava avvenendo. Ma soprattutto una foto che ha cambiato il fotogiornalismo, per sempre.

Era l’8 giugno 1972, il suo autore, Nick Ut, aveva 20 anni, e per questo scatto ha vinto il Premio Pulitzer; Kim Phùc, la protagonista della foto – in fuga, nuda, dal napalm – ne aveva 8: da quel giorno le loro vite sono cambiate, e ne è nata una grande amicizia che continua dopo 50 anni. Lo scorso maggio si sono ritrovati in Italia, prima a Milano – per una mostra dedicata a Nick Ut – e poi a Roma, per essere ricevuti dal Papa. Lui ancora attivissimo e curioso. Lei, ora cittadina canadese, attivista per la pace.

Dal loro incontro, e dalle loro storie è nato il documentario – scritto da Didi Gnocchi e Gabriele Raimondi per la regia di Valeria Parisi e prodotto da 3D Produzioni in collaborazione con Rai Cultura – “Napalm Girl. Il viaggio di una fotografia”, in onda mercoledì 1° febbraio alle 21.15 in prima visione su Rai 5 per il ciclo “Art Night” con Neri Marcorè.

Un racconto che si snoda tra storia e fotografia, tra gli eventi del 1972 – testimoniati da repertori originali della Library of Congress degli Stati Uniti – e le molte domande sulla fotografia di guerra che sono ancora molto attuali. Francesca Mannocchi, una delle giornaliste italiane oggi più impegnate nelle zone di guerra racconta: “La prima domanda che ti fai quando racconti una guerra è: quanto male è giusto mostrare? È la prima grande domanda. Si deve mostrare tutto? È lecito da un lato? È utile dall’altro?”

Insieme alla sua, il documentario propone le voci di alcuni tra i più grandi fotografi e giornalisti della storia: Steve McCurry, David Burnett – che era a fianco a Nick Ut quando ha scattato la foto – Ferdinando Scianna, Francio Pagetti, Bernando Valli, Michele Smargiassi che riflettono sulle domande sollevate dal fotografare un conflitto e raccontano come il Vietnam sia stata l’ultima guerra durante la quale i fotoreporter poterono muoversi liberamente al fronte, testimoniando eventi unici e raccontando la guerra dal punto di vista dei civili.