Asma lieve: nuovo studio su uso di steroidi inalatori in alta quota


Gli steroidi inalatori a basso dosaggio in soggetti con asma stagionale lieve previene la diminuzione della funzione polmonare in risposta a fattori ambientali legati all’alta quota

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Il trattamento con steroidi per via inalatoria (ICS) a basso dosaggio in soggetti con asma stagionale lieve previene la diminuzione della funzione polmonare in risposta a fattori ambientali legati all’alta quota (HA). Lo dimostrano i risultati di uno studio pubblicato su World Allergy Organization Journal.

Razionale e obiettivi dello studio
A causa degli effetti del cambiamento climatico, gli appassionati di sport invernali saranno sempre più costretti a praticare le attività sportive in questione ad altitudini più elevate. È stato dimostrato che i fattori ambientali legati all’ alta quota (HA), come le basse temperature, lo sforzo fisico e l’ipossia con conseguente ipocapnia dovuta all’iperventilazione, inducono broncocostrizione.

Pertanto, in ragione dell’aumentata prevalenza dell’asma bronchiale, anche gli asmatici saranno sempre più esposti all’ambiente HA e potrebbero accusare un aumento dei sintomi.

L’obiettivo dello studio, pertanto, è stato quello di analizzare gli effetti sulla funzione polmonare dei fattori HA, a circa 2.600 m sul livello del mare, in asmatici stagionali lievi con asma allergico ben controllato che, in maniera routinaria, avevano interrotto (gennaio) o iniziato (marzo, con l’inizio della stagione dei pollini) un trattamento con ICS a dosaggio ridotto (n=10).

I dati ottenuti sono stati incrociati con quelli relativi a 11 volontari sani per rendere possibile un confronto.

Disegno dello studio e risultati principali
La coorte di pazienti asmatici, costituita da 10 individui aventi un’età media di 41 anni, era equamente divisa tra i due sessi. La coorte di controllo, costituita da 11 individui aventi un’età media di 40 anni, presentava una leggera preponderanza di donne (n=7).

Nel complesso, i due gruppi di individui (asmatici e non) mostravano caratteristiche simili relativamente allo stato di salute complessiva, livello di attività fisica, BMI, età e genere di appartenenza.
I ricercatori hanno misurato le risposte dei partecipanti con fattori HA (tra cui le basse temperature percepite e il livello di sforzo fisico) a circa 2600 metri di altitudine in gennaio.

Nel gruppo di individui asmatici, sono state misurate le risposte due volte: 1) quando i partecipanti non assumevano ICS; 2) quando erano sottoposti a trattamento con ICS.

Le misurazioni ottenute ad alta quota sono state successivamente confrontate con le misurazioni del FEV1 a bassa quota (LA, a 500 metri sul livello del mare) effettuate dai partecipanti di ambo i gruppi.
Nel gruppo di pazienti asmatici, le misurazioni sono state effettuate a marzo, all’inizio della stagione dei pollini, quando gli individui della coorte in questione erano in trattamento con ICS.

Confrontando le misurazioni post-esercizio effettuate ad alta (HA) e a bassa quota (LA), i ricercatori hanno osservato che i soggetti asmatici, quando non utilizzavano ICS, mostravano un FEV1 superiore di 230 mL (P <0,05) rispetto ai soggetti del gruppo di controllo. In particolare, FEV1 non era aumentato tra i soggetti del gruppo asma quando questi erano stati trattati con ICS.

Gli autori dello studio hanno commentato che, sebbene la perdita di FEV1 di 230 mL fosse statisticamente significativa, era comunque minima e di limitata rilevanza clinica.

I ricercatori, inoltre, hanno riscontrato una riduzione della risposta alla metacolina ad alta quota (HA) rispetto che a bassa quota (LA) e nessuna differenza tra il gruppo di controllo e la coorte di pazienti asmatici.
L’effetto dell’ipossia sulla broncodilatazione è stato analizzato valutando la risposta dei partecipanti al salbutamolo dopo la misurazione della metacolina. Gli sperimentatori non hanno riscontrato differenze significative tra la misurazione ad HA e a LA per il gruppo asmatico e per quello di controllo.

Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso, tra i limiti dello studio, la dimensione ridotta del campione di individui considerato, l’esistenza di un bias di selezione (sono stati inclusi nella coorte asmatica solo gli individui con malattia stagionale ben controllata), l’impossibilità di  controllare la variabilità delle condizioni associate ad HA e LA che potrebbero potenzialmente influenzare le misurazioni e l’altitudine scelta generalmente bassa delle misurazioni di HA.

Ciò premesso, gli autori dello studio hanno concluso che i soggetti con asma stagionale lieve che non ricorrono al trattamento con ICS durante la stagione invernale subiscono una piccola ma significativa perdita di FEV1, sia ad alta che a bassa quota, a causa della combinazione di alcuni fattori (esercizio fisico e dell’esposizione a basse temeperature), e che questa leggera perdita di funzionalità polmonare potrebbe essere evitata grazie al trattamento con ICS.

“Tuttavia – hanno aggiunto – dato che il calo di FEV1 che si verifica in seguito ai fattori scatenanti l’HA è ridotto, non risulta necessario per la maggior parte dei pazienti con malattia lieve ricorrere ad un trattamento preventivo con ICS prima di un soggiorno programmato ad alta quota”.

Bibliografia
Mertsch P et al. Response to high-altitude triggers in seasonal asthmatics on and off inhaled corticosteroid treatment. World Allergy Organ J. September 24, 2022;15(10):100698. doi:10.1016/j.waojou.2022.100698
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