Linea dura del governo Meloni con gli anarchici


Dopo i diversi attentati messi a segno dagli anarchici in relazione al caso Cospito, il governo Meloni lancia un avvertimento: “Non scendiamo a patti con chi minaccia”

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Gli attentati compiuti contro la nostra diplomazia ad Atene, Barcellona e Berlino, come pure quello di Torino, le violenze di piazza a Roma e Trento, i proiettili indirizzati al direttore del Tirreno e al procuratore generale Francesco Saluzzo, la molotov contro un commissariato di Polizia: azioni del genere non intimidiranno le istituzioni. Tanto meno se l’obiettivo è quello di far allentare il regime detentivo più duro per i responsabili di atti terroristici. Lo Stato non scende a patti con chi minaccia”. È quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi. Il riferimento è alla situazione dell’anarchico Alfredo Cospito: proprio per ottenere di togliere il regime detentivo del carcere duro (il 41 bis) a lui, infatti, nelle ultime settimane e in particolare nella giornata di ieri gli anarchici si sono fatti sentire con diversi attentati e azioni di attacco contro le forze dell’ordine.

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Ma chi è Cospito? Considerato l’deologo del Fai-Fri (Federazione anarchica informale-Fronte rivoluzionario internazionale), Cospito è detenuto da più di 10 anni per diversi reati (nel 2014 è stato condannato per la gambizzazione dell’ad dell’Ansaldo) e dall’aprile scorso gli è stata applicato il regime del 41 bis. Contro questa misura, Cospito è in sciopero della fame da oltre tre mesi e le sue condizioni di salute sono piuttosto precarie. Proprio per questo, è stata anticipata al 7 marzo l’udienza in Cassazione sul ricorso contro l’applicazione del carcere duro presentato dalla difesa: ma il suo avvocato è convinto che per quella data, se tutto rimane come ora, l’anarchico sarà morto.

Oggi il Governo interviene con questa dura nota per sgombrare il campo a ogni dubbio: la misura del 41 bis per Cospito non si discute, “lo Stato non scende a patti con chi minaccia”, scrive Palazzo Chigi. E poi l’elenco di azioni e attentati che sono stati poi ricollegati ad anarchici mobilitati proprio per la situazione del loro leader Cospito. Ci sono stati, nella giornata di ieri, gli attentati ai funzionari e alle sedi diplimatiche di Berlino e Barcellona (proprio a Barcellona su una parete del palazzo del Consolato è stata tracciata una scritta che conteneva un esplicito riferimento a Cospito), gli scontri ieri sera nella zona di Trstevere a Roma durante una manifestazione di anarchici in solidarietà a Cospito (è stato ferito un agente e sono scattate 41 denunce) e poi il lancio di una molotov contro il commissariato di Polizia Prenestino a Roma. Delle scorse settimane sono invece i proiettili indirizzati al procuratore generale Francesco Saluzzo (pm del processo Cospito) e quelli per il direttore del Tirreno (accompagnati da un messaggio su Cospito).

PIANTEDOSI: “LO STATO NON SI FA INTIMIDIRE E CONDIZIONARE”

“Esprimo la mia solidarietà alle donne e agli uomini in divisa che con grande professionalità e spirito di sacrificio fronteggiano, anche in questi giorni ed in queste ore, le dimostrazioni di chi immagina di utilizzare la minaccia e la violenza come metodo di condizionamento delle istituzioni”. Lo dichiara il Ministro dell’interno Matteo Piantedosi in relazione ai disordini a Roma ad opera di gruppi anarchici.

“La mia vicinanza va agli operatori di polizia rimasti feriti ed in particolare all’ispettore della Polizia di Stato che è stato colpito alla testa ed è stato curato con numerosi punti di sutura”. Piantedosi aggiunge: “Lo Stato non si lascerà mai intimidire e condizionare da queste azioni del tutto inaccettabili, nella convinzione che nessuna rivendicazione o proposta possa essere presa in considerazione se viene portata avanti col ricorso a questi metodi, ancor più se rivolti contro le forze dell’ordine”.

Il Ministro, spiega la Dire (www.dire.it), segue in costante contatto con il Capo della Polizia gli episodi di questi giorni e svolgerà, in settimana, una disamina degli stessi in un incontro con i vertici e gli esperti degli apparati di sicurezza”.