McDonald’s Italia cresce e punta sui prodotti tricolore


Il 2022 per McDonald’s Italia è stato un anno da record: ora la catena scommette sulla qualità e sull’origine delle materie prime alimentari utilizzate

mcdonald's assunzioni caracalla

Il 2022 è stato per McDonald’s Italia un anno da record, con il fatturato migliore di sempre, cresciuto a doppia cifra rispetto agli 1,7 miliardi del 2021, con 5 mila nuove assunzioni e soprattutto con un impegno crescente nella valorizzazione dell’agroalimentare Made in Italy.

Nel corso dell’anno la catena ha dedicato 300 milioni, aggiuntivi ai 240 del 2021, allo sviluppo della filiera agricola, scommettendo sulla qualità e sull’origine delle materie prime alimentari utilizzate per farcire i celebri panini e consolidando le partnership strategiche all’interno del comparto. Oggi l’85% dei fornitori è rappresentato da aziende italiane e la quota è in crescita.

Anche i ristoranti, che a fine 2021 erano 640, sono in espansione: il piano di aperture prevede 200 nuovi punti vendita entro il 2025. «Come tutte le imprese – rivela l’amministratore delegato di McDonald’s Italia, Dario Baroni – dovremo fare i conti con la spinta inflattiva che resterà fino all’inizio del 2023, sostenuta dai rincari energetici. Ma per noi il prossimo sarà comunque un anno di crescita a doppia cifra. E sarà proprio questa nuova fase di espansione che ci consentirà di diluire costi e rincari».
Nel 2008, McDonald’s Italia contava su di una percentuale di fornitori italiani del 30%, oggi ha raggiunto l’85% ed acquista ogni anno oltre 100 mila tonnellate di prodotti italiani.

La tendenza è in evoluzione per tutto il prossimo triennio, con l’obiettivo di aumentare ulteriormente la quota di Made in Italy: una scommessa sulla qualità e sull’origine delle materie prime alimentari ‘dal campo agricolo al vassoio’. In ortofrutta i principali fornitori di McDonald’s Italia sono Bonduelle e Sab Ortofrutta per le insalate, VOG per le mele, Oranfrizer per le arance siciliane e Macè per la frutta fresh cut.

E oggi la catena serve più clienti che nel 2019: «La performance – spiega Baroni – è particolarmente significativa se guardiamo al nostro segmento di riferimento, quello della ristorazione informale: cresciamo quasi il triplo della media di questo mercato”. E i canali cosiddetti alternativi al ristorante, ovvero il McDelivery, il McDrive e il take away, sono passati a rappresentare dal 25% a più del 50% del business dal 2019.