Muore investito da un’auto Juan Carrito, l’orso mascotte dell’Abruzzo


Morto l’orso Juan Carrito, investito da un’auto: era il simbolo dell’Abruzzo. “Se ne è andato uno di famiglia”, ha scritto in una nota il presidente del Parco nazionale

juan carrito

Alla fine, nella sua vita ‘addomesticata’, abituato a muoversi sempre più vicino ai luoghi urbanizzati del Parco nazionale d’Abruzzo, l’orso Juan Carrito non ce l’ha fatta: un’auto ieri sera lo ha investito e lo ha ucciso. A nulla sono serviti i grandi pannelli sistemati nei mesi scorsi dal parco per un progetto volto appunto a tutelare l’orso bruno marsicano, che trova a Pescasseroli e in molta parte dei territori vincolati, come anche Lecce nei Marsi, Opi, Villavallelonga, Castel di Sangro, Roccaraso, un corridoio di passaggio. Juan Carrito aveva ‘scelto’ Pescasseroli come suo luogo privilegiato.

“Investito Juan Carrito… Questa sera (ieri, 23 gennaio, ndr) sulla Strada Statale 17 prima della galleria G. Fiore, vicino a Castel di Sangro, è stato investito Juan Carrito che dopo alcuni minuti di agonia è morto a causa del trauma riportato nell’impatto con una vettura in transito”. Così ha scritto in una nota pubblicata sulla pagina Facebook del Parco nazionale, il suo presidente Giovanni Cannata.

“Fortunatamente la persona alla guida non sembra aver riportato traumi- ha aggiunto come riferisce la Dire (www.dire.it) -. Sul posto sono intervenuti per i primi soccorsi, guardiaparco, carabinieri, carabinieri forestali e la veterinaria Scioli del servizio veterinario di Castel di Sangro. L’animale sarà recuperato dal personale del Pnalm e trasportato all’Istituto zooprofilattico per la necroscopia. Non ci sono parole per quello che è successo. Juan Carrito era un orso problematico ma al Parco abbiamo fatto di tutto, contro tutto e tutti, per dargli una chance e farlo rimanere libero. Ora ci ha lasciato– conclude con amarezza il presidente, in riferimento al tentativo di ‘rinselvatichire’ l’orso che, però, dopo alcune settimane di tentativi di reinserimento nel suo habitat naturale (la montagna e i boschi, appunto, e non il centro abitato e quindi più pericoloso non soltanto per i rischi collegati alle infrastrutture, ma anche per la disponibilità di cibo ‘umano’ dannosissimo per un orso)- siamo tutti un po’ più poveri perchè se ne è andato uno di famiglia“.